Rocca Imperiale-29/08/2015 : Federiciano:”A tu per tu con Pupi Avati”. Consegnate 4 targhe di “Custode”.
Rocca Imperiale:28/08/2015
Federiciano:”A tu per tu con Pupi Avati”. Consegnate 4 targhe di “Custode”.
‘A tu per tu con Pupi Avati’ altro incontro affollatissimo, il 28 agosto, in Piazza d’Armi, nel Castello Svevo, per la settima giornata del Festival della Poesia Il Federiciano, ideato dall’editore Giuseppe Aletti e con il Patrocinio del Comune di Rocca Imperiale. Il salotto letterario ha visto protagonista Pupi Avati uno dei più importanti maestri del cinema italiano d’autore che ha ripercorso, in un dialogo a due con l’editore Giuseppe Aletti, i momenti più significativi della sua storia professionale, fino al suo ultimo film girato a Rocca Imperiale: “Le nozze di Laura” del quale è stato fatto vedere in anteprima un video sulla lavorazione del docufilm, che andrà in onda nel gennaio 2016. Presentato anche il romanzo di Pupi Avati: “Un ragazzo in soffitta”. Svelata, a fine serata, la stele, sita sul muro della stradina subito dopo l’uscita del Castello, contenente i versi del Maestro Avati dedicati a Rocca Imperiale e ai suoi pregiati limoni. Premiati, durante la serata, dall’editore Giuseppe Aletti, dal sindaco Giuseppe Ranù e dal maestro Pupi Avati con una targa che conferisce il titolo di “Custode”, per aver sostenuto negli anni il Festival Il Federiciano e aver contribuito a edificare e salvaguardare “Il Paese della Poesia” al sindaco di Canna Giovanna Panarace, al giornalista direttore responsabile del mensile “Eco Rocchese” edito dal Comune di Rocca Imperiale, Francesco Maria Lofrano, Vito Napoli che sul profilo di facebook “Calabria Meravigliosa” ha sostenuto e sostiene gli eventi del Festival, Benedetta Caterina, poetessa del Federiciano e fedele sostenitrice. Inoltre il regista Pupi Avati ha ricevuto un quadro in premio alla carriera Federico II dalla Confraternita dei Cavalieri Templari Federiciani in collaborazione con la Casa di produzione cinematografica “cortobarocco” del regista e priore Tommaso Latina. Una serata pregnante che ha fatto respirare area di maturata esperienza cinematografica ai moltissimi intervenuti in Piazza d’Armi ascoltando il lungo racconto di vita del regista Pupi Avati. “Circa 300 persone disponibili per le comparse”, ha iniziato a raccontate il maestro. E quando, durante le riprese diceva “Fate silenzio!”, tutti i presenti tacevano. E non è sempre così. Ha raccontato, infatti, che a Bologna una sua concittadina ha esternato: ”Ancora qui lei a rompere i coglioni?”. Alla domanda di Giuseppe Aletti: ”Quali sono gli eroi oggi?” il maestro ha risposto:” Quelli che non si adeguano e che hanno una propria vulnerabilità. Con il cinema d’autore c’è un rapporto diretto con il denaro che è un vincolo che condiziona, cioè il budget”. E ancora il dialogo a due è scivolato sulla iniziale carriera di Jazzista di Avati, sulla possibilità di poter ricevere l’Oscar, sul concetto di amicizia dove Avati ha parlato dell’ellisse della vita.Nella giovinezza la persona pensa che quell’amico è solo suo per sempre, il giocattolo è sempre suo e poi c’è una seconda fase dove subentra la ragione durante la quale si sceglie sempre ciò che conviene. Nella terza fase si punta sulla professionalità acquisita e si usano dei trucchi. Nella quarta fase c’è la vecchiaia e il ritorno all’infanzia e alla vulnerabilità. Ancora ha parlato, sempre su domanda di Aletti, sul rapporto con Pasolini, Fellini, Ennio Flaiano, ecc. La carriera cinematografica di Avati-ha ricordato-è iniziata con un nano che parlava con un gatto.. (???) e il nano portava il cognome di “Nanetti” che ci mise in contatto con “Mister X” che poi scoprimmo essere di Campana (CS) di cognome Rizzo che investì sul gruppo Avati all’epoca circa 270 milioni di lire. Ha ancora parlato del Cast del film girato su Rocca Imperiale che, a parte i protagonisti, per lo più sono ‘inediti’. Ha precisato che il montaggio del film è stato quasi completato e che trattasi di un film che affronta il tema della spiritualità, della trascendenza e la televisione dovrebbe considerare questo aspetto. Successivamente si è parlato del romanzo di Avati: “Un ragazzo in soffitta” e l’attrice Valentina Meola ha letto con professionalità alcuni brani del romanzo. Il dialogo poi è scivolato sulla differenza tra la scrittura narrativa e quella cinematografica. “Il cinema mi ha sempre tenuto in una gabbia, nei minuti, a raccontare cioè una parte del tutto e manca la compiutezza, nella narrazione invece è possibile entrare più dentro. Poi ancora è stato affrontato il tema dell’amicizia, dell’invidia, della gelosia e della competizione fra persone, che nel cinema è una costante. Il sindaco Giuseppe Ranù ha ringraziato Pupi Avati per essere ritornato in Rocca Imperiale e che la nostra Calabria così viene raccontata e abbiamo ancora tanto da raccontare della nostra terra. Ha ringraziato Aletti per il prestigioso evento che ogni anno diventa sempre più importante e ha ringraziato la Regione Calabria del Presidente Mario Oliverio che ha creduto su queste iniziative e che, ha precisato, senza il sostegno della Regione non si sarebbero potuto realizzare. A fine serata tutti si sono spostati per assistere allo svelamento della stele contenente un testo di Pupi Avati che parla del Paese della Poesia e dei suoi limoni Igp.
Franco Lofrano