Trebisacce-23/08/2013:L’inchiesta de “L’Espresso” finalmente ci rende chiara ogni cosa e ci illustra i, non tanti misteriosi poi, “affari di fuoco”.
L’inchiesta condotta da Fabrizio Gatti e pubblicata sull’ultimo
numero de L’Espresso in merito all’utilizzo dei canadair ai
loro costi ed utilità riporta alla ribalta quanto da me osservato e
denunciato qualche tempo fa, trovando per la verità poco ascolto e
tante incomprensioni sia fra le cosiddette “autorità” e sia fra gli
stessi sindacati (tranne lodevoli eccezioni).
È quanto afferma Mimmo Bevacqua vice presidente della Provincia di cs e
fondatore del movimento politico culturale Zonadem.
L’inchiesta de “L’Espresso” finalmente ci rende chiara ogni cosa
e ci illustra i, non tanti misteriosi poi, “affari di fuoco”.
Solo per riprendere qualche dato del “grande affare”: 200 milioni
all’anno di risorse, in qualche modo sprecate; migliaia di euro per
ogni ora di volo di un canadair; 40 milioni per l’acquisto di un solo
mezzo aereo; altri milioni per il liquido estinguente e ritardante.
Per che cosa? Per nulla! Solo sperpero di denaro pubblico. E gli
incendi avanzano.
Nell’inchiesta, il tenente colonnello Giovanni Battista Molinaro
afferma chiaramente: “Buttare acqua dal cielo con i canadair serve
soprattutto a spendere una valanga di soldi”.
Come dicono coloro che nella montagna e sulla montagna ci vivono, gli
incendi si combattono a terra, con la prevenzione, la cura ed, io
direi anche, con l’amore per la montagna.
Eppure, come si dice sempre nell’inchiesta, basterebbero molti meno
quattrini per una seria opera di prevenzione; basterebbero molto meno
risorse per favorire l’associazionismo ed occupare temporaneamente
anche giovani volenterosi; magari utilizzando i “Contratti di
responsabilità sociale e territoriale” già sperimentati anni fa
sull’Aspromonte, e non a caso ostacolati dall’industria degli incendi
ed anche dalla criminalità organizzata.
I “famosi e storici” operai forestali calabresi, che hanno svolto un
ruolo importante in tale contesto per essere poi quasi
criminalizzati, andrebbero senz’altro rivalutati per il lavoro
svolto. Senza con ciò voler nascondere abusi ed esagerazioni che
avevano portato a parlare “dell’esercito dei forestali”
e del loro utilizzo persino per la pulizia delle spiagge ….. Ma la
colpa sicuramente non può essere imputata agli operai ma ad una certa
classe dirigente incapace di programmare e di esprimere autorevolezza
nei confronti del governo centrale che ha portato alla distruzione del
comparto della forestazione.
Il Presidente Letta, nei giorni scorsi, ha annunciato la vendita di
tre costosi jet per reperire risorse in favore della lotta agli
incendi. Ma io mi permetto di dire che ciò non basta.
L’impegno è più gravoso. Innanzi tutto, bisogna fare ogni sforzo per
riportare gli uomini sulla montagna e per rendere la vita “facile” a
quei “pochi e coraggiosi” che ancora vi risiedono, sfidando pregiudizi
e tante difficoltà. Chiudere una scuola in montagna significa favorire
gli incendi; chiudere gli ospedali, le poste, ridurre le linee di
trasporto significa favorire gli incendi.
E dopo gli incendi: le frane, i dissesti, le alluvioni, una’altra
Sibari devastata e annichilita dalle acque.
Zonadem su questi temi non rimarrà certamente insensibile, promuovendo
nei prossimi mesi occasioni di dibattito e confronto, senza timori o
preoccupazione alcuna, invitando fin d’ora la giunta regionale e
il suo presidente, almeno, a far conoscere ai propri uffici che cosa è
Calabria Verde. …. Per evitare una seconda brutta figura come
quella registrata con il giornalista de “L’Espresso