AMENDOLARA. TRAGICA IMMERSIONE NELLE ACQUE AMENDOLARESE. PERDE LA VITA UN GIOVANE SUB DI NOVA SIRI (Matera) DI 37 ANNI PASQUALE BARNABA’.

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AMENDOLARA.

TRAGICA  IMMERSIONE NELLE ACQUE   AMENDOLARESE.  PERDE LA VITA UN GIOVANE SUB DI NOVA SIRI (Matera) DI 37 ANNI  PASQUALE BARNABA’.

La passione per la pesca subacquea è costata la vita al 37enne Pasquale Barnabà di Nova Siri (Matera) che di professione faceva il tecnico installatore. Un hobby coltivato sin da ragazzino che gli regalava profonde emozioni, e là dove si svolgeva una gara di pesca, c’era lui. Personalmente l’ho conosciuto in occasione delle varie edizioni del memorial di pesca “Lucio Fiordalisi” di Montegiordano. Un appuntamento imperdibile per il povero Pasquale dove ha sempre stravinto. Martedì scorso, intorno alle 13,30, come spesso faceva, dopo aver salutato la moglie e i due figlioletti di due e sei anni, con il suo modestissimo gommone, equipaggiato di ogni tipo di attrezzatura, lo carica sulla sua auto e si dirige verso Roseto Capo Spulico. Qui, nei pressi del piazzale del lido “Sole Luna”, dove c’è uno scivolo, ferma la sua auto, e  intorno alle 14, si cala in mare e si porta nello specchio d’acqua del comune di Amendolara dove si trova un impianto sperimentale di acquacoltura della ditta Mittica, costruito per allevamento di pesci, molluschi e crostacei marini. A quanto pare, mai entrato in funzione per una serie di mancate autorizzazioni, pur avendo allocato in quel punto una serie di gabbie di ferro. Un luogo non molto distante dalla famosa secca, isola di Ogigia, decantata da Omero nell’Odissea, dove Pasquale, forte della sua esperienza, spesso si recava e dove hanno perso la vita negli ultimi vent’anni ben quattro persone. Questa volta, secondo una ricostruzione dell’accaduto, pare non sia andato alla “Secca”. Intorno alle ore 22, i familiari, non vedendolo rientrare, hanno allertato la Capitaneria di Corigliano Calabro, diretta dal comandante, capitano di fregata (CP), Antonio D’Amore, che immediatamente ha fatto scattare le operazioni di ricerca e soccorso che hanno visto impegnate tre unità navali della Guardia Costiera, due elicotteri, uno della Capitaneria e l’altro della Polizia di Stato, specializzati nella ricerca e soccorso di persone scomparse in mare anche di notte, tre pattuglie, una motovedetta della Guardia di Fiananza, il nucleo sommozzatori dei Vigili del Fuoco con mezzo nautico, un peschereccio in transito in zona e mezzi da diporto di locali diving.  “Le ricerche, svolte sotto il coordinamento della Centrale Operativa della direzione marittima di Reggio Calabria, diretta dal capitano di fregata Cesare Cama. -come riferisce il comunicato stampa della Capitaneria- sono state rese particolarmente difficili dal buio delle ore notturne e dal fatto che la persona era scomparsa lasciando in superficie ormeggiato ad una boia un gommone di soli due metri ed in immergendosi in apnea su fondali di oltre 25 metri”. Il ritrovamento del gommone con all’interno un borsone contenente gli indumenti personali ed il cellulare, ha fatto subito affievolire le speranze di trovarlo in vita.   Infatti, nel pomeriggio del primo maggio, intorno alle 14,25, è stato ritrovato dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria, adagiato sul fondo fangoso, il corpo del povero subacqueo. Trasportato a riva per gli accertamenti da parte del medico legale, dottor Settembrini, che ha ispezionato il corpo, pare senza trovare segni particolari, Il sostituto procuratore della Repubblica di Castrovillari, Francesco Santosuosso, ha disposto il trasporto del corpo presso l’obitorio di Trebisacce dove verrà eseguita, presumibilmente nella giornata di domani, l’autopsia  per risalire alle cause della morte.

2 maggio 2013.                                                                ALESSANDRO ALFANO

                                                                                              corigliano@calabriaora.it