Roseto Capo Spulico-30/10/2012:Paziente colto da infarto acuto viene restituito alla vita
Roseto Capo Spulico:30/10/2012
Paziente colto da infarto acuto viene restituito alla vita. E’accaduto martedì mattina,30 ottobre, che D.D. del 1951, 63enne,originario di Oriolo e residente nel comune di Roseto Capo Spulico, intorno alle ore 10,51 accusava dolori acuti al petto che si irradiavano per tutto l’addome e lungo gli arti superiori con iper sudorazione. I familiari hanno subito allertato il servizio 118 di Trebisacce che immediatamente si è portato sul posto con l’ambulanza, nelle immediate vicinanze della caserma dei Carabinieri di Roseto Capo Spulico. Il medico ha subito capito che si trattava di un infarto acuto del miocardio . Diagnosi subito confermata attraverso un elettrocardiogramma tele trasmesso all’Utic di Cosenza. D’obbligo per il medico attivarsi con il protocollo per lenire i forti dolori che accusava il paziente,ma nel contempo il team del 118 ha pensato giustamente di chiamare l’elisoccorso che immediatamente è giunto sul posto. Con il provvidenziale intervento dell’elisoccorso il paziente è stato trasferito presso l’Utic di Cosenza, il cui personale sanitario era già pronto ad accogliere il paziente. Sottoposto ad intervento di angioplastica d’urgenza, viene riferito, che al risveglio il paziente non aveva avuto neppure il tempo di rendersi conto dell’intervento salva vita. Il tutto si è consumato, infatti, nel giro di due ore. Dopo circa un’ora dalla brillante conclusione dell’evento sanitario sono arrivati al Pet di Trebisacce persino i complimenti della centrale operativa del 118. Un caso di buona sanità che arriva come notizia da una periferia che lamenta tagli al personale e mancanza di servizi di emergenza e di Utic. Il servizio di trasferimento tramite ambulanza è quanto rimane sostanzialmente dell’ex ospedale “G. Chidichimo” di Trebisacce. Ciò che i cittadini si augurano è che la Pet di Trebisacce possa continuare a registrare un intervento alla volta, perché con due interventi in contemporanea mancherebbe il personale e l’ambulanza medicalizzata. In questo caso la periferia sarebbe costretta a non poter parlare di buona sanità come in questo caso.
Franco Lofrano