Oriolo-29/03/2016:“La vita è breve ma l’arte sfida il tempo e non muore mai”
ORIOLO “La vita è breve ma l’arte sfida il tempo e non muore mai”. E’ con questa celebre massima che sembra ritagliata a misura per l’artista Luigi Melfi che l’amministrazione comunale di Oriolo, a un anno dalla sua scomparsa, ha voluto ricordare uno dei suoi figli più talentuosi. Uomo di cultura e integerrimo di carattere Luigi Melfi, diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Napoli, ha insegnato per lunghi anni Storia dell’Arte negli Istituti Superiori e, oltre che esemplare docente, è stato artista senza tempo, sensibile, ispirato e raffinato. Ha partecipato a numerose mostre collettive e a concorsi di pittura estemporanea e più volte le sue opere, espressione visiva del suo animo, sono state esposte e ammirate presso l’austero castello medievale di Oriolo riscuotendo l’ammirazione e il plauso dei visitatori. “Luigi Melfi – ha scritto di lui un noto critico d’arte – dipingeva ad olio, ad acquerelli, a tempera e lo faceva con la sua caratteristica pennellata “strutturale”, innervante di potenti vibrazioni che declinavano in macchia atmosferica. Il tentativo di fondere nei suoi acquerelli la realtà con la fantasia, il realistico con immaginario – si legge ancora nelle recenzione – conferisce alle sue opere una tecnica ed uno stile unici, così che intatta risulta tutta la meraviglia per la bellezza della natura, dei paesaggi, dei fiori». I soggetti preferiti dell’artista Luigi Melfi sono stati gli scorci del Centro Storico di Oriolo, che lui amava nella realtà e che ritraeva nella sua pittura e questo amore traspare dalle pennellate dolci come carezze, perché egli accarezzava con l’arte un paesaggio a lui sacro: poggi ridenti, castelli vetusti, scene del posto, comignoli in fumo, momenti della vita di tutti i giorni, in un ricreante realismo lirico. Talvolta le gioiose e stupende luci del Sud hanno trovato in piccoli tocchi di pennello una rispondenza maieutica alle trasparenze, in modo da privilegiare i contenuti gialli e rossi, blu e verdi, come impressione mentale dell’evento. Senza tema di essere smentiti si può dire che il maestro Luigi Melfi è stato un dei più grandi acquerellisti d’Italia perché ha espresso tutto il suo mondo incantato con il gioco delle ombre e delle luci, dei chiari e degli scuri. «Fiero, austero, rigoroso, è stato scritto della sua figura di artista – si lasciava andare a lezioni d’arte e di storia dell’arte, a conversazioni sulle tecniche e sugli stili, in qualsiasi posto si trovasse ed a qualsiasi ora e con chiunque. Ma ancor più il suo studio-laboratorio, che tanti estimatori della sua arte ha visto, la si può considerare una vera e propria scuola artistico-sperimentale, basata sulla immediata conoscenza del fenomeno colore-luce e della proprietà dei colori in una visione espressiva moderna». A un anno dalla sua scomparsa, l’amministrazione comunale ha voluto ricordare il mondo incantato che Luigi Melfi segnava sulla carta o sulla tela con finezza e maestria.
Pino La Rocca