Trebisacce-20/05/2015:L’analisi componenziale ( di Pino Cozzo)

L’analisi componenziale

 

di Pino Cozzo

 

L’analisi componenziale è il metodo di scomposizione delle unità lessicali in tratti minimali oppositivi. Essa è fondata su un certo numero di ipotesi e fa capo a definizioni di significato lessicale per mezzo della combinazione di alcune unità semantiche, anch’esse ipotetiche. All’inizio, tante di queste definizioni sono adattabili alle stese parole, poiché non c’è niente di definitivo e di inconfutabile in questo campo così familiare, e, allo stesso tempo, così poco conosciuto come il senso. Ciò che rende molto fragile questo genere di descrizione semantica è il fatto che non si può essere sicuri della validità di una definizione componenziale, se non nella prospettiva di tutte le definizioni delle parole di una lingua, o, perlomeno, di un gran numero di tali definizioni. Ciò rappresenta un ostacolo per il ricercatore  che si cimenta con questo dominio, poiché egli è costretto ad iniziar con la scomposizione di alcune parole, ma non potrà valuta questi primi saggi, se non dopo aver fatto molte altre prove analoghe, anch’esse problematiche ed approssimative. L’A.C.  fornisce l’esplicitazione delle differenze tra le unità dello stesso livello, per mezzo dei tratti in cui si scompongono le unità lessicali. Dal punto di vista della “langue” ( in senso saussuriano) il contenuto di una parole s scompone in “semi”, cioè, elementi semantici oppositivi. Come dire, il senso di “langue” della parola è una combinazione di semi. La formula semica di una parola è necessariamente più povera delle nostre conoscenze sull’oggetto designato da questa parola. L’elaborazione dei semi presuppone un parlante “ideale”, un’astrazione rischiosa e piena di insidie. La pertinenza di certi tratti semici è soggetta a permanenti mutazioni e la loro validità per tutti i membri di una comunità linguistica è molto dubbia. I semi vengono a volte chiamati “atomi di significazione” e bisogna precisare che la proprietà d’essere analizzabile si riferisce a elementi o fattori logici, epistemologici e scientifici, e l’analisi può essere più o meno approfondita. I significati lessicali corrispondenti alle percezioni sensoriali non sono scomponibili in semi.  I significati lessicali formano un sistema, in cui ogni elemento ha una sua validità semantica e ricopre un ruolo all’interno del sistema comunicativo. I meriti dell’analisi componenziale si possono far risalire al fatto che abbia effettuato importanti osservazioni sulle proprietà formali dei sistemi lessicali, e l’aver utilizzato i risultati della ricerca tassonomica dei biologi, per la loro ricerca teorica. Se prendiamo in esame la definizione dell’unità concettuale che in italiano è espressa lessicalmente dalla parola “CANE”, la formula potrebbe essere la seguente: animale-vertebrato-mammifero-carnivoro-canide. Ad ogni tratto enunciato si oppone un livello diverso; così, ad animale, si oppone minerale o vegetale, a vertebrato, si oppone invertebrato, a carnivoro, si oppone erbivoro, a canide si oppone felide, e, infine, a cane lupo o sciacallo. In psicologia, si è dimostrato che linguaggio e pensiero non corrispondono; le unità lessicali sono abbreviazioni di concetti o di sistemi concettuali che entrano a loro volta nella formazione di nuovi concetti, in un processo dialettico infinito. Accettare la possibilità di dividere il senso per mezzo di unità minimali risolve alcuni problemi della complessità dell’analisial livello del significato, per mezzo della delimitazione di molti tipi di tratti minimali di significazione. Ogni forma linguistica si trova all’intersezione dei due assi, paradigmatico e sintagmatico, in rapporto ai quali risultano, da una parte, i componenti semanticamente particolari, denominati semi, e dall’altra, le classi semantiche generali, rilevate per mezzo dei comportamenti distribuzionali, chiamate caratteristiche combinatorie.