Trebisacce-12/05/2016: Comunicazione e competenze (di Pino Cozzo)

Pino Cozzo
Pino Cozzo

Comunicazione e competenze

di Pino Cozzo

 

L’approccio comunicativo è sempre stato un campo di ricerca della linguistica e della didattica. Vi è, infatti, da un lato, la consapevolezza che si sa troppo poco sui processi di apprendimento per poter scommettere su un metodo efficace ed infallibile, e, dall’altro, essa costituisce una valorizzazione dell’esperienza personale del docente.  Le nuove teorie ed i nuovi metodi di insegnamento delle lingue hanno portato ad una riconsiderazione di cosa e come valutare l’apprendimento. Il continuo dibattito in atto dimostra quanto sia complesso il processo di comunicazione ed apprendimento e quanto sia complesso e difficile insegnare a comunicare ed in modo accettabile e consono. Possedere una competenza comunicativa significa non solo essere flessibile nell’espressione e nella terminologia, ma anche saper scegliere ed individuare le migliori forme linguistiche al contesto sociale in cui avviene la comunicazione. Se si tiene una lezione universitaria, si sceglierà un codice comunicativo diverso che si conversa con il proprio amico commerciante.  Dunque, nell’approccio didattico, si deve tener conto dei bisogni comunicativi dei destinatari dell’intervento ed il campo di azione: tipo di abilità, graduazione degli obiettivi, tipo di verifica, destinatari, e tale analisi porterà alla scelta dei contenuti, delle tecniche e dei materiali da utilizzare. Lo studio della lingua straniera, parallelamente a quello dell’italiano, deve essere informativo, formativo e finalizzato, concorrendo al raggiungimento di obiettivi come il saper analizzare, sintetizzare, dedurre, confrontare interpretare, e questi elementi porteranno al potenziamento di mete educative quali lo sviluppo di uno spirito critico, un’apertura mentale e di pensiero ed un’autonomia di giudizio. Dunque, saper comunicare attraverso una lingua significa anche agire attraverso essa, con una ciclicità sistematica in cui la comunicazione linguistica deve essere gradualmente acquisita per giungere ad una più globale capacità di comprensione e produzione.  Al processo di apprendimento e comunicazione va aggiunto un fattore estremamente importante che è l’aspetto emotivo. Così come nella vita sociale e relazionale, le emozioni interessano totalmente il contesto educativo, perché costituiscono delle attitudini fondamentali che influenzano profondamente le capacità del discente. Ogni momento trascorso a scuola, dall’impatto iniziale fino al termine dell’esperienza scolastica, attraversa e coinvolge il tessuto affettivo ed emozionale della vita di un ragazzo, producendo reazioni di sorpresa, gioia, paura, tristezza, rabbia, disgusto. Le continue scoperte di nuovi elementi culturali, insieme ai vissuti derivanti dalle dinamiche che si attivano nella socialità del gruppo-classe, costituiscono il movente di specifiche emozioni. D’altra parte la radice etimologica di emozione è facilmente associabile a immagini di movimento e di attività. Tuttavia, il nostro sistema educativo è impostato essenzialmente sulle abilità cognitive. Non coltivare le competenze emotive, considerandole un fenomeno accessorio, può significare trascurare una guida di vitale importanza nell’esperienza soggettiva, disconoscendo il ruolo che esse svolgono nell’adattamento sociale e nella costruzione del proprio “io”. Lo sviluppo emotivo si collega con i processi di maturazione intellettiva e con lo sviluppo cognitivo e sociale.  L’apprendimento scolastico, come tutto il processo educativo, può arricchirsi e diventare importante solo se viene investita l’intera personalità dello studente, in costante interazione con la personalità dell’insegnante e degli altri studenti.  Il concetto di apprendimento significativo e autonomo opposto a quello mnemonico e passivo, basato sull’esperienza, e capace di destare gli interessi vitali del soggetto che apprende, proviene da numerosi studi e comporta una partecipazione globale della personalità del soggetto non solo sul piano conoscitivo, ma anche su quello affettivo ed emozionale.  Agli alunni non viene chiesto di essere dei meri contenitori di informazioni e conoscenze, ma devono essi essere protagonisti del dialogo e dell’attività educativa, e la motivazione e il coinvolgimento attivo e personale rappresentano un essenziale fattore di buona riuscita e di successo scolastico. Essi dovranno altresì essere coinvolti nella valutazione del loro apprendimento e nell’incoraggiamento alla cooperazione, poiché l’imparare dai propri pari è molto spesso più produttivo ed efficace.