Trebisacce-30/08/2012:Arpacal su balneazione e “maglie nere”
Rossella Falabella | 30 agosto 0.37.23 |
Venerdì 17 Agosto 2012 08:29
In riferimento ai recenti articoli di cronaca, riguardanti iniziative di sensibilizzazione ad opera di associazioni ambientaliste, che hanno stilato la classifica delle cosiddette “bandiere nere”, il 95% delle coste calabresi ha una qualità di balneazione eccellente”. E’ quanto riferisce l’Arpacal, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria in merito alla pubblicazione del bilancio finale 2012 di Goletta Verde, che assegna la ‘maglia nera’ alla Calabria.
“Un dato – evidenzia l’Arpacal, riferendosi alle sue rilevazioni – che deriva da un monitoraggio regolamentato in maniera molto rigida, sia a livello normativo che a livello scientifico, da una normativa comunitaria coordinata dal ministero della Salute”.
“L’Arpacal – sottolinea infine l’agenzia – verifica la balneabilità in rapporto alla salute dei cittadini. I dati nostri e di Legambiente, quindi, sono sostanzialmente incomparabili”.
E’ il caso di ricordare che l’ARPACal monitora annualmente le acque destinate alla balneazione assicurando controlli di routine con cadenza mensile da aprile a settembre. La campagna di balneazione si estende a 670 Km di costa con 651 punti di prelievo per un totale di circa 7812 analisi effettuate sui due indicatori di contaminazione fecale individuati dalla normativa vigente(Dlgs 116/08 e DM 30 marzo 2010): Enterococchi intestinali ed Escherichia coli. I controlli vengono intensificati quando il risultato ottenuto non è conforme ai limiti imposti dalla normativa e contemporaneamente ARPACal informa il Comune competente dell’area interessata e il Ministero della Salute. I dati vengono inviati entro 48 h dal campionamento al Ministero della Salute che li pubblica on-line sul sito “Portale Acque di Balneazione”. Inoltre, a fine campagna di monitoraggio, vengono elaborati statisticamente i risultati degli ultimi quattro anni d’indagine e le acque vengono classificate annualmente in eccellenti, buone, sufficienti e scarse in base al punteggio ottenuto. Le acque classificate “scarse” sono quelle su cui grava il divieto di balneazione.
Restringere il controllo delle acque destinate alla balneazione alle foci dei fiumi, quindi, non è “Monitoraggio Ambientale”, non ne ha valenza scientifica né statistica, ma al contrario, inficia il dato reale rappresentativo dell’area .Estendere una criticità verificata dal dato analitico (foce del fiume inquinato) che, tra l’altro la normativa vigente indica come area non balneabile, al giudizio negativo di Kilometri di costa che godono di acque cristalline e pulite è delittuoso tanto quanto inquinarle.
Inoltre è da specificare che le normative nazionali recepiscono direttive europee con un imperativo categorico comune cioè “la rigidità” del dato prodotto ed inviato. Rigore che si applica a 360°, dal calendario dei campionamenti (inviato al Ministero entro il 30 marzo di ogni anno), all’applicazione dei metodi analitici imposti dalla normativa, al periodo che intercorre dal campionamento alla trasmissione dei dati sul” Portale Acque “(48 ore), alla comunicazione del dato sfavorevole ai Sindaci che hanno l’obbligo di emanare ordinanze per i divieti temporanei di balneazione.