Trebisacce- 20/09/2015: Il cantautore Antonello Brunetti presenta “On My Own Way”
Trebisacce: 20/09/2015
Il cantautore Antonello Brunetti presenta “On My Own Way”
“On My Own Way” è il terzo album di Antonello Brunetti (ecclettico cantautore di origini calabresi), uscito lo scorso 18 settembre ed è già un successo per l’artista e per i suoi numerosi fans. Il video-clip è già disponibile su: https://www.youtube.com/watch?v=yMGQ9v7N_Qs– L’uscita del disco è in contemporanea con l’uscita del videoclip, girato tra Civita e Trebisacce da Radan Rei (Raffaele D’angelo). Sempre nel 2015 il nostro cantautore calabrese è stato scelto per far parte di “Officina Delle Arti Pier Paolo Pasolini”, collaborando con illustri professionisti della musica italiana tra cui Tosca, Piero Fabrizi, Niccolò Fabi, Samuele Bersani, Franco Battiato e Carmen Consoli. Eclettico e raffinato, unisce testi impegnati e spirituali a sonorità folk-rock d’oltremanica. Attualmente, inoltre, occupa il 2° posto in classifica dei dischi folk più venduti in Italia su Amazon e Google Play Store. Una bella soddisfazione! Il tutto accompagnato da una voce assolutamente diretta ed impeccabile.Ascoltandolo appare chiaro che “On My Own Way” nasce dall’esigenza di liberarsi dei vecchi schemi, in cui si è rimasti intrappolati per fin troppo tempo. La necessità dunque di lasciar andare la vecchia parte del proprio vissuto emozionale, per proseguire il percorso che rimane con una leggerezza e una fiducia del tutto nuove, distaccandosi completamente dai vecchi rancori e dalle delusioni, e curando le ferite che inevitabilmente compaiono durante il cammino della vita, dopo averne ben analizzato le cause. “On My Own Way rappresenta il raggiungimento di un nuovo livello di consapevolezza, che può avvenire soltanto “mollando la presa” su situazioni che non ci appartengono più, ma i cui residui emozionali spesso ostacolano il fluire del nostro tempo, e della vita stessa”, afferma Antonello Brunetti. E ancora esplicita che:”E’ come se ci trovassimo in una bolla, attraverso la quale filtriamo la realtà attraverso le nostre preoccupazioni, convinzioni ed interpretazioni del tutto personali e limitanti, che spesso non hanno nulla a che fare con la realtà vera e propria. Comprendere tutto questo ci permette quindi di trovare la forza di scoppiare questa bolla, per immergerci finalmente nei colori vivi che ci appartengono interamente, senza più filtri, nella nostra semplicità dell’Essere. “Io sono sulla mia propria strada / non aspettarmi più” Questa frase del ritornello racchiude in sé tutto il significato dell’album. Spesso confidiamo negli altri a tal punto da limitare le nostre azioni aspettando che diano segni di maturità, e questo racchiude anche un’insicurezza di fondo, pensando che da soli non possiamo farcela, quindi invece di provarci ci mettiamo in attesa che le cose arrivino, che le persone cambino. E’ tempo invece di agire confidando nelle nostre piene potenzialità e abilità, senza aspettare più niente dall’esterno, più nessuno. Questo ci restituisce il nostro ruolo di co-creatori della nostra vita. Questo disco inaugura inoltre una nuova fase del mio percorso, in quanto associa in modo più marcato la mia musica alle terapie olistiche, con sonorità particolari (accordature aperte, doppie voci atipiche e vibrazioni energeticamente alte) che avvolgono l’ascoltatore portando armonia e serenità. Sto lavorando molto sul suono: nelle terapie essene il suono ha un ruolo curativo fondamentale. Di recente due ingegneri americani hanno inventato un rivoluzionario estintore per spegnere gli incendi utilizzando suoni a bassa frequenza, e si sa bene l’effetto del suono che a determinate frequenze può rompere i vetri, per non parlare degli esperimenti con l’acqua e il suono fatti da Masaru Emoto… Sono affascinato da questo tipo di cose, e avendole da sempre come doti naturali ho deciso di metterli in pratica con consapevolezza, principalmente nella mia voce, riconosciuta da alcuni dei più importanti terapeuti olistici francesi come “healing voice” – voce che cura. Per quanto riguarda il mio vissuto personale, questo mini album rappresenta anche il mio distacco dal percorso in band, con una serenità e un benessere ritrovato nei miei talenti creativi, che hanno sempre predominato (ho sempre e comunque scritto io le canzoni), ma che non attendevano altro che essere visti e riconosciuti per ciò che sono realmente, finalmente col giusto valore. Nel videoclip racchiudo interamente questa fase del mio percorso, percorrendo a piedi molte strade nel corso di tutte le stagioni: “Il tempo scorre in una notte di vento / Le lacrime cadono in questa sera d’estate / L’inverno è arrivato senza preavviso / cammino da solo nella pioggia” solo per citare alcune frasi del testo. Ho curato personalmente il montaggio del videoclip (prima si parlava di talenti creativi, appunto) per mantenere intatta l’atmosfera e le emozioni che avevo urgenza prevalessero. D’altronde ho avuto la fortuna di lavorare su un materiale di grande qualità e prestigio, grazie al talentuoso Radan Rei, fotografo qui al suo esordio nel mondo audio-visivo. Le locations meravigliose che vedete sono due piccoli paesini dell’alto jonio calabrese. Ci tenevo a girarlo nella mia terra, in primis per valorizzarla in modo creativo “esportandola” in tutto il mondo grazie ad internet, e poi perché in particolare Trebisacce e Civita sono due posti magici in cui vado a ricaricare le energie nei momenti più duri. Sono luoghi capaci di rigenerarmi, per cui volevo omaggiarli associandoli alla mia musica. Tornando al disco, la traccia numero 2 sorprende per le sonorità country, avendo come tema il rapporto col mio gatto! La serenità pervade l’intero brano, che prosegue leggero narrando il rapporto amorevole che solo chi ha un animale in casa, o chi è cresciuto con un animale può capire. “Forse è lui il vero amore della mia vita / quando mi ero perso, mi ha trovato”. In questo mondo superficiale in cui viviamo spesso sono proprio gli animali a ricordarci il vero concetto di “umanità”. The Keeper è una canzone d’Amore, ma un amore superiore, che non chiede nulla in cambio… come quello di un angelo custode. E’ come se mi fosse stata dedicata proprio dai miei spiriti guida, ed è il brano più raffinato del disco, dalle sonorità più particolari. Rappresenta il mio ritorno alle accordature aperte Mitchelliane, ma con un’armonia del tutto nuova, con la quale sto attualmente sviluppando i miei nuovi brani in italiano.Chiudono il disco due canzoni per me importantissime, eseguite dal vivo nel corso di quest’ultimo anno di concerti tra Londra (dove le suonavo quotidianamente in un famoso locale di Camden Town in cui ero stato ingaggiato) e l’Italia. Underwater fa parte del mio primo album “Open To Change”; parla di un profeta che si ritrova nel nostro mondo attuale e non riesce più a far presa sulla gente, che confusa com’è da mille maestri / ciarlatani non riesce a distinguere l’Essenza della verità. Così questo profeta comincia il suo viaggio alla ricerca di qualcosa di nuovo che possa dare un senso alla sua esistenza, alla sua incarnazione attuale. E’ uno dei brani a cui sono più legato in assoluto, e mi è piaciuto inserire nel disco questa versione eseguita a Roma pochi mesi fa, che vede al flauto e alle doppie voci la talentuosa Valeria Crescenzi, cantautrice ternana mia compagna di avventure in Officina Pasolini. Illusions of myself, tratta dal mio secondo album, si ritrova qui in veste totalmente unplugged. Io, la mia voce, la mia chitarra e le mie parole, tra le più personali che abbia mai scritto. E’ uno dei miei brani di punta, in cui mi guardo allo specchio e saluto il mio passato accettandolo per quello che è, con un senso di gratitudine nell’aver compreso che la vita è un gioco, e come tale va vissuta con una leggerezza ritrovata, che arriva proprio nel momento in cui si rompe la bolla di cui parlavamo prima e ci si concentra sul presente, benedicendo ogni singolo momento per essere qui sulla Terra a sperimentare la materia per crescere e migliorarsi, ognuno “sulla sua propria strada”.
Franco Lofrano