Trebisacce-16/06/2016:La scuola e il territorio (di Pino Cozzo)

 

Pino Cozzo
Pino Cozzo

La scuola e il territorio

di Pino Cozzo

I numerosi cambiamenti normativi, che negli ultimi anni hanno interessato le Regioni e gli Enti Locali, hanno portato profonde trasformazioni nelle relazioni con le scuole e, di conseguenza, si stanno ricollocando tutti i punti di riferimento, insieme con la nuova dislocazione dei poteri. Per tanti anni le scuole hanno visto gli enti locali come erogatori di servizi di supporto e, solo in via residuale, come possibili interlocutori attivi per la costruzione dell’offerta formativa. Oggi questo non è più possibile. Il territorio è il luogo fisico nel quale la scuola è collocata, ma è anche qualcosa di più: è il luogo dove accadono fatti e avvenimenti economici, sociali e culturali le cui dimensioni vanno oltre gli spazi concreti. Cogliere l’ampiezza e la complessità di questi fenomeni è anche compito precipuo della scuola, in quanto essa è tenuta ad interpretare a fini formativi tutto ciò che esiste e cambia nel suo contesto. Per esempio, la comprensione della globalizzazione dei fenomeni passa anche attraverso la capacità di andare oltre rispetto al proprio localismo. Quindi, locale e globale sono due concetti che si intrecciano strettamente all’interno della progettazione formativa. Per aprire rapporti con l’esterno e fare “reti” e “scambi”, è necessario che l’istituzione scolastica costruisca una propria identità forte attraverso il piano triennale dell’offerta formativa, che diventa la sua carta di riconoscimento, in quanto contiene finalità educative, analisi dei bisogni formativi degli alunni, individuazione delle risorse necessarie allo sviluppo del suo progetto, percorsi e strumenti per il monitoraggio in itinere e per la valutazione. Lo scambio, per avere esiti positivi, deve avvenire tra pari, altrimenti c’è il rischio che la scuola  si collochi in posizione subordinata rispetto ai propri interlocutori. Il processo di costruzione dell’identità della scuola come soggetto autonomo è stato lungo, ed è iniziato nel momento in cui è stata proposta, in via sperimentale, la carta dei servizi e il progetto educativo di istituto ed è proseguito, con la stesura dei piani dell’offerta formativa, dal settembre 2000, quando è divenuta pienamente operante la normativa sull’autonomia. Sono passati quasi vent’anni e il processo è ancora in corso, con l’intervento di più soggetti, nell’ottica della costruzione di un sistema integrato che fonda la propria ragione d’essere nella necessità di acquisire visioni diverse e diverse risorse per far fronte ai problemi della complessità. Nessuno, infatti, può sperare oggi di risolvere da solo tutti i problemi della formazione, perché nessuno possiede tutte le competenze necessarie per rispondere ai bisogni degli utenti e dei territori: formazione per tutta la vita, riqualificazioni professionali, alfabetizzazione ed integrazione di cittadini stranieri, rapporti tra istruzione e formazione professionale, integrazione degli alunni diversamente abili, per citare solo alcuni dei campi di attenzione. Perciò è necessario operare insieme ad altri ed acquisire una mentalità di scambio. A partire dal primo interlocutore dell’istituzione scolastica che è l’ente locale. Per queste ragioni, si deve porre tutta l’attenzione a ciò che è fuori dalla scuola, per trovare non solo risorse e aiuto, ma anche un riconoscimento al suo lavoro. Come in uno specchio, l’immagine della scuola si riflette al suo esterno e spetta ad ogni componente far sì che questa immagine sia la più positiva possibile.