Cosenza-18/11/2015:APPARIZIONE DI ALARICO A COSENZA: CONTESO IL TESORO

Alarico a Cosenza (1)
Alarico a Cosenza (1)

APPARIZIONE DI ALARICO A COSENZA: CONTESO IL TESORO

 

Ecco la cronaca di un’incredibile serie di eventi soprannaturali (e non) che si sono verificati a Cosenza.

Mentre, sul Lungocrati de Seta della città, veniva portata in processione, per la devozione dei fedeli, la statua di sale del presidente Oliverio, è successo che proprio mentre avanzava nella curva in corrispondenza della confluenza del Busento nel Crati, il suo volto di purissimo bronzo scintillante al sole ha di nuovo parlato (vedi precedente prodigio mentre la statua era in volo sui disastri dell’alluvione): «Guardate!», ha esclamato roteando gli occhi vitrei verso i due corsi d’acqua, «Alarico!».

I fedeli al seguito, esterrefatti, hanno effettivamente potuto vedere l’apparizione luminosissima del Re dei Visigoti in groppa al suo cavallo bardato d’oro, e come sospeso nell’aria.

Non solo, ma la figura, mentre il suo destriero incedeva a passo regale nel cielo, ha anche scandito con voce tonante: «Vi dirò dov’è sepolto il mio tesoro!».

Il Sindaco di Cosenza, subito accorso dopo essere stato avvertito della miracolosa apparizione, si è rivolto al Re con piglio sicuro, reclamando per la città il possesso del malloppo: «Cosenza sarà la città più ricca del mondo, dicci dove dobbiamo scavare!».

«Eh no! Caro signor Sindaco!», ha urlato un’altra voce dall’altoparlante di un elicottero giunto velocemente da Roma, «E sarebbe carina! Io sono il Ministro del Tesoro Italiano. “Tesoro”, capisce? Quell’oro è stato saccheggiato all’antica Città Eterna, che era capitale dello Stato, ed è quindi a noi che va restituito il maltolto!».

Un procuratore della Repubblica, presente sul posto, dal volto emaciato dalla sofferenza per le continue indagini sui corrotti, al solo pensiero di quell’ipotesi, non ha retto all’angoscia sul suo futuro, ed è spirato tra le braccia della scorta.

«L’Italia è ripartita, e con quell’oro ridurremo il debito pubblico ed abbasseremo le tasse!», si è sentito predire dalla chiara voce del Presidente del Consiglio, che, anche lui sull’elicottero, aveva strappato il microfono al suo Ministro.

A queste parole, una donna incinta che assisteva alla scena, stremata dal sentire per l’ennesima volta quella straziante tiritera, con un urlo agghiacciante ha rotto le acque e partorito lì, in mezzo al popolo sgomento.

«E come no! Poveri cocchi de mamma!», si è sentito enunciare forbitamente ed altezzosamente in coro da una serie nutrita di Accademici e Soprintendenti archeologici comparsi all’improvviso da un antro sotterraneo, ed ancora leggermente insonnoliti dall’inedia, «Qui si parla di un tesoro “archeologico”, e quindi spetta a noi incamerarlo! La legge parla chiaro! Col bottino potremo finalmente finanziare le nostre numerose e misteriose pubblicazioni di aria rifritta!».

A queste parole, dopo un sonoro urrah lanciato con la bava alla bocca dai sorci d’archivio rimasti inguattati nell’antro, un appassionato studioso d’archeologia, presente tra il pubblico, dopo essere sbiancato in volto, si è accasciato al suolo privo di sensi (qualche testimone ha poi dichiarato ai giornalisti che somigliava in modo impressionante all’architetto Silenzi Viselli, e che prima di stramazzare al suolo aveva indicato, molto precisamente, un certo posto dove avrebbero dovuto andarsela a prendere).

In quel mentre, cigolando, è emerso improvvisamente dalla folta vegetazione un Panzer tedesco, condotto personalmente dalla Cancelliera Merkel, la quale, con un megafono, ha intimato con voce gracchiante, ma persuasiva (il cannone era diretto verso l’elicottero e la mitragliatrice verso la folla innocente): «Krst qtrrph vsgtk prttkhhwr wrtmnn grmnhk jfrppqqkk smrllppn Volkswagen (gli erano scappate tre vocali)!».

L’ordine perentorio è stato subito tradotto da un venditore ambulante di salcicce viennesi presente all’assembramento in rappresentanza della ‘Ndrangheta: «Ha detto che i Visigoti sono cosa germanica ed il tesoro servirà a rimettere in sesto la Volkswagen. Ma,», ha aggiunto con uno sguardo sinistro, «lu pizzu a noje, sia chi sia, ce dovete da versà!».

L’Isis, collegato in videoconferenza, inorridito da tanta ferocia, ha inviato un elicottero, offerto gentilmente in prestito dai Casamonica, che, al colmo della tensione ormai esplosiva tra le parti, ha lanciato dall’alto cuoricini rossi con la scritta “Love, Love, Love”.

A quel punto, purtroppo, il Re dei Visigoti, dopo uno sbadiglio è svanito nel nulla di sempre.

Maurizio Silenzi Viselli