Villapiana-12/03/2012:” Il Risorgimento al Sud, tra ribellismo e utopia”. (di Emanuela Valastro)
12 /03/2012
di Emanuela Valastro
Giorno 11 marzo 2012, si è svolto a Villapiana Paese un convegno dal titolo affascinante:” Il Risorgimento al Sud, tra ribellismo e utopia”.
Ad aprire i lavori il sindaco, Roberto Rizzuto; a coordinare gli interventi il giornalista Maurella. Il sindaco ha introdotto la discussione con
un’osservazione sulla nostra Calabria sempre bistrattata dall’impoverimento del territorio e dall’incultura; un evento accaduto nel 1847
quando Paolo Pellicano e altri uomini di Chiesa, nella zona più in collusione con la malavita, la Locride, organizzarono una Costituzione
liberale e progressista. Un esempio che illustra un Sud che non è famoso solo per la mafia !
L’On. Mario Brunetti,nel suo intervento, ha valutato negativamente la recente pubblicazione del libro del Presidente Napolitano, “Una e indisso-
lubile” uscito in occasione del 150° anniversario dell’unità d’Italia. Secondo Brunetti, il nostro Presidente, avrebbe espresso una posizione
“moderata” e “revisionista” del Risorgimento Italiano, non prendendo in considerazione il fenomeno del brigantaggio e la personalità di Gramsci
che diedero un forte contributo alla Questione meridionale.
Il brigantaggio, si è detto tra l’altro, non è un fenomeno tutto negativo, ma è una rivoluzione delle più importan-
ti; è il segno di richieste insoddisfatte, come la mancata riforma agraria. “L’unità in Calabria sortì gli effetti peggiori” ha detto il prof Di filosofia
Mandalari che ci ha dato un quadro dell’opera di Lombroso,padre della criminologia. Un’annotazione fatta è che i Calabresi non hanno fatto altro
che scavare un fossato ai loro piedi, distruggendo tutti i loro aspetti positivi con una politica di auto denigrazione.
Il Prof Gianni Mazzei ha poi detto che parlare di ribellismo e utopia significa parlare di sconfitta,della mancanza di un disegno e di un
modello ben preciso. Il ribellismo scoppiò nei momenti corali della nostra storia, come il brigantaggio, il ’68, Tangentopoli. Mazzini e Garibaldi
non se la sarebbero sentita di andare verso il decentramento per paura di sfaldare l’unità.
L’ospite principale del convegno,il prof. Piperno dell’Unical, sostiene che i Piemontesi hanno colonizzato l’Italia meridionale e che l’incontro a Teano
sarebbe stato segno di una Unità tutta teorica ma non reale. Basti pensare che solo il 2%della popolazione,nel 1861, parlava italiano !
Infine, il dibattito ha animato l’atmosfera che nel frattempo si è riscaldata dando spazio a vari quesiti.