Trebisacce-24/12/2012:MONTI E LA DERIVA DEMOCRATICA DELL’ITALIA (di Gianni Mazzei)
E’ mortificante
leggere oggi sui due maggiori quotidiani italiani “La Repubblica” a
firma di Massimo Giannini e “Corriere della Sera” a firma di Massimo
Franco, elogi senza riserva sulla svolta che il prof. Monti porterebbe
all’Italia futura.
Mortificante e pericoloso, dato che i quotidiani
citati rappresentano, a livello progressista, quanto di meglio c’è nel
nostro paese.
Quali i punti che, a mio modesto avviso, sono pericolosi?
Li divido in due categorie, una teorica e l’altra concreta,
naturalmente intrinsecamente e funzionalmente, legati tra loro.
a) lo
smantellamento dei partiti,della loro ideologia:
Monti si presenta con
un’agenda ( per altro di entità modesta sia nell’impostazione che nei
vari ambiti) che deve sostituire le idealità dei partiti, con il
rischio concreto di basarsi non su un programma che sia un’
interpretazione e una visione del mondo, ma degli appunti,quasi un
compitino, dato da uno dei tanti professori della Bocconi.
Con il
risultato assurdo e pericoloso di
A 1 non esistono più i partiti, per
come la nostra Costituzione prevede, in base all’art.49, ma uomini-
partiti.
A2 non esiste più la volontà del popolo sovrano che stabilisce
quale coalizione deve andare al Parlamento per legiferare in suo nome:
esiste un individuo che si considera super partes ,non entra nella
lotta politica, non viene giudicato dal popolo e assume,ad elezioni
avvenute, la guida del paese.
Questa è una chiara involuzione
democratica, con deriva autoritaria!
b) il concetto di “statista” che
Monti si cuce come blasone solo per aver citato De Gasperi è lungi dall’
idea che il premier uscente ne ha.
“Statista” è chi sa guardare i
problemi della nazione, nella sua totalità, che non pensa agli
interessi personali e della propria appartenenza politica, che sa
identificarsi col popolo, dando fiducia, speranza ed idealità.
I fatti
sconfessano clamorosamente Monti sia per come ha agito sia per quella
mentalità di spocchiosa superiorità ,sia per sentirsi talmente l’unto
del Signore da sfuggire, con rischio sull’andamento democratico,
persino alla valutazione del popolo e autoinvestirsi di capo del
governo ricordando qualcuno che disse, mettendosi la corona in testa”
Dio me l’ha data, guai a chi me la tocca”! Ma,quantomeno, Napoleone se
l’era conquistata nei vari campi di battaglie europei, Monti l’ha
conquistata dove?
c) aspetto concreto.
Chi legge l’agenda riscontra
solo un assestamento burocratico e a favore delle banche iniziato dal
suo governo, con una maggioranza che obtorto collo lo appoggiava e che
Monti non ha voluto o saputo sfruttare per quelle riforme per il quale
era stato chiamato, a mio avviso inopportunamente e con forzatura anche
costituzionale( vedasi la sua nomina a senatore a vita, non suffragata
da quei meriti “altissimi” di cui parla l’art. 59) dal presidente della
Repubblica.
Se l’Italia vuole avere un futuro deve evitare, anche se
per motivazioni, diverse sia Berlusconi che Monti e lo stesso Bersani
se pensa quest’ultimo di potersi alleare in seguito( e in che modo?
Una diarchia?) con Monti.
Se le cose stanno così, penso che o Grillo o
Ingoia restano solo possibili alternative.
Gianni mazzei
trebisacce