Oriolo-10/08/2015:INCONTRO CON NINETTO DAVOLI (di Emanuela Valastro)

INCONTRO CON  NINETTO  DAVOLI

Il 9 agosto di questa rovente estate 2015 ha cominciato a piovere forte, finalmente per noi, anche a Oriolo, dove si è tenuto un rendez-vous unico con il testimone vivente dell’opera, che ha attraversato tutti i generi artistici, di Pier Paolo Pasolini, di cui quest’anno ricorre il quarantesimo della sua morte, avvenuta in circostanze misteriose, il 2 novembre 1975. Al teatro La Valle di Oriolo, dopo una tromba d’aria che si è abbattuta sull’allestimento dello spettacolo teatrale al teatro “La Portella”, il sign. Ninetto Davoli era a disposizione del pubblico, per raccontare Pasolini e rispondere alle domande. Si è parlato soprattutto di Pasolini cineasta del bellissimo film “Il Vangelo secondo S. Matteo”e di “Uccellacci e uccellini”dove Ninetto ebbe una parte col magnifico Totò. Il suo attore “preferito” si è poi dilungato sulla perdita dei valori contadini,( Pasolini ebbe una predilezione particolare per il mondo mitico e pre-natio dell’ambiente friulano, di cui egli fece di tutto per studiare e conservare la lingua ) delle cosiddette radici originarie, nella nostra società dove tutti parlano e sono uguali a tutti gli altri, a causa di un, direi io, “imbarbarimento dei costumi”,risultato di una evoluzione tutta al contrario. Il web, in poche parole, ci ha introdotti in un sistema che ha sbiadito il passato, reso non più appetibile per i più giovani. Non c’è più metastoria, cioè racconto di sé e della propria storia o la storia dei più anziani, perché vale solo tutto ciò che viene offerto dal mercato. Insomma, questo è stato detto da Ninetto in altre parole, ma è quello che Pasolini aveva “profetizzato”. Infine,verso le 21.00 il tempo si era calmato , e iniziava la commedia di Plauto, revisionata da Pasolini e intitolata “Il Vantone”. Commedia divertente con i classici giochi di travestimento e di uso dei gemelli inventati per favorire l’adulterio di una giovane donna che è innamorata di un giovanetto, tradendo così il marito, che è il vantone, cioè il vanitoso e facile a ricevere adulazioni da parte del servo, interpretato da Ninetto. Il servo  vince sul padrone, riuscendo a imbrogliarlo e facendo fuggire la moglie di lui per mare assieme al giovane generale. È trascorsa dunque in una notte carica di stelle, una bella serata a teatro, che il mondo non macchia di peccato, se teatro si vuol fare, per il giusto divertimento, ma anche per la riflessione che se ne trae.

Emanuela Valastro