Rocca Imperiale-20/05/2015:Centenario della Prima Guerra Mondiale 1915 – 18
Centenario della Prima Guerra Mondiale 1915 – 18
Inaugurazione del monumento ai Caduti di Rocca Imperiale
Continuazione dei numeri precedenti del nostro mensile
Anche nei seguenti stralci dell’intervento della maestra Bardaro – Spanò [1] in occasione dell’inaugurazione del monumento ai Caduti di Rocca Imperiale i lettori riscontreranno i toni enfatici, forse ancora più accentuati, già rinvenuti negli altri interventi. Perciò anche per questi lettori, specialmente per i giovani di oggi, vale la raccomandazione di calarsi nell’atmosfera del tempo in cui furono espressi.
Nel contempo emerge la figura della Maestra di un tempo, e la immaginiamo, presa dall’entusiasmo per le gesta dei nostri Caduti, a trasmettere ai suoi alunni, oltre ai primi elementi del sapere, l’amor di patria di cui trabocca il suo cuore; vediamo cioè la Maestra, l’Educatrice nel senso stretto del termine, colei che si preoccupa anche e soprattutto di educare al buon comportamento morale e civile.
Stralci dell’intervento della maestra Bardaro Spanò
“… Dopo quella guerra ciclopica che seminò tanti lutti nel mondo, finalmente scoccò l’ora della vittoria … tutto il mondo civile non ha dimenticato i milioni di eroi, che ora nella polvere dormono il sonno della pace. Né quindi l’Italia poteva dimenticare i suoi 500 mila morti, né i cittadini di Rocca Imperiale potevano obliare i loro 21 Caduti! … Questo monumento è scuola non solo di guerra e di amor di patria, ma anche di cultura, di disciplina morale e civile. Questo monumento è per noi l’inno della patria che consacra ai suoi prodi l’entusiasmo, l’ammirazione, l’orgoglio che erompono dal cuore di tutto un popolo che sa di essere libero e forte. … E perché mai dunque, o signori, questi caduti sono così grandi? Quale amore li rese eroi? La risposta la vedo già sulle labbra di tutti: è l’amor di patria. Sì. la patria che è la terra dei nostri padri, la terra dove tutto ci parla delle loro virtù … la patria che è la terra delle culle, la terra delle tombe, sì, la patria è il cielo che splende su di noi, la casa che ha per noi tante soavi memorie. … Ah, come non ricordare non solo ai qui presenti, ma anche alle future generazioni i loro eroismi?
Sugli spalti del Trentino, sull’altopiano del Carso, sulle rive all’Isonzo, sul Montello, sul Grappa,…, sul Piave,… dovunque l’impeto dei nostri prodi infranse gli sforzi dell’offensiva nemica. …. Gloria agli Eroi della forte e patriottica Rocca Imperiale. … E difatti da Eroi sui campi di battaglia: Attadia Domenico, che meritò la medaglia d’argento, perché con animo ardimentoso traghettò il Piave il 30 ottobre 1918, e raggiunse, primo tra i primi, le posizioni avversarie catturando uomini e materiale. Ricordo pure i fratelli Vitale di Luigi che volontariamente lasciarono l’Argentina per offrire il loro braccio alla patria; i fratelli Donadio di Michele il primo dei quali, il 5 giugno 1917, conquistò una bandiera austriaca, Di Nuzzi Francesco, mentre recavasi in Albania, perì con tutto l’equipaggio della nave nelle acque del mediterraneo il 10 maggio 1917; Conforti Antonio, costruendo una trincea, venne mortalmente ferito da una bomba nemica l’8 gennaio 1918. Né dimentico Torchio Nicola, il quale, pieno di ardore e di fede, spense la sua valida esistenza sul S. Gabriele il 12 settembre 1917. Pace Ippolito, Vitale Francesco, Montagna Filippo ed altri i quali tutti diedero esempio di slancio e di ardimento …. Essi sono saliti alla gloria dell’immortalità. Potranno mutare eventi, persone, generazioni, ma finché il sole splenderà sui fasti umani, mai verrà meno l’onore di venerazione altissima e di gloria luminosa al sangue per la Patria versata.
… Gloria, sì, gloria a voi, soldati. Ora e sempre gloria! La gloria non muore, non muore la storia, non morrete voi!”.
L’inaugurazione del monumento trovò spazio sulla stampa nazionale. Nell’ Idea Nazionale un articolo dell’avvocato Domenico Oliveto[2], e nella Tribuna quello dell’ispettore Antonio Malvasi[3]. Del primo trascriviamo alcuni stralci dei suo articolo così pieni di entusiasmo e di amor patrio; non si tratta di contingente emotività ma di sincera commozione e partecipazione al dolore dei familiari dei Caduti.
Stralci dell’articolo dell’avv. Oliveto.
“ … Tutti i petti ansavano e fremevano; dei giovani reduci dalle armi, dei vecchi cui le note delle patrie canzoni rievocavano nelle menti le epopee garibaldine o le lotte per l’indipendenza, delle madri e della spose, vestite in gramaglie, che dalla celebrazione patriottica traevano motivo d’orgoglio per aver sacrificato all’Italia la persona dei loro affetti. … L’inaugurazione avvenne nel modo più solenne, sicché eterno sarà il ricordo in questi buoni calabresi, che come furono pronti all’appello della patria ed eroici in ogni azione di guerra, così vollero ieri, nell’onerare la loro caduta, inneggiare all‘ Italia vittoriosa, lanciando nello spazio le note dei
canti nazionali, da l’ ‘Inno a Trieste’ a quello di ‘Giovinezza, giovinezza’ … “
e dell’articolo dell’ispettore Malvasi
che ci dà soprattutto un resoconto dettagliato dello svolgimento della solenne cerimonia cui parteciparono “autorità civili e militari della Provincia …. Vanno loro incontro, con largo sventolio di bandiere, la banda musicale, le scuole elementari, il Consiglio comunale, la Sezione dell’Associazione Combattenti e una folla immensa di gente. Tutti applaudiscono festosi gl’illustri personaggi, che sono venuti ad onorare il nostro paesello, …. Una vera fiumana di popolo ha sempre assistito allo svolgimento della bella festa, nonostante che il sole dardeggiasse. … “
Dagli stessi interventi sappiamo che l’oratore ufficiale della manifestazione è stato il prof. Ernesto Spanò, su cui ci soffermeremo prossimamente.
[1] Rosaria Bardaro nacque a Castel Baronia (Caserta). Preceduta dai fratelli Domenico (sacerdote) e Luigi (postino), Rosaria, insegnante elementare, immigra in Rocca Imperiale e nel 1903, sposa, al’età di 27 anni, Olindo Spanò e alla morte di costui (1924) ne sposa il fratello Ottorino, entrambi ufficiali postali. Muore il 13 settembre del 1940.
[2] Domenico Oliveto nacque nel 1893. Avvocato, sposò Maria Di Leo da cui ebbe tre figli: v. il nostro Genealogie.
[3] Antonio Malvasi nacque nel 1895. Fu maestro, direttore didattico,ispettore scolastico e notaio. Era persona seria e molto riservata, di carattere piuttosto introverso, ma disponibile verso il prossimo. Morì nel 1989: v. il nostro Genealogie.