Trebisacce-29/08/2015: Una vita da protagonista (omaggio a zio Ciccio) di Pino Cozzo
Una vita da protagonista (omaggio a zio Ciccio)
di Pino Cozzo
Nel disordine della nostra vita, la ricerca del vero diventa spesso una corsa tumultuosa e arida nel produrre e consumare, nel tentare di possedere quanto più possibile, aspirare al piacere, all’utile immediato e immeritato, al tutto e subito. In molti, però, non si accorgono di correre senza avere uno scopo da raggiungere, di volersi riempire di cose vuote, di vivere nell’anonimato, di agire sempre in contrasto con quello che dovrebbe essere il nostro anelito più profondo, che è quello di amare e di essere amati. Leggiamo e pensiamo che la nostra sia un’esistenza breve e triste, siamo venuti al mondo per caso, passiamo vicino a un muro che fa ombra sul nostro percorso e su noi stessi. Ci inebriamo del vacuo e dell’effimero, avvertiamo il sentimento del nulla, ci vestiamo di bramosia e di logica incoerente. In tutto questo, avere una consapevolezza della nostra libertà, del raggiungimento di obiettivi degni dell’uomo, non riduce tutto ad un vano e sterile agitarsi senza profitto?
Non è ragionevole e dignitoso prestare fede e attenzione solo a ciò che è tangibile e visibile, perché così si lascerebbe fuori il nucleo centrale della nostra persona: la fiducia, l’amicizia, la bellezza, la bontà, la gioia, l’amore. La vita è un dono, un dono divino, rappresenta un elevato progetto, non è un destino cieco e senza mete. Nasce da un gesto d’amore infinito verso un amore infinito, un cammino senz’altro difficile e impervio, ma pregno di significato. Gli uomini e le donne passano sulla terra, attraversano e vivono situazioni ed esperienze varie, cercano, si affannano, non trovano e cercano ancora. A volte, dovremmo provare a fermarci un po’, a osservare la natura, la vera vita che si manifesta nello sbocciare di un fiore, nel sorgere del sole, nel levarsi della luna, nel sorriso di un bambino, nel bacio di una mamma, nella carezza di una mano, nell’abbraccio di un amico.
La realizzazione di propri autentici desideri non può che alimentare positivamente la nostra anima e il nostro corpo, quindi la nostra persona nella sua interezza, che non potrà altro che donare questo suo star bene con sé stessi agli altri, in un’apertura e accoglienza del desiderio e della felicità di sé e degli altri. A volte non è facile guardarsi dentro, altre volte ci sembra di perder tempo, e spesso risentiamo delle pressioni che ci spingono a fare scelte contrarie ai nostri desideri. La perfezione non sta nel raggiungimento di un obiettivo in modo eccellente, cancellando tutto il resto dalla nostra vita, ma nel saper tenere insieme armoniosamente più aspirazioni, ugualmente importanti, in maniera equilibrata.
In questi giorni, non solo la famiglia Chiaromonte, ma tutta la comunità trebisaccese e quella del circondario hanno perso un vero protagonista, che risponde al nome di Francesco Chiaromonte. “Zio Ciccio”, come lo chiamavamo noi che lo abbiamo amato e stimato come un padre, a cui volevamo e vogliamo un bene che deriva dal suo essere stato sempre impegnato nelle sue tante attività con la serietà e l’impegno che lo caratterizzavano e dal suo esprimersi in una visibile gioia quando ci si incontrava. La sua è stata una vita di stenti e di sofferenze, soprattutto per la parte dedicata alla Patria nella Guerra ‘40-‘45, ma anche quella dell’infanzia e della gioventù, perché vissuta in tempi particolarmente difficili. Ma la sua dignità e la sua voglia di vivere lo hanno sempre spinto ad essere positivo e produttivo, in ogni azione egli compisse. È noto a tutti il suo amore per la famiglia, per la moglie, per le figlie, per i nipoti, i generi, ma, in generale, per tutti i parenti. Era orgoglioso di tutti e per tutti aveva parole di apprezzamento e di elogio, che non mancava mai di esternare con la signorilità che gli era propria. Encomiabile è stata la sua opera nel campo del commercio dei preziosi, come prezioso considerava tutto ciò che lo riguardasse, in quello che sembrava un segno del destino. Tutta la famiglia giustamente lo ha amato, tutti i colleghi commercianti giustamente lo hanno rispettato, tutti gli amici giustamente lo hanno stimato, tutti i conoscenti giustamente lo hanno apprezzato.
Ora, tutti noi viviamo momenti di tristezza e di dolore, siamo increduli anche di fronte alla realtà che si manifesta ai nostri occhi, abbiamo perso un punto di riferimento importante, ma siamo certi di affidarlo alla Gloria infinita del Padre Celeste, che lo accoglierà come merita e lo inserirà in quella pace dei giusti che è riservata solo a coloro che hanno saputo fare la Sua volontà. Lassù, adesso, certamente saranno più in festa di noi. Ciao, zio Ciccio, ci rivedremo e saremo di nuovo ben lieti di riabbracciarti e di godere del tuo sorriso.