Trebisacce-14/09/2015:“Per il comune di Trebisacce – aggiunge l’esponente del NCD – è previsto una casa della salute, con punto di primo intervento attivo, con operatività H24” e di un sistema d’eli superfice attiva H24, fattispecie molto distante dall’effettiva capacità di incidere sul fabbisogno sanitario del territorio. (di Andrea Mazzotta)
In gergo scacchistico la risposta del Ministro Lorenzin all’interrogazione parlamentare posta dal parlamentare Sebastiano Barbanti si chiama arrocco, e consiste nel mettere in una posizione di difesa il re, nascondendolo dietro una torre. Sostanzialmente il ministro della Sanità ha preso tempo, probabilmente per capire bene cosa sta succedendo e per valutare la situazione e il da farsi, lasciandosi una porta aperta per intervenire. Il re, ovviamente, è Massimo Scura, commissario ad acta, in questi giorni al centro di numerose critiche. Lo stesso Scura che ieri mattina, insieme a sub commissario Urbani, ha incontrato la Lorenzin, anche per affrontare quella che è ormai questione Trebisacce. La torre, invece, dietro quale Scura è stata messo al sicuro, è una lunga serie di “considerazioni di carattere tecnico”, come lo stesso ministro le ha definite, nella quale, pur sbagliando il nome dell’ospedale, ricostruisce la vicenda della struttura con dovizia di particolari, ricordando la sentenza del Consiglio di stato, e soprattutto l’ormai famigerato DCA (Decreto Commissario Ad Acta) n.9, del 2 aprile 2015, riguardante la riorganizzazione della rete ospedaliera. Tale provvedimento, a quanto riferito dal ministro “è attualmente all’esame dei ministeri affiancanti, lo stiamo proprio valutando in questo periodo”: proprio su questa frase c’è la prima, sostanziale apertura. “Per il comune di Trebisacce – aggiunge l’esponente del NCD – è previsto una casa della salute, con punto di primo intervento attivo, con operatività H24” e di un sistema d’eli superfice attiva H24, fattispecie molto distante dall’effettiva capacità di incidere sul fabbisogno sanitario del territorio. Ma dopo questa precisazione, giungono nuove parole che lasciano intravedere barlumi di speranza per la popolazione dell’Alto Ionio: “Rassicuro gli onorevoli interroganti che, come ho anticipato, l’esame del nuovo provvedimento commissariale è ancora in corso, e ho chiesto ai miei uffici di verificare la sussistenza di tutte i requisiti idonei a garantire ai cittadini la sicurezza dell’accesso alle cure in modo tempestivo come previsto dalla legge, quindi la possibilità di garantire il trasporto in un area in cui mi rendo conto che le condizioni olografiche sono particolarmente disagiate. Quindi l’intenzione del ministero è verificare che ci siano tutti i requisiti prima di provvedere al ridimensionamento della struttura”. La scelta della parola “disagiata”, potrebbe essere non casuale, dato che è proprio un presidio ospedaliero per aree particolarmente disagiate che il sindaco di Trebisacce Franco Mundo sta chiedendo da tempo. Resta il dubbio, sollevato nella sua risposta anche dall’onorevole Barbanti, che il ministro abbia preso atto o meno che la struttura del Chidichimo “è già molto e da tempo ridimensionata, e che i due asset da tutelare, cioè quello della mobilità passiva e dei Lea (Livelli essenziali di assistenza), sono attualmente entrambi deficitari. Ben vengano sia l’elisoccorso, sia un futuro ospedale della sibaritide , ma intanto la gente muore ora. La struttura commissariale – conclude Barbanti – in quest’anni ha solo peggiorato la situazione sanitaria in Calabria. […] La soluzione non può essere quindi che la rimozione di questa struttura commissariale”. Quindi anche Barbanti, insieme a tutti sindaci dall’Alto Ionio, ai tanti consiglieri regionali e ai deputati calabresi di entrambi gli schieramenti, alle forze sindacali e alle associazioni del territorio che hanno sottoscritto il documento politico istituzionale prodotto in occasione del consiglio comunale del 7 settembre a Trebisacce, chiede le dimissioni di Scura. Forse non sarà uno scacco matto, ma sicuramente è uno scacco al re. L’intera Calabria aspetta la prossima mossa, che per tanti, tantissimi, dovrebbe essere quella del Presidente della Regione Mario Oliverio.
Andrea Mazzotta