Montegiordano-30/12/2012:MONTEGIOTRDANO PIANGE UN ALTRO FIGLIO ILLUSTRE IL GIUDICE DANTE FIORDALISI
MONTEGIOTRDANO PIANGE UN ALTRO FIGLIO ILLUSTRE IL GIUDICE DANTE FIORDALISI
Il 3.1.2013 è il trigesimo della scomparsa del Dott. Dante Fiordalisi, Magistrato. Era nato il 31.5.1919 in un’onesta famiglia numerosa di Montegiordano. Il padre Francesco prima della guerra era emigrato in Argentina; tornato in Italia dopo aver sposato Suriano Albina di Rotondella, con la quale ha avuto 7 figli, cinque maschi e due femmine. L’ultimo dei figli maschi, Dante, conseguì il diploma magistrale e poi la maturità classica al liceo B. Telesio di Cosenza. Partì militare quale “Soldato universitario” presso il III reggimento carrista 3^ compagnia A.S. di Bologna; nelle concitate fasi di quegli anni, affrontò varie situazioni critiche, rischiando la vita: fu sparato da un aereo che lo aveva preso di mira, durante un’operazione; la mitragliatrice area lo mancò per miracolo, perché riuscì a lanciarsi in una profonda scarpata. Al termine della guerra tornò a piedi da Roma a Montegiordano, impiegando ben 15 giorni e fronteggiò con successo un ufficiale tedesco che gli aveva puntato la pistola contro e stava per ucciderlo. La madre, in ansia, aveva fatto un voto, pregando affinché i propri cinque figli maschi, partiti alle armi in quegli anni di guerra, rientrassero; grande fu la gioia dei genitori e delle due sorelle nel vedere ad uno ad uno i suoi figli ritornare sani e salvi alla casa paterna. Il fratello maggiore, Giuseppe era partito quale sergente presso il 48^ Regg. Fanteria di Bari, il secondo Giovanni quale artigliere presso la Scuola Allievi Ufficiali di Complemento 6^ Batteria di Nocera Inferiore; il terzo Antonio quale Tenente presso la Divisione Corazzata – GG. FF. – P.M. 136; il quarto Carmelo, quale Milite, presso la Milizia Nazionale della Strada di Cosenza. Con impegno e tenacia, Dante, dopo la seconda guerra mondiale si laureò in giurisprudenza superando a pieni voti l’esame di diritto penale sostenuto proprio col Prof. Aldo Moro. Superò gli esami scritti ed orali del concorso in magistratura, che vinse con ottima valutazione.Fu nominato Pretore a Rutigliano in provincia di Bari, poi Giudice al Tribunale di Rossano Calabro e di Cosenza dove si impegnò in importanti processi di Corte di Assise; si trasferì quindi al Tribunale di Roma dove a fianco del prestigioso Presidente Giallombardo, fece il processo noto per il coinvolgimento del “Ministro Trabucchi”, uno dei primi scandali della Repubblica e fu l’estensore della voluminosa sentenza, che fu molto apprezzata in punto di diritto. Aveva doti umane che lo portarono coraggiosamente a prendere una tormentata decisione, che con orgoglio poi ha sempre ricordato: la necessità di interpretare le leggi, che negli anni sessanta presentavano non poche lacune, con un senso di sostanziale umanità; così concesse ad un pericoloso detenuto di vedere la madre, facendolo accompagnare a casa dai Carabinieri, proprio il giorno prima che questa morisse. Ne seguirono delle polemiche, perché la legislazione in quel momento, per la situazione specifica, non avrebbe consentito quella decisione. Il grande dibattito che ne seguì sulla stampa nazionale, permise poi l’adozione di nuove disposizioni normative, che migliorarono in senso più umanitario il regime carcerario. Promosso Consigliere di Corte di Appello si trasferì a Bari, città nella quale aveva svolto i suoi studi universitari. In tutti gli anni 80 è stato il Presidente della Prima Sezione Penale della Corte di Appello di Bari, dove ha tenuto processi importanti e delicati, sempre stimato da tutti gli Avvocati e dai Colleghi Magistrati. E’ andato in congedo col grado di Presidente Aggiunto On. Della Corte Suprema di Cassazione. Per il suo lungo impegno, la sua serietà e dedizione al lavoro è stato insignito dal Capo dello Stato dell’onorificenza di Grande Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana. Di forte tempra e carattere, Dante Fiordalisi, si è spento serenamente all’età di 93 anni, circondato dall’affetto della sua famiglia: il trenta dicembre con la moglie Paola, che lo ha amorevolmente assistito, avrebbe compiuto, 58 anni di matrimonio. Fortemente legato al suo paese è sepolto nella cappella di famiglia a Montegiordano. Due dei suoi quattro figli hanno seguito il suo impegno nella Magistratura: Alba, nel Tribunale penale e nel Tribunale per i Minorenni di Roma e Domenico, Pubblico Ministero in Calabria e poi Procuratore Capo in Sardegna. La “Famiglia Calabrese” a Bari, presieduta dal nipote Prof. Franco Fiordalisi, l’anno scorso l’aveva festeggiato con grande partecipazione ed affetto.
30 DICEMBRE 2012. ALESSANDRO ALFANO