Montegiordano-08/03/2014:GLI ANZIANI, UNA RISORSA ECONOMICA DA NON SPRECARE!
GLI ANZIANI, UNA RISORSA ECONOMICA DA NON SPRECARE!
Relazione tenuta dal dott. Antonio Farina al convegno: “POLITICHE AMMINISTRATIVE E LAVORO” che si è svolto a Montegiordano marina l’08 marzo 2014.
TABELLA DELLE PERSONE CHE HANNO UNA ETA’ COMPRESA TRA I 60 E100 ANNI A MONTEGIORDANO.
ETA’ MASCHI FEMMINE TOTALE
TRA I 60 ED I 70 ANNI 144 133 277
TRA I 70 E GLI 80 ANNI 104 147 251
TRA GLI 80 ED I 90 ANNI 84 117 201
TRA I 90 ED I 100 ANNI 14 21 35
TOTALE 345 418 764
Su di un totale di 1950 abitanti residenti a Montegiordano,le persone che superano i 60 anni sono 764 ( una diecina di loro attualmente dimorano nelle strutture “CASE RIPOSO”: di Rocca Imperiale, Oriolo e Roseto Capo Spulico). Complessivamente rappresentano il 39 % dell’intera popolazione.
Per conoscenza diretta di tutte le persone che sono inserite nella tabella, posso affermare quanto segue:
A) Le persone comprese tra i 60 ed i 70 anni non hanno grossi problemi. Infatti, tranne qualcuno che è affetto da non gravi patologie cardiache, da malattie metaboliche o di tipo ormonali, tutti godono buona salute. Sono persone autonome, efficienti e quasi tutte sono impegnate in attività lavorative sia nel settore pubblico e sia nel settore privato;
B) Le persone comprese tra i 70 e gli 80 anni manifestano qualche problema in più rispetto ai precedenti, ma tutto sommato, tranne in pochi casi che necessitano di assistenza, la vita che conducono è più o meno uguale alla classe precedente;.
C) Problemi gravi o gravissimi si riscontrano, invece, tra le persone comprese tra gli 80 ed i 100 anni, che sono 236 unità e rappresentano il 12% dell’intera popolazione. In questa fascia di età le patologie della senilità si fanno più evidenti e sono galoppanti. Le persone perdono le forze, la lucidità, l’efficienza e qualcuno anche l’autonomia. Per la maggior parte di loro è necessaria una continua assistenza. Per una serie di ragioni che non sto qui ad elencare, ma è facile da immaginare, oggi le famiglie affidano i loro cari a lavoratrici, prevalentemente straniere, qualificate come “badanti”, che hanno il compito di accudirli 24 ore su 24. A queste lavoratrici deve andare un grande ringraziamento per l’opera meritoria che svolgono. Tuttavia, ritengo che per gli anziani di oggi, e per quelli che diventeranno vecchi domani, necessita una politica sociale diversa da quella che attualmente viene praticata con Il “servizio badanti” che, a mio avviso, sta diventando una grossa piaga sociale per la collettività del nostro paese. Infatti, se da una parte si è risolto parzialmente il problema della sorveglianza dell’anziano, dall’altro, si stanno condannando i nostri vecchi alla completa solitudine della quale sono tremendamente ossessionati. Perciò, Per farli stare meglio e farli vivere più a lungo nel loro ambiente, senza creare loro grossi disagi, è necessario perseguire nuove strade che, secondo il mio modesto parere, essendo anche un esperto del settore, in quanto medico, necessitano di essere esplorate.
Si può agire a tre livelli:
A) realizzare centri di aggregazioni diurni (uno in paese ed uno in marina) per le persone autosufficienti;
B) praticare per coloro i quali non intendano frequentare i centri servizio a domicilio;
C) creare strutture ove le persone non autosufficienti possano essere seguite 24 ore su 24.
In merito al punto A, un servizio misto, costituito da privati e dall’Amministrazione comunale, potrebbe dar vita ad una buona soluzione tale da permettere agli anziani di vivere meglio. In pratica, l’Amministrazione comunale dovrebbe mettere a disposizione dei locali (scuole o quant’altro) attualmente chiusi, ed effettuare un servizio navetta due volte al giorno, da e per le case degli anziani che intendano usufruire dei servizi offerti dai centri. I privati, invece, attraverso la costituzione di una cooperativa di lavoratori, con personale specializzato e non, dovrà garantire tutti i servizi previsti nei centri anziani ( mensa, intrattenimento sociale, ecc).
Cosa ci guadagnano le persone della terza età con un servizio così organizzato? Facciamo un po’ di conti.
Costo annuale di una badante:
stipendio annuale € 600.00 X 12 mensilità € 7.200.00
tredicesima mensilità € 600.00
una mensilità per il TFR € 600.00
quattordici mensilità per contributi € 130 X 14 € 1.820.00
costo per vitto e alloggio, spesa media mensile € 300.0 X 12 € 3.600.00
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totale anno € 13.820.00
A questo costo annuale bisogna aggiungere il costo che la famiglia deve accollarsi per il mese di ferie che spetta alla badante, che in qualche modo necessita sostituire con un’altra lavoratrice, oppure il servizio dovrà essere svolto dai familiari. Inoltre, bisogna considerare che una badante ha diritto ad una giornata di riposo settimanale e ad un’ora di permesso giornaliero. Se si sommano le giornate feriali, le giornate di riposo settimanali e le ore di permesso che la badante ogni giorno deve usufruire per le sue piccole necessità, si raggiungono la bellezza di tre mesi all’anno in cui essa, pur non esercitando alcuna attività lavorativa, percepisce una retribuzione. In pratica lavora nove mesi all’anno e percepisce uno stipendio di 14 mensilità. In conclusione, al costo fisso per il lavoro svolto da una badante, alla solitudine a cui l’anziano viene confinato con questo sistema, alla perdita dei gusti, dei sapori e degli aromi in quanto una badante non è in grado di cucinare cibi tradizionali, per le famiglie si devono aggiungere tre mesi di disagio a cui in qualche devono fare fronte.
Cosa offre un centro sociale alle persone della terza età e alla comunità intera.
Vantaggi
1) Riduzione della spesa complessiva annuale a solo (€ 600.00 X 12 mensilità) € 7.200.00, più il costo del servizio navetta;
2) creazioni di posti di lavoro. Un lavoratore o una lavoratrice del nostro paese, che hanno impegni familiari, non possono esercitare la professione di badanti, ma sicuramente sarebbero disponibili a lavorare 5 o 6 ore al giorno;
3) ricchezza per il territorio. Attualmente gli stipendi percepiti dalle badanti vengono trasferiti nei loro paesi d’origine con il conseguente impoverimento del paese;
4) si eviterebbe la solitudine in quanto le persone si conoscono tutti e possono parlare tra loro del loro vissuto;
5) si possono consumare piatti dai gusti e sapori tradizionali;
6) si possono praticare attività motorie o altre attività ricreative che sicuramente farebbero bene alla mente ed al fisico.
In conclusione si può affermare che dalla comparazione dei due servizi, la soluzione migliore per un servizio più efficiente è quella fornita dai centri di aggregazione, la quale risulta sicuramente più vantaggioso per l’anziano e per la comunità.
In merito al punto B, la stessa cooperativa dovrebbe consegnare il pasto a mezzogiorno e la cena alla sera ed effettuare la pulizia della casa ed il cambio della biancheria.
Ben più complesso sarà la organizzazione del servizio riguardante il punto C, ma con la buona volontà tutto si può fare. Bisogna credere ed essere decisi nelle cose che si vogliono realizzare!