Alto Jonio-16/02/2016: SI all’associazione dei comuni ma con le proprie identità
Alto Jonio. SI all’associazione dei comuni ma con le proprie identità
MARTEDÌ 16 FEBBRAIO 2016
SCRITTO DA PINO LA ROCCA
Alto Jonio – Un SI’ all’associazione dei comuni per la gestione dei servizi, ma un NO altrettanto deciso alla rinuncia alla propria identità. E’ sulla base di questo principio che i sindaci dei piccoli comuni dell’Alto Jonio hanno avviato una petizione sul Web per dire NO alla fusione coatta dei comuni che il Governo vorrebbe imporre con una legge ritenuta palesemente incostituzionale perché non si può imporre a nessuno di rinunciare alla propria identità e alla propria storia. Particolarmente esposti, su questa battaglia, sono i sindaci di Nocara (Francesco Trebisacce) e di Castroregio (Antonio Santagada) che già da tempo fanno parte della ANPCI (associazione nazionale piccoli comuni) ma tutti i sindaci del Comprensorio la pensano allo stesso modo. Il comune, secondo i promotori della petizione, è l’elemento centrale di una solida tradizione civica italiana che dal Medioevo giunge fino alla Costituzione repubblicana elaborata dai padri costituenti. «Se i piccoli comuni sono in difficoltà, – si legge nel manifesto dei piccoli comuni – dobbiamo aiutarli a vivere, non a morire. Molta parte della classe politica italiana, invece, prende una scorciatoia molto pericolosa, proponendone per legge la fusione coatta, la qual cosa segna un insostenibile attacco alle autonomie locali ed all’esistenza stessa dei piccoli comuni. Le fusioni tra comuni, invece, – si legge ancora – devono essere portate avanti solo dove esista una chiara, inequivocabile ed esplicita volontà, espressa direttamente dalle singole popolazioni interessate, conseguente a situazioni di reale marginalità abitativa e ad una riconosciuta perdita di coesione sociale e del senso di comunità. Specialmente nei piccoli comuni – sostengono questi sindaci – il municipio e il sindaco sono un punto di riferimento insostituibile per i cittadini ed il gonfalone municipale rappresenta simbolicamente un importante riferimento identitario in una società sempre più priva di punti di riferimento collettivi». L’identità di un comune, la sua storia, le sue tradizioni, i suoi caratteri salienti di ciascun paese, per quanto minuscolo, non si possono insomma sacrificare in nome della solita e arida logica della finanza locale, anche perché i dati contabili dimostrano come l’impatto dei costi dei piccoli comuni nella spesa pubblica nazionale è del tutto marginale, sia in valore assoluto che in percentuale. Sono altri, secondo i sindaci dei piccoli comuni, i centri di spesa improduttivi nel nostro Paese».
Pino La Rocca