Calabria-03/10/2014:PD Calabria: nuovo che avanza, vecchio telefona (di Michele Di Salvo)
PD Calabria: nuovo che avanza, vecchio telefona
“Nuovo che avanza, vecchio telefona…”. È il titolo di uno storico monologo di Paolo Rossi, ai tempi di Mani Pulite. Il nuovo che avanzava era Silvio Berlusconi, e il “vecchio che telefonava” era Bettino Craxi da Hamamet.
Con i dovuti accorgimenti, soprattutto proporzionali sulle dimensioni e la caratura dei personaggi, quel titolo oggi ben rappresenta molte delle occasioni in cui “giovani candidati alle primarie” dimostrano ben poco di nuovo, e un pelo sullo stomaco degno di politici navigati e d’altri tempi, quasi disposti a tutto pur di “arrivare”. Non è una buona notizia per i tanti giovani che sperano, che si impegnano e ci credono, in un rinnovamento autentico sia della classe dirigente, che, soprattutto, del modo di fare politica. Non si tratta del solito essere “duri e puri”, perché fare politica è mediare, cercare intese, e incontrarsi a metà strada. Ma da questo a chiedere voti alle primarie a chiunque e ovunque, e offrire qualsiasi cosa in cambio, francamente, ne passa.
Il Fatto Quotidiano ha parlato delle primarie calabresi citando l’accordo-aiuto che Verdini e Gentile starebbero dando al giovane sindaco di Pizzo Calabro, candidato renziano alle primarie per la presidenza della Regione Calabria. Certamente il primo commento che viene in mente guardando il profilo politico e amministrativo del candidato renziano in Calabria è che “il ragazzo promette bene”.
Di Renzi ha tutto, giovane, dinamico, prima assessore in provincia (a Vibo Valentia) poi sindaco. Il prototipo delle orme del premier, cui ha “rubato” anche lo slogan (Adesso!) e parole d’ordine come “rottamazione”. Sulle orme della campagna renziana, il giovane Callipo ha costruito la sua dimensione politica localissima e punta oggi alla presidenza della Regione, appoggiato come non mai da Roma tanto che per lui si è spesa la stessa Debora Serracchiani.
La sua campagna elettorale ripete slogan di merito e capacità e buon governo, ma si guarda bene il sindaco di Pizzo dal rispondere a qualsiasi domanda nel merito della sua esperienza di assessore provinciale e di sindaco.
Mentre Callipo parla di “bilancio modello”, i consiglieri comunali di opposizione chiedono addirittura il dissesto finanziario del comune di Pizzo Calabro, e non con comunicati stampa, ma come risulta da atti formali dell’approvazione rendiconto 2013, mentre ad oggi il bilancio di previsione – come rilevato dalla prefettura – non è stato ancora approvato: scatta l’ultimatum, trenta giorni per provvedere, altrimenti scatterà il commissariamento. Questione che non riguarderà più il giovane Callipo, che se passerà le primarie si dimetterà da sindaco lasciando la patata bollente ad altri.
Nella sua qualità di Assessore Provinciale è sottoposto a procedimento penale con le accuse di concorso in peculato, abuso di ufficio e falso ideologico. L’accusa è dovuta per l’indebito utilizzo da parte dei gruppi consiliari della provincia di fondi destinati ad altre finalità. Basti pensare che sono stati concessi alla disponibilità dei gruppi consiliari anche fondi che erano stati destinati alle vittime del racket. A conclusione del procedimento di dichiarazione del dissesto, Callipo in quanto assessore provinciale, potrebbe essere dichiarato addirittura incandidabile. Ove mai dovesse essere eletto Presidente della Regione si dovrà procedere alla decadenza ed allo scioglimento anticipato del Consiglio Regionale. Insomma ci sarebbe il replay del film visto con Scopelliti.
Domenica 28 settembre si è votato per la elezione dei nuovi organismi dell’Amministrazione Provinciale. Il candidato alla Presidenza Andrea Niglia, Sindaco di Briatico, è sostenuto da una intesa tra l’area renziana del PD e i sindaci del centrodestra. A stipulare il patto Gianluca Callipo e l’Assessore Regionale al Lavoro Nazareno Salerno, un fidatissimo del Presidente Giuseppe Scopelliti, sospeso dalla carica per condanna penale inflitta dal Tribunale di Reggio Calabria.
La notizia ripresa dal FattoQuotidiano va anche oltre. Oltre un semplice accordo locale per il quale, se confermato, la provincia di Vibo sarebbe stata consegnata da Callipo al Centrodestra, in cambio di voti utili alle primarie. Va anche oltre l’accordo con il sindaco ex-AN di Locri, che in maniera chiara ha dichiarato di votare per Callipo alle primarie, e centrodestra il 23 novembre (e invitato i suoi concittadini a fare ovviamente altrettanto).
Callipo sarebbe, secondo il giornale di Gomez e Travaglio, il “prezzo” per il rientro di Gentile in Forza Italia: il soccorso azzurro – come lo definisce il quotidiano – prevede che Gentile (quello che fece chiudere l’Ora della Calabria, rea di aver pubblicato la notizia che il figlio, Andrea, era indagato per consulenze nella sanità regionale) porti voti, molti, a giovane Callipo; a operazione conclusa positivamente Verdini faciliterebbe il suo rientro (con Viceconte e altri dieci) in Forza Italia.
Passino i grandangoli nelle foto di piazza e al chiuso. Passino anche le palesi violazioni “borderline” del regolamento delle primarie, quelle che prevedono un limite di 30mila euro di spesa, ma anche che non si possano fare manifesti, sponsorizzazioni sui social network, che non si possa fare pubblicità sui giornali… in questo il giovane Callipo è stato bravissimo: tutte le violazioni sono ascrivibili ad associazioni varie e comitati “spontanei”.
Passi anche la polemica sui sondaggi falsi, per i quali addirittura è stato diffidato da Piepoli: inaffidabili, non pubblici, scientificamente falsati, chiaramente parzializzati e manipolati. Passi tutto quanto già detto a proposito delle candidature alle primarie.
Passi la guerriglia tra sostenitori. In assenza di regolamenti unici, dettagliati, chiari, e di una consuetudine certa che faccia status, ci sono cose prevedibili, ma non sempre per i garanti che non sono preparatati alle primarie 2.0. Quello che non meritano davvero i sostenitori dei candidati “giovani” è che non ci si dia limite, alcuno, pur di vincere. Anche il rischio di inficiare e falsare un bel momento, utile, di partecipazione democratica e civile. Vincere così sarebbe decisamente peggio di quel monologo di Paolo Rossi, che suggerisco a tutti di andarsi a rivedere.
“Nuovo che avanza, vecchio telefona”… e in questo caso vota pure.
Michele Di Salvo