Trebisacce-20/09/2015:Mormandi:”“La giunta regionale ha il potere, e forse il dovere, di assumere una deliberazione di intenti o di programma, diretta a dare esecuzione alla sentenza del consiglio di stato”.
E’ forse la partita a scacchi più lunga della storia quella che stanno giocando Mario Oliverio, Governatore della regione Calabria, e Massimo Scura, Commissario ad Acta per il piano di rientro sanitario in Calabria. Una partita che ogni giorno, o quasi, si arricchisce di nuove mosse. Quella che aspettavano tutti gli abitanti dell’Alto Ionio, i sindaci e i segretari del Partito Democratico, da parte di Oliverio era una chiara presa di posizione in merito alla riapertura dell’Ospedale Chidichimo di Trebisacce. L’occasione scelta dal Governatore per lanciare il suo affondo è stata la visita a Trebisacce, in occasione dell’inaugurazione del Parco Archeologico di Broglio. Le sue parole, scandite con forza, quasi come se stesse parlando ad uno specifico interlocutore, e non solo alla folla che popolava la conferenza stampa, hanno un carattere quasi perentorio, una natura inequivocabile e appaiono non poco come un messaggio inviato al commissario ad acta: «Non c’è nessuna polemica – ha sostenuto Oliverio – con il Commissario Scura. Le storielle delle telefonate a cui non risponderei, dei presunti dissidi fra me e lui, sono pura fantasia. Anzi, colgo l’occasione per manifestargli ancora una volta solidarietà e vicinanza per quanto è accaduto qui alcuni giorni fa e auspico che non si ripeta mai più (Il presidente fa riferimento alla contestazione subita da Scura a Trebisacce durante un consiglio comunale aperto. Ndr). Io giudico dai fatti. E i fatti raccontano che in cinque anni di commissariamento la situazione della sanità in Calabria si è ulteriormente aggravata, che le liste d’attesa sono cresciute anche nei sette mesi dalla nomina di Scura a commissario. La telefonata che mi fa piacere ricevere è che almeno un calabrese in meno vada a curarsi fuori regione, che almeno un giorno in più venga recuperato nelle liste d’attesa, che ci siano più medici ed infermieri e meno persone buttate nelle corsie degli ospedali ad aspettare ore ed ore per avere un ricovero. Questo è quello che mi interessa e, su questo, non arretrerò di un millimetro, né mi intimidiranno le false informazioni e i racconti alterati della realtà. I servizi pubblici vengono prima di quelli privati. Questo deve essere chiaro, una volta per tutte. Il pilastro centrale della sanità deve essere quello pubblico. Ve lo dice uno che non guarda ai servizi privati con le lenti del demonio. Anch’essi, quando interagiscono ed integrano il pubblico, hanno una loro funzione, ma a nessuno può essere consentito di chiudere l’ospedale di Trebisacce per spostare posti letto sul privato. Io sarò sempre contrario e difenderò questo presidio con tutte le mie forze». A queste dichiarazioni, molto forti, hanno fatto eco quelle dell’avvocato Giuseppe Mormandi, legale per il Comune di Trebisacce nel procedimento conclusosi con la sentenza favorevole del Consiglio di stato sancente l’obbligo di riapertura dell’ospedale, che aprono nuovi e interessanti scenari: “La giunta regionale ha il potere, e forse il dovere, di assumere una deliberazione di intenti o di programma, diretta a dare esecuzione alla sentenza del consiglio di stato. Salutiamo con estremo favore il forte messaggio del presidente Oliverio, e ci auguriamo, che pur non avendo il potere di riaprire l’ospedale di Trebisacce in quanto a ciò è deputato al momento il commissario ad acta, al più presto la giunta regionale adotti un provvedimento di indirizzo di tal genere, secondo una formulazione che si idonea a tradurre in termini amministrativi le indicazioni politiche date dal governatore. In fondo, la sentenza del Consiglio di stato è stata emessa sia nei confronti del Commissario ad Acta che nei confronti della Regione Calabria”.
La partita continua, anche se qualcuno già parla, più che di una partita, di una battaglia per la legalità.
Andrea Mazzotta