Napoli-10/12/2012:Il Regno di Napoli e il Marchesato di Oriolo.(relazione di Osvaldo Pugliese)

All’attenzione del

Sindaco di Napoli

Magistrato Luigi De Magistris

 

            In occasione della presentazione, a Napoli, del libro di Vincenzo Diego: “I gig1i recisi – Giuseppe Pignone principe di Alessandria Del Carretto, marchese di Oriolo e Sindaco di Napoli”

 

Anzitutto un caloroso saluto al Sindaco di Napoli, magistrato Luigi De Magistris,  Autorità di questa meravigliosa città, ricca di gloria e di avvenimenti storici, e un vivo ringraziamento alla cittadinanza tutta, formata da gente, generosa ospitale, accogliente, socievole. professionisti,
Tanti professionisti calabresi hanno frequentato l’Università degli Studi di Napoli e hanno avuto la possibilità di formarsi e di affermarsi e seguire il sentiero della vita in vari campi e settori, operando per il prossimo a beneficio di tutti; e anche tanti commercianti, nel periodo difficile della guerra, venivano qui a rifornirsi di beni indispensabili per la vita per soddisfare i bisogni dei propri concittadini.

Stretti e frequenti sono stati i rapporti fra Oriolo e Napoli, la città più importante e a noi più vicina e accessibile. Ed è gratificante ricordare che un nostro concittadino, Giuseppe Pignone, settimo principe di Alessandria del Carretto e nono marchese di Oriolo, fu Sindaco di Napoli dal 27 gennaio 1857 al 7 settembre 1860 e contribuì in modo determinante ad evitare morti e spargimento inutile di sangue, “lutti e rovine” e ad agevolare a Giuseppe Garibaldi, sia pure indirettamente, il suo percorso per l’unificazione dell’Italia.

Da tutto questo e per l’occasione della celebrazione del 150° anniversario della proclamazione dell’Unità d’Italia, è nata l’idea a Vincenzo Diego di riportare alla memoria degli anziani e alla conoscenza dei giovani pagine di storia dimenticate dai primi e non conosciute dai secondi, per ovviare al rischio di avere un popolo “senza radici e senza linfa vitale”.
Risveglio storico, quindi, circa gli eventi che portarono all’unificazione della nostra amata patria e rivelazioni di informazioni su una delle più famose famiglie del nostro passato. “Giuseppe Pignone del Carretto e la fine del regno borbonico” sottotitolo del titolo unificante “I gigli recisi”, frutto di accurate ricerche e di approfonditi studi storici e di interviste e consultazioni varie, costituisce un lavoro utile e importante e colma un vuoto venutosi a creare inavvertitamente nel tempo. “Le luci dell’immenso palazzo reale stavano per spegnersi. La clessidra della storia, per i Borboni stava per far cadere gli ultimi granelli del tempo”, come scrive il nostro giovane autore, non fu invano al suo compimento, perché, contemporaneamente, il sole, aspettato, sorgeva all’orizzonte, favorendo e illuminando l’unità della Nazione, la coesione, la fratellanza, con spontaneo, generoso, patriottico sacrificio di Napoli, già “Capitale”, e del Regno delle Due Sicilie, tanto fu apprezzata da Garibaldi questa generosa e intelligente decisione che ringraziò per iscritto il sindaco Giuseppe Pignone, manifestandogli la sua viva riconoscenza “pel modo veramente patriottico, con cui Ella ha adempiuto nel giorno 7 (settembre 1860) corrente, alla missione affidatale, insieme al comandante della Guardia Nazionale”. Lettera che Garibaldi ritenne di scrivere, perché Giuseppe Pignone, che aveva giurato fedeltà alla monarchia borbonica, per coerenza e perché “non era attaccato alla poltrona”, si era messo da parte “nell’ora della ricompensa e degli onori” e “concluse, poi, la sua vita terrena a Portici, il 24 giugno 1894, da libero cittadino italiano”. Il suo re Francesco II di Borbone, invece, resosi consapevole “degli intrighi e della sventura che stavano recidendo i gigli dello stemma del suo casato e che lo avrebbero detronizzato e travolto” a breve, anche per evitare lutti e rovine aveva già abbandonato la Capitale e si era rifugiato nella fortezza di Gaeta, “dove terminò, il 13 febbraio 1861, la dinastia borbonica e si ebbe il compimento dell’Italia Unita”.

Con linguaggio figurato, l’autore intitola il suo libro: “I gig1i recisi” unificando, nell’immagine, la dinastia dei Borboni con lo stemma della famiglia contenente appunto tre gigli, e lo dedica alle sue due figlie: Giorgia e Alessandra, due gigli anch’esse, che con il loro amore e tanta tenerezza, circondate dall’affetto e con la guida di mamma Pasqualina, lo sostengono e lo inducono a operare nella cultura e per la società.

Questo libro ha il merito di aver dato l’anelito di far rinverdire ricordi del passato e di far rivivere i rapporti di quattro secoli addietro fra Oriolo, Alessandria del Carretto, fondata nel 1633 da Alessandro Pignone del Carretto, terzo marchese di Oriolo, Montegiordano e la Capitale del Regno, la bella e famosa città di Napoli;  terra di storia e di cultura e che ha dato i natali ad artisti, poeti, scrittori, filosofi, attori comici e drammatici di fama mondiale.

L’importanza e l’attualità dell’argomento ha suscitato l’interesse di storici come il prof. Vincenzo Toscani, autore anche di una ricerca su “I Sacerdoti di Oriolo dal 1700 a oggi” che arricchisce la storia di Oriolo, di accademici, come Vincenzo Napolillo, autore tra l’altro, della storia di Cosenza, apprezzata con grande riconoscenza, prefatore dell’opera di Vincenzo Diego, esprimendo condivisione, apprezzamenti e compiacimento. Notiamo con piacere la partecipazione  a questo storico incontro anche di una cittadina del Comune di Alessandria del Carretto, la professoressa Pina Basile, che svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Salerno e che, tra l’altro, ha pubblicato: “La storia di Oriolo di Giorgio Toscano, manoscritto del XVII secolo”.

Termino, augurando a Vincenzo Diego, autore del libro che oggi abbiamo il piacere di presentare, di continuare a fare ricerche fruttuose e di farci conoscere con le sue osservazioni notizie inedite, e auspicando che il Sindaco di Napoli (che certamente ha nel cuore la Calabria per avervi soggiornato per nove anni) e i Sindaci dei Comuni di Alessandria del Carretto, Montegiordano, Oriolo, Castroregio e Farneta (antico marchesato di Oriolo) vaglino l’opportunità di un eventuale gemellaggio.

10 dicembre 2012

Osvaldo Pugliese ,

Via Roma

87075 Oriolo (CS)