Rocca Imperiale-18/12/2015:I fratelli Avati rispondono alle polemiche dei calabresi
I fratelli Avati rispondono alle polemiche dei calabresi
Alla Calabria “scabra e ostile che fa da sfondo al film drammatico e ancestrale Anime Nere” abbiamo contrapposto ,senza alcun intento polemico, la visione di una terra capace di produrre il grande miracolo dell’integrazione attraverso l’amore. Una terra che ha generato Gesù, la sua mamma, i suoi primi apostoli. L’affetto smisurato nei riguardi dell’essere umano che questa nostra storia fa emergere e che si esplicita nella grande scena finale, doveva risultare sufficiente a inorgoglire l’intera collettività. La sensazione che ci ha accompagnati dal momento dei sopralluoghi al concludersi delle riprese era quella di aver trovato nella vostra terra non solo la bellezza dei luoghi ma la bellezza della gente. Un calore umano che ci ha accompagnati come vento benefico fino al concludersi della nostra narrazione. Eravamo, e siamo, così orgogliosi del risultato da far sì che consideriamo le Nozze di Laura come il racconto più riuscito, più profondo, sacrale, dell’intero nostro rapporto con Rai Fiction. L’aver ottenuto, malgrado la collocazione così poco televisiva (al centro del week end dell’Immacolata con oltre sei milioni di nostri connazionali fuori casa) un risultato in termini di ascolto che ha sbaragliato la concorrenza, avrebbe dovuto spazzare via ogni perplessità. Quella notte il mix Vangelo\Calabria ha stravinto! E ha finalmente vinto la storia di una ragazza di scarsa avvenenza che pretende la sua storia d’amore, che crede all’impossibile. Chi ci denigra comparando il nostro realismo magico ai film di Checco Zalone (nei riguardi del quale proviamo tutta la simpatia possibile) dovrebbe farsi sottoporre a un test attitudinale. Gli rivelerebbe la sua assoluta inadeguatezza culturale e mentale all’incarico di così alta responsabilità che ricopre. Per quanto riguarda l’accusa di sessismo, le vicende di Laura hanno portato finalmente in televisione, in prima serata su Raiuno, il doloroso percorso che una ragazza non bella è costretta a compiere per ritagliarsi un sua porzione di felicità. Credo che non abbiamo mai realizzato una storia di così totale vicinanza alla donna. Credo che il coraggio di non ricorrere alle Miss o agli eroi del Grande Fratello sia stato premiato. So per certo che migliaia di “Laura” in tutta Italia hanno palpitato con lei, identificandosi, auspicando quel lieto fine che solo a ridosso dei grandi, protettivi agrumeti della vostra regione, ci è parso possibile. Nella nostra cinquantennale esperienza cinematografica non ci era mai accaduto di leggere una riflessione su un nostro film così infantile e modesta sia nei contenuti che nella forma come quella redatta da un gruppo di veterofemministe di non so dove. Di fronte a una proposta narrativa di questo spessore eravamo preparati a trovare chi non avrebbe compreso “tutto”, accade alle cose culturalmente ambiziose, ma non ci saremmo mai aspettati di subire un attacco da parte di chi non ha capito assolutamente “niente”. E temo per loro in totale buonafede. Ai nuovi amici di lì che ci hanno spesso confidato il senso di profondo isolamento che avvertono nei riguardo del paese, il timore di non godere della visibilità che altre regioni magari contigue, suggerisco di riflettere su questa nostra vicenda. È senza alcun dubbio paradigmatica. Può essere assunta come esempio di quanto la faida interna (e torniamo ad Anime Nere) sia da anteporre a tutto, dissuadendo chiunque dal compiere quel doveroso tentativo di “bonifica” del territorio che noi, con uno sguardo esterno e disincantato, avevamo avvertito così necessario e improcrastinabile. p.s. Per quanto riguarda il testo. Il copione approvato da Rai Fiction è stato rispettato nei dettagli più minimali. La sceneggiatura è stata da subito messa a disposizione di tutti. Inoltre durante i plurimi incontri con pubblico e istituzioni abbiamo narrato la vicenda di Laura e di Karimu e del concludersi felice, malgrado le tante difficoltà, del loro sogno.
Pupi e Antonio
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