Alto Jonio-19/06/2016: C’era a Canna un Centro per disabili
ALTO JONIO Accorato appello di un genitore dell’Alto Jonio che chiede un minimo di attenzione per il figlio disabile rimasto senza uno straccio di assistenza da parte della sanità pubblica. E’ proprio il caso di dire, a questo proposito, che… C’era una volta un centro per disabili con sede a Canna. Il Centro era stato realizzato con fondi regionali ed era a disposizione dei portatori di handicap di tutto l’Alto Jonio. Come le belle favole, però, anche il Centro per Disabili di Canna, come del resto l’Ospedale di Trebisacce, dopo un’esistenza abbastanza difficile, a cui ha cercato di porre rimedio l’AIAS di Potenza (Lucania!), alla fine, nel 2010, è stato chiuso, senza che venisse realizzata, o indicata, una soluzione alternativa. Da allora, come è facile immaginare considerando le distanze la viabilità disagiata, è iniziato un vero e proprio calvario per le famiglie con congiunti disabili, a cui solo la Confraternita Misericordia di Trebisacce (Governatore Enzo Liguori e Vice-Governatore Valentino Pace – nella foto) accollandosi anche questo pesante fardello, ha tentato di colmare le lacune dell’assistenza sanitaria pubblica. Ecco allora che questo genitore, che non ha comunque perso la speranza di lottare, prendendo spunto dalla nuova legge sul “dopo di noi”, ha lanciato un vero e proprio urlo di dolore rivolto alla classe politica regionale affinchè si attivi per rimettere in funzione il Centro per Disabili di Canna, anche per evitare che una bella struttura come quella vada in malora. «E’ possibile – si chiede questo genitore – che nel 2016 si debbano considerare i nostri figli degli “invisibili”? E’ vero – aggiunge quasi in lacrime – che siamo in un periodo di crisi, ma ogni buona classe politica ha l’obbligo di selezionare le priorità e tra queste non può mancare la parte più debole della società, quella che Papa Francesco definisce “lo scarto” della società dei consumi, altrimenti si rischia di fare… parti uguali tra disuguali, la qual cosa, come sosteneva San Giovanni Bosco, è una vera e propria ingiustizia sociale».
Pino La Rocca