Morano Calabro-17/04/2012:IL DON PASQUALE DI DONIZETTI INTERPRETATO DALL’ORCHESTRA DI FIATI DI MORANO CALABRO
COMUNICATO STAMPA
IL DON PASQUALE DI DONIZETTI INTERPRETATO DALL’ORCHESTRA DI FIATI DI MORANO CALABRO
Venerdì all’Auditorium Comunale di Morano, sabato alla casa circondariale di Rossano e domenica al Sybaris di Castrovillari.
L’Orchestra di fiati di Morano Calabro, diretta dal M° Massimo Celiberto e l’Associazione italiana di cultura classica, delegazione di Castrovillari presentano il “Don Pasquale”, la celeberrima opera buffa in tre atti di Gaetano Donizetti. Il debutto dell’Opera, eseguita in forma di concerto, sarà venerdì 20 alle 21,00 all’Auditorium comunale di Morano Calabro. Sabato alle 10,30 sarà replicata al Teatro della Casa di reclusione di Rossano Calabro (concerto patrocinato dall’assessorato provinciale alle politiche sociali) e domenica alle 20,30 al Teatro Sybaris di Castrovillari. “Don Pasquale” è il secondo appuntamento con l’Opera per l’Orchestra di fiati di Morano, dopo il Nabucco eseguito l’anno scorso in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. L’orchestra è composta da circa 45 elementi, la maggior parte giovani; Michele Bruno (Don pasquale), Rosaria Buscemi (Norina), Daniele Muscolino (Dottor Malatesta) e Francesco Sauzullo (Ernesto) sono i quattro protagonisti, cantanti di dichiarata fama, ognuno dei quali lavora con importanti enti teatrali con attività concertistica sul territorio nazionale e non. Donizetti, ormai giunto al culmine della celebrità (aveva già composto le sue opere più famose, tra cui Anna Bolena, L’elisir d’amore, Lucia di Lammermoor, La Favorite e La fille du régiment), decise di comporre il Don Pasquale dopo la lettura casuale del vecchio libretto di Angelo Anelli. La storia vuole che l’opera sia stata composta in soli undici giorni, ma è probabile che in questo periodo siano state composte “solo” le linee vocali e che l’orchestrazione abbia invece richiesto altro tempo. Il libretto, firmato da Michele Accursi, è in realtà opera dello stesso Donizetti e di Giovanni Ruffini, la prima rappresentazione dell’opera ebbe luogo al Théâtre-Italien di Parigi il 3 gennaio 1843. L’opera è ambientata a Roma agli inizi dell’800; Don Pasquale è un anziano e ricco settantenne che è adirato con il nipote Ernesto, futuro erede delle sue fortune, perché questi rifiuta di sposare una ricca e nobile zitella come lo zio vorrebbe. Ernesto è invece innamorato di Norina, una vedova giovane e carina ma di modeste condizioni. Lo zio decide allora di diseredarlo sposandosi egli stesso e a tal scopo ha chiesto al dottor Malatesta di trovargli una moglie adeguata. Questi però, amico di Ernesto, ordisce un piano per aiutare i due giovani. Pertanto il dottore propone a Don Pasquale di sposare sua sorella Sofronia, donzella bella e pura e appena uscita dal convento. Don Pasquale accetta esultante e, per cominciare, scaccia di casa il nipote Ernesto. Ma il dottor Malatesta chiede a Norina di impersonare Sofronia, per organizzare un finto matrimonio e dopo le nozze ridurre alla disperazione Don Pasquale. Tipica del Don Pasquale è l’efficacia con la quale il lirismo e la malinconia si contrappongono al sorriso malizioso o anche alla schietta risata. Quando, nel preludio al secondo atto, la tromba introduce lo sconforto di Ernesto, il languore accorato della melodia cancella all’istante la scintillante gaiezza del finale del primo atto. In fondo l’aria “Cercherò lontana terra” è pleonastica, s’ispira a una situazione che Norina e Malatesta sono sul punto di capovolgere. Ma era istintivo in Donizetti innamorarsi di certi momenti lirici indipendentemente dal fatto scenico (lo stesso era accaduto con la “Furtiva lacrima” dell’Elisir d’amore, da lui introdotta nell’opera a dispetto del librettista) e ricavarne melodie struggenti.
Ufficio Stampa
Orchestra di Fiati Di Morano Calabro