Trebisacce-22/03/2016:L’incarnazione del Figlio di Dio (di Pino Cozzo)
L’incarnazione del Figlio di Dio
di Pino Cozzo
Ecco come Dio si è manifestato agli uomini e quali meraviglie ha voluto fare per loro: un regalo inimmaginabile donato a noi per tutta l’eternità. “Dio ha mandato il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché ricevessimo l’adozione a figli”. Gesù di Nazaret, è “il Figlio del Dio vivente”, come lo ha proclamato Simon Pietro , e, come scrive San Giovanni, Egli è “l’Unigenito Figlio di Dio”. Dunque, Colui che da sempre “è nel seno del Padre” fu concepito per opera dello Spirito Santo nel grembo della Vergine Maria e si è fatto carne. Gesù, è vero Dio, è Dio da Dio, Luce da luce. Generato non creato, della stessa sostanza del Padre, seconda persona della SS. Trinità. Gesù, è vero uomo, venuto nella nostra vera carne. Scrive il Concilio Vaticano II: “Il Figlio di Dio ha lavorato con mani d’uomo, ha pensato con mente d’uomo, ha agito con volontà d’uomo, ha amato con cuore d’uomo. Nascendo da Maria Vergine, egli si è fatto veramente uno di noi, in tutto simile a noi fuorché nel peccato”. Gesù, due nature, la divina e l’umana, una sola persona, il Figlio di Dio. Questo, dunque, è il grande mistero che noi crediamo per il dono della fede ricevuto nel battesimo: Gesù, immagine reale di Dio, che il Padre ha generato prima della creazione, e per mezzo del quale sono state create tutte le cose che esistono, sia in cielo che in terra, incarnandosi nel seno di Maria, compie una nuova creazione, prendendo in mano il primato su tutte le cose e in particolare sulla Chiesa, suo Corpo Mistico. La pienezza di Dio abita, dunque, in Gesù di Nazaret, ed è per questo che egli può riconciliare con il Padre tutte le cose, e lo fa per mezzo del suo Sangue sparso sull’Altare della Croce. Gesù era passato per le strade della Palestina, annunciando il Regno di Dio, beneficando le folle e risanando tutti i malati. Era venuto per sostenere l’estrema battaglia contro Satana e contro il peccato del mondo. Egli aveva coraggiosamente proclamato la sua identità: “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Proprio per questo è stato riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi del suo popolo, e consegnato in mano ai pagani perché fosse “schernito e flagellato e crocifisso”. Gesù è stato condannato alla morte di Croce, come un agnello senza macchia, per la remissione dei peccati di tutte le creature umane. La Croce, sulla quale è stato immolato il Figlio di Dio, è il profondo mistero della Pasqua, cioè del passaggio di Gesù su questa terra, ed è pure la Buona Notizia del nostro riscatto che gli Apostoli hanno annunciato e che la Chiesa tutta continua a proclamare al mondo intero. Il mistero che maggiormente ci colpisce, quello che contempliamo con profondo dolore e lacrime e che ci avvolge di stupore infinito, è che Gesù si è offerto liberamente e per amore alla sua passione e morte. L’iniziativa della passione e morte di Gesù parte da Dio Padre. Si tratta del suo progetto eterno d’amore per noi uomini. Lo troviamo nella Bibbia: ”In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima d’espiazione per i nostri peccati”. E Gesù, a sua volta, per nostro amore, firma la sua personale e libera decisione dicendo: “Nessuno mi toglie la vita, ma la offro da me stesso” Com’è possibile rimanere insensibili di fronte a questo sorprendente impulso amoroso? La follia, o meglio, il fascino della Croce – che è nostra salvezza – ha conquistato Dio nostro Padre e Gesù stesso, “il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce”