Trebisacce-07/09/2013:GLI ORGANI COLLEGIALI (di Pino Cozzo)
GLI ORGANI COLLEGIALI
Di Pino Cozzo
Gli Organi Collegiali sono stati introdotti, ai vari livelli, con il D.P.R. 416/1974 ed hanno rappresentato un cambiamento di rotta nella scuola verso una nuova riorganizzazione, che fosse basata sulla partecipazione attiva e democratica dei genitori, e, nella scuola superiore, anche degli alunni. Lo scopo è stato quello di coinvolgere le famiglie nella gestione delle attività scolastiche, per stabilire una comunità che interagisse e prendesse decisioni condivise. I Decreti delegati rappresentano la chiave di volta del passaggio da una società scolastica chiusa ed auto-referenziale, rigida nel sistema decisionale, ad una scuola aperta al territorio, capace di recepire contributi e proposte da parte delle famiglie e del territorio. Il Collegio dei Docenti cura la programmazione educativa e didattica della scuola e individua ogni strategia idonea e volta a favorire e incentivare il coordinamento interdisciplinare, nel rispetto e in nome della libertà di insegnamento, garantita ad ogni docente, e formula proposte al Dirigente Scolastico per la formazione e la composizione della classi, l’assegnazione ad esse dei docenti, la formulazione dell’orario di servizio e di ogni altra attività, sulla base dei criteri forniti dal Consiglio di Istituto o di Circolo. Il Collegio dei Docenti delibera sulla suddivisione dell’anno scolastico in periodi che ritiene più funzionali alla didattica, più efficaci all’apprendimento, in relazione al contesto; valuta periodicamente l’andamento dell’azione didattica, per verificarne l’efficacia e la ricaduta sul piano dell’acquisizione di competenze, in relazione agli obiettivi prefissati, apportando, ove necessario, opportune modifiche per il miglioramento dell’attività didattica. Il Collegio dei Docenti provvede alla ratifica dell’adozione dei libri di testo, sentiti i Consigli di Classe o di interclasse e le relazioni dei singoli docenti interessati delle varie discipline; elegge i suoi rappresentanti nel Consiglio di Istituto o di Circolo e i componenti del Comitato di valutazione del personale docente. Al Consiglio di Istituto o di Circolo spetta anche l’indicazione dei criteri generali relativi alla formazione della classi, assegnazione dei docenti ad esse, adattamenti di orario. La Giunta esecutiva predispone il bilancio preventivo ed il conto consuntivo; prepara i lavori del Consiglio di Istituto, che può comunque agire autonomamente, e cura l’esecuzione delle delibere. I Consigli di interclasse, di classe o di intersezione sono presieduti dal Dirigente Scolastico o da un docente appartenente alla classe, delegato dal DS. Essi svolgono funzioni di programmazione, valutazione e sperimentazione, tengono le riunioni in orario non coincidente con le lezioni, hanno il compito di formulare al Collegio dei Docenti proposte in ordine all’azione educativa e didattica. Le funzioni di segretario sono affidate dal DS ad uno dei docenti facenti parte del Consiglio. Il coordinamento didattico spetta al Consiglio di interclasse o intersezione, con la sola presenza dei docenti, così come nelle scuole di istruzione secondaria, le competenze relative alla valutazione periodica e finale degli alunni spettano al Consiglio di Classe, con la sola componente dei docenti. All’interno dei Consigli di Classe, vengono nominati i rappresentanti dei genitori, nei consigli di interclasse o intersezione, dei genitori e degli alunni, nelle scuole secondarie di II grado. Il Consiglio di Istituto delibera, inoltre, sui contratti di sponsorizzazione, contratti di locazione di immobili, utilizzazione dei beni immobili e mobili della scuola, locali e servizi, convenzioni relative a prestazioni del personale per conto terzi; alienazione di beni prodotti durante attività scolastiche; contratti di prestazione d’opera con esperti esterni per attività o insegnamenti; partecipazione a progetti internazionali. La partecipazione dei genitori e degli alunni alla vita della scuola assume varie forme. In particolare, si può distinguere tra gli aspetti puramente istituzionali d’istituto e quelli di natura partecipativa, finalizzati all’elaborazione del Piano dell’Offerta Formativa e alla sua realizzazione. Gli interessi in gioco sono quelli di una partecipazione non solo all’istruzione degli allievi, ma anche e forse soprattutto alla formazione della loro personalità, valorizzando la famiglia quale primaria agenzia formativa e risorsa, che collabora volontariamente ad attività educative della scuola. In quest’ottica, alunni e genitori possono richiedere la convocazione di riunioni, che possono articolarsi in assemblee di sezione, classe o istituto, da tenersi al di fuori dell’orario scolastico delle lezioni. Tali rapporti tra scuola, famiglia e alunni segnano un ribaltamento nel tradizionale ruolo rivestito da genitori e allievi, che passano da meri spettatori dell’azione educativa e titolari di partecipazione marginale alla vita della scuola ad attori e promotori di un processo formativo più completo e significativo, che contempla tematiche più complesse e articolate e rappresenta il frutto di una cooperazione tesa al raggiungimento di traguardi conoscitivi e di abilità professionali che possano portare a traguardi importanti nel futuro delle giovani generazioni.