Rocca Imperiale-02/08/2015: RELAZIONE INFORMATIVA SUL PREMIO “Giornata dell’emigrante” assegnato a LUIGI RANU’
Rocca Imperiale:27/06/2015
RELAZIONE INFORMATIVA SUL PREMIO A LUIGI RANU’
L’imprenditore Luigi Ranù ce l’ha fatta! Orgoglio dei rocchesi. Sembra una storia come tante. Come tanti emigranti fra gli emigranti, eppure quella di Luigi Ranù, Gigino per gli amici, ha un sapore speciale. Figlio di persone umili. Il papà Stefano, agricoltore e anche emigrante con la moglie Rosa. Qualche sparuto momento di gioco, negli anni di giovinezza, Luigi lo ha vissuto e condiviso con il fratello Giuseppe. E’ nato nella sua amata Rocca Imperiale il 5 ottobre del 1940 e qui visse da giovanetto sino al 1961 dove il lavoro duro, di zappatore nell’agricoltura gli avevano imposto il valore del sacrificio, del sudore, dell’ubbidienza senza repliche e senza avere riconoscimenti o apprezzamento. Avvertiva, in cuor suo, che aveva necessità di dare un destino diverso alla propria esistenza. Ma come fare? C’era la povertà e bisognava aiutare la famiglia e se stesso. Ogni sacrificio sembrava inutile per percepire un benchè minimo miglioramento economico. Gli venne la coraggiosa idea di emigrare e ne parlò in famiglia. Nessuno dei membri lo incoraggiò perché nessuno voleva rinunciare a Luigi, ma nessuno lo ostacolò e lo lasciarono da solo a decidere per il proprio futuro lavorativo dal sapore molto incerto. Luigi era un ventenne talentuoso ed era cresciuto con giudizio, con una forza da leone e con un entusiasmo enorme per la voglia di vivere e di affermarsi, grande caratteristica di quell’età. Sognava un futuro migliore e voleva inseguire il suo sogno e con grande coraggio decise di partire per la Svizzera quel lontano 28 gennaio 1961. Lo ricorda bene il signor Luigi quel mattino freddo. Ricorda bene che guardò e riguardò il suo paese natio: dall’imponente Castello Svevo alle tante case, alla chiesa madre, al Santuario della Madonna della Nova in contrada Cesine dove sostò e pregò la miracolosa Madonna di illuminarlo e di proteggerlo. Con il cuore in gola e con tanta tristezza nell’animo, mosse i primi passi con la sua valigia di cartone verso la stazione ferroviaria. Non pianse e ben nascose la sua profonda tristezza e dopo aver salutato i familiari e gli amici salì sul quel treno strapieno che lo avrebbe portato lontano in cerca di lavoro e di fortuna. Giunse a Zurigo e le difficoltà di trovare un lavoro e della lingua sconosciuta lo rincorrevano, ma Luigi con determinazione continuò a girare per lungo e largo per trovare una porta aperta, un lavoro qualsiasi, pur di cominciare. Aveva, come tanti, un bisogno imperioso di trovare lavoro perché di soldini non ne aveva e la vita costava, seppure pensasse alla spesa quotidiana indispensabile. La fortuna gli venne incontro dopo un po’ di tempo e fece ingresso in una fabbrica di tessitura a un franco e 80 l’ora. Troppo poco, ma non disperò era solo l’inizio e ringraziò la Madonna della Nova. In questa fabbrica vi restò sino al 28 giugno 1961, quando un imprenditore lo accolse nella sua azienda di installazione di prodotti per la coibentazione di tubazione idrica e termica e giorno dopo giorno si conquistò la fiducia del suo datore di lavoro. In poco tempo divenne capo del personale della succursale di San Gallo e per ben 14 anni. Intanto le sue giornate volavano perché lavorava in continuazione e qualche soldino ormai era finito nel suo salvadanaio, per una logica di sano risparmio. Decise che ormai i tempi erano maturi per il grande passo del matrimonio e fu così che ritornò orgoglioso nella sua Rocca Imperiale e coronò il suo sogno d’amore sposando Vittoria Melidoro dalla quale ebbe tre figli: Rosanna, Pina e Stefano. Come si diceva rimase lì nell’impresa per 14 anni e nel 1984 il suo datore di lavoro gli propose di rilevare l’impresa e Luigi accettò. Ormai qualche sogno cominciava a diventare realtà. Non si illuse, anzi cominciò a lavorare ancora di più e a conquistarsi un nuovo segmento e target di clientela e ci riuscì. Gli affari andavano bene e così cominciò ad assumere collaboratori e alcuni anche rocchesi. L’impresa “Ranù-isolierungen” di Luigi Ranù si impose sul mercato conquistandolo. Oggi, dopo 32 anni di attività, è una grande e significativa realtà e conta più di 35 dipendenti fissi oltre al figlio Stefano che il prossimo anno ne erediterà la completa proprietà. Sembra una favola, ma www.ranu-isolierungen.ch è una realtà. L’imprenditore Luigi Ranù è riuscito a trasformare il punto di debolezza rappresentato dalla quasi disoccupazione e povertà in punto di forza divenendo datore di lavoro e cittadino benestante capace di dare lavoro a tante famiglie. Sintetizzando potremmo dire che si tratta di un ex povero che con sacrifici, fortuna e talento è divenuto ricco. Sono anni che manca dalla sua Rocca Imperiale che continua ad amare incodizionatamente e di cui vuole sapere tutto. Oggi è anche contento che un Giuseppe Ranù sia diventato sindaco e questo lo riempie ancora di gioia. D’altra parte è bene sapere che Angelo Ranù, papà dell’attuale sindaco, è cugino di Gigino. Per motivi di salute fisicamente è lontano in nostro caro Luigi, ma con il cuore e con la mente è sempre a Rocca Imperiale per salutare con grande gioia i suoi parenti e i suoi amici che ricorda sempre con tenero affetto. Gli manca tanto l’aria rocchese che continua con l’immaginazione a respirare e che vorrebbe tanto poter rivedere il suo paese d’origine. La fortuna lo ha sorriso, la sua vita è cambiata in meglio, ma vi è un velo di tristezza ancora nel suo cuore: rivedere Rocca e i rocchesi nel suo insieme che tanto ama. Ha tanta nostalgia nel suo cuore! Vive a 9500 Wil che lo ha fatto diventare importante, ma quando nomina la sua Rocca Imperiale il suo timbro di voce cambia ed è gioioso, così come, lo si può immaginare, il suo viso è radioso di gioia quando comunica per telefono con qualche suo amico e compaesano. Luigi Ranù deve però sapere che anche la comunità rocchese lo ricorda e ricambia il suo affetto, così come ricorda tutti i suoi figli emigrati alla conquista della dignità, legalità e identità. Ti vogliamo bene, Luigi!
Franco Lofrano