San Basile-06/11/2013:”Io non conoscevo Padre Pio”,il racconto di Pietro Bellizzi
San Basile: 06/11/2013
“Io non conoscevo Padre Pio. La prima volta, circa dieci anni fa, me ne parlò mia madre. Non avvertii alcuna sensazione e né emozione particolare, soltanto semplice curiosità”. E’ così che inizia il racconto sull’incontro con Padre Pio di Pietro Bellizzi del 1966, imprenditore edile (in società con il fratello Gianfranco) nel comune di Mazzano (Brescia) ormai da anni e originario di San Basile. E proprio nella casa di famiglia in San Basile che accadde qualcosa di insolito, racconta in modo composto e serioso Pietro. Ero nella mia stanza da letto, che condividevo con mio fratello, e stavo dormendo. All’improvviso mi svegliai perché avvertii un profumo intenso di fiori, un misto di rose e di violette, e vidi un frate anziano entrare nella mia stanza. Ero sorpreso e agitato. Non riuscivo a spiegarmi neppure il perché la porta d’ingresso fosse aperta. Cercai di chiamare mio fratello, ma le parole non uscivano fuori, ero come paralizzato. Il frate si avvicinò al letto e con dei gesti mi rassicurò, quasi volesse dire:<<Che motivo hai di agitarti? Stai calmo e continua a dormire. E sorrise>>. Subito dopo guadagnò l’uscita e io rimasi immobile. Al mattino raccontai a mia madre della insolita visita notturna e lei volle conoscere qualche particolare sull’abbigliamento e figura del frate. <<Hai visto Padre Pio, in sogno..>> esclamò mia madre. Io però non avevo mai visto il Beato, neppure una sua foto e ne rimasi stupito. Passarono dei mesi da quel momento, ma capitò di decidere con la mia famiglia di recarmi a San Giovanni Rotondo a far visita al Santo. Intanto anche la moglie Rosita, in questi ultimi mesi, assaporò il magico momento del profumo di fiori che Pietro le aveva già da tempo descritto. Partimmo la mattina di buon ora-racconta Pietro, lucido nel pensiero e nel ricordo in direzione Foggia e in compagnia dell’attuale cognato Francesco Carbone e l’amico Enzo Pisani . Vi giungemmo in giornata e per nulla stanchi,nonostante i numerosi chilometri percorsi. Come da programma la Santa Messa, la visita alla famosa tomba e alla cella e il giro che fanno un po’ tutti i pellegrini. Mi sentivo sereno e invaso da una felicità indescrivibile. Guardai con attenzione anche i sandali del Santo piuttosto fuori misura, tanto erano grandi. Il fatto è che riconoscevo man mano sia il saio, il cordone, i sandali, l’immagine del Santo così come lo avevo incontrato quella notte a casa mia. Non lo avevo mai incontrato, è venuto a farmi visita e ora ero lì nel luogo sacro per rendermi conto che l’avevo già conosciuto… quella notte a San Basile. Sembra una favola, asserisce Pietro,ma noi sappiamo e percepiamo che è sincero. Qualche considerazione è d’obbligo. Gianfranco più piccolo di Pietro di sei anni, oggi nella Chiesa di Calvagese della Riviera (Brescia) assume spesso le funzioni di chierichetto alternandosi al gruppo di fedeli già collaudato e non ha vissuto questo momento magico. Il Beato ha privilegiato Pietro che raramente-racconta- si reca in chiesa,anche se la sua quotidiana preghiera non manca nella sua vita di lavoratore,padre e marito. E’ probabile che Padre Pio abbia inteso omaggiare l’allora giovane Pietro di un momento di Grazia e come se non bastasse il nostro amico oggi beneficia di quella serenità che è una conquista nella vita. Inoltre di tanto in tanto avverte quel tipico e soave profumo di fiori ed è come se San Pio fosse accanto a lui. E non è tutto ciò molto bello? Per Pietro è il voler testimoniare la presenza di Padre Pio nel suo cuore,per il credente è un fatto di fede,per l’ateo è una favola da raccontare in una serata uggiosa.
Franco Lofrano