Trebisacce-17/02/2016:Il romanzo storico (di Pino Cozzo)
Il romanzo storico
di Pino Cozzo
Il genere del romanzo storico nacque all’inizio del 19° secolo, al tempo della sconfitta napoleonica. Nell’età augustea, gli scrittori cominciarono a chiedersi come affrontare il passato in letteratura, e divenne un problema sempre più pressante con la nascita del movimento dello Sturm und Drang tedesco. La Rivoluzione francese e i suoi sussulti, insieme con l’ascesa e la caduta di Napoleone, trasformarono la storia in qualcosa che fu sperimentato dalle masse a livello europeo. Le Guerre napoleoniche crearono un’ondata di nazionalismo, uno spirito di reazione contro le conquiste napoleoniche ed un accentuato senso di indipendenza che è legato alla storia della nazione e alle sue vittorie e sconfitte passate. Tra il 1789 e il 1814, tutti i popoli europei attraversarono più trasformazioni di quanti non ne avessero passate nei precedenti secoli, e queste esperienze rafforzarono l’idea che la storia sia un processo infinito di trasformazioni e che essa influenzi direttamente la vita di ogni individuo. Il richiamo di concetti come l’indipendenza e il nazionalismo stabilirono un diretto legame con la storia passata, soprattutto con il Medioevo. In contrasto con il pensiero delle precedenti generazioni, che lo ritenevano essere oscuro, esso fu rivalutato e considerato come un periodo di orgoglio nazionale distinto dalla creatività di operai e artisti. Fu anche in contrasto con l’emergente capitalismo, la confusione della competizione economica, l’indebolimento e il degrado della cultura, come risultato di venalità, e fu alla base della definizione di questo periodo nel romanzo storico. Esso è il quadro di un’epoca più o meno remota che mescola eventi storici e circostante inventate, persone realmente esistite e personaggi creati dall’immaginazione. Si cerca, così, di rivolgersi al passato per cercarvi le radici della situazione presente o rintracciarvi delle costanti del comportamento umano. tutto ciò forma le basi economiche e ideologiche del romanzo storico inglese, il cui maggior esponente è senza dubbio Walter Scott, che introdusse una descrizione dei personaggi e delle ambientazioni degli eventi, il gusto per l’azione drammatica e il senso dell’importanza dei dialoghi. La relativa stabilità economica dell’Inghilterra nei confronti delle altre parti del continente europeo produsse una creazione epica di quella nazione. Scott si identificò strettamente con quelle classi sociali che erano state rovinate dalla Rivoluzione industriale: lui riteneva che il popolo inglese rappresentasse il risultato delle lotte tra i sassoni e i Normanni, e che alla sanguinosa Guerra delle Rose avesse fatto seguito la gloriosa dinastia dei Tudor. Scott era consapevole delle misere condizioni delle classi meno abbienti, ma non scrisse mai del periodo in cui egli visse. Si rifece, altresì, a periodi storici inglesi trascorsi e il suo eroe è sempre un gentiluomo dotato di un senso comune, dignità morale e solidità di carattere, ed è lontano dal mondo passionale dell’età romantica. Si rivolse particolarmente agli usi e alle peculiarità del tempo e la realtà di un particolare periodo storico emerge dalla vita familiare di tutti i giorni della gente comune, fatta di dolori e di gioie. Scott scriveva partendo dall’assunto che la natura umana non cambi col passare del tempo: gli uomini sono fondamentalmente gli stessi al presente come nel passato. L’unico accento che lui pone è quello sull’abbigliamento, l’architettura, la politica, il commercio, le abitudini sociali e i riti religiosi.