Rocca Imperiale-01/07/2016:Il fascismo in Italia e a Rocca Imperiale: I^ parte: 1922-1936
Il fascismo in Italia e a Rocca Imperiale: I^ parte: 1922-1936
Le rappresaglie punitive iniziate nel 1921 ( vedi il numero di aprile di questo mensile) continueranno negli anni seguenti e porteranno all ‘assassinio di Giacomo Matteotti. Mussolini nei primi anni di governo fino al 1925 si mosse sul piano democratico; il 6 aprile 1924 si erano svolte le elezioni politiche, le ultime a liste multiple; ai fascisti che ottennero il 60% dei voti furono assegnati per la nuova legge elettorale (la legge Acerbo) 374 seggi e alle altre liste 159 seggi.
Giacomo Matteotti il 30 maggio in parlamento pronunciò un energico discorso denunciando violenze e intimidazioni fasciste durante le votazioni. Quest’atto coraggioso gli costò la vita: il 10 giugno fu aggredito sul lungotevere Arnaldo da Brescia, il cadavere fu trovato dopo due mesi. Seguirono molte polemiche: molti fascisti strappano la tessera. La posizione di Mussolini e del fascismo si fa difficile. Le opposizioni incalzano in parlamento. Mussolini non può non rispondere. Ammette l’ipotesi di un delitto e afferma:”la polizia non trascurerà nulla per assicurare i colpevoli alla giustizia”. In parlamento si scatena un tumulto. Si sospende la seduta. Il 27 giugno 135 deputati dell’opposizione ritengono “impossibile la loro partecipazione ai lavori della Camera, mentre regna la più grave incertezza intorno al sinistro episodio di cui è stato vittima il collega Matteotti” e abbandonano l’aula: è la cosiddetta secessione aventiniana, a ricordo di quella del 5° secolo A. C. della lotta tra plebei contro i patrizi e dell’apologo di Menenio Agrippa. In assenza di un’ opposizione in parlamento, il 3 gennaio 1925 il Duce rompe gli indugi e alla camera dichiara: ” Al cospetto di questa assemblea e al cospetto del popolo italiano, io assumo , io solo, la responsabilità politica, morale di tutto quanto è avvenuto. Se le frasi più o meno storpiate bastano ad impiccare un uomo, fuori il palo, fuori la corda!”. Ha inizio realmente la cosiddetta dittatura fascista.
Tra i provvedimenti antidemocratici presi: furono soppressi i partiti, tranne quello fascista; furono soppresse le elezioni; i professori come tutti gli impiegati dovevano essere iscritti all’unico partito, quello fascista, per ottenere o conservare il posto; fu istituito un Tribunale Speciale con il compito di processare gli oppositori al regime; furono chiusi i giornali di opposizione e tutti i mezzi d’informazione furono usati per la propaganda fascista.
Mussolini subisce una serie di attentati, si acuiscono perciò le pene; si istituisce la pena di morte per gli attentati contro il re e la famiglia e il capo del governo; si introduce la pena di morte anche per le attività contrarie al regime fascista.
Il 16 febbraio 1926 Piero Gobetti muore a Parigi in seguito alle violenze subite dal fascisti.
Il 28 agosto muore a New York Rodolfo Valentino (Rodolfo Pietro Filiberto Raffaello Guglielmi, Rudy per gli amici); dopo il film Lo sceicco Rodolfo aveva ricevuto in pochi mesi oltre 10.000 domande di matrimonio.
A dicembre viene assegnato a Grazia Deledda il premio Nobel.
L’anno 1929, è 1’anno della grande crisi economica degli Stati Uniti, ma per l’Italia è l’anno del Concordato. L’11 febbraio si firmano i patti lateranensi: dal 1870 i rapporti tra il papato e lo stato italiano erano tesi. Nasce così il nuovo stato della Città del Vaticano, il Papa riconosceva Roma capitale d ‘Italia e l’Italia piena sovranità al Papa sul nuovo stato.
Il papa Pio XI la sera dell’11 dichiara ai parroci di Roma, “É piccolo questo territorio, ma possiamo dire che è il più grande del mondo” Il concordato con la Santa Sede portò enorme successo al regime. Il prestigio di Mussolini con questi patti crebbe ed ebbe numerosi elogi e riconoscimenti internazionali .
Si inizia la costruzione di grandi opere pubbliche tra cui negli anni 30 la bonifica delle paludi pontine e la costruzione di due città: Littoria (ora Latina) e Sabaudia. L’apprezzamento anche per queste opere fu quasi unanime. Churcihll dichiarò apertamente le sua stima per il fascismo.
Le parole del Duce coprono i muri delle case; il dovere del fascista era: “credere, obbedire, combattere”. Il Duce era presentato come una figura infallibile, da cui il culto della personalità e l’adulazione eccessiva e grottesca.
Le televisioni di questi giorni dedicano giustamente molto spazio .ad avvenimenti importanti quale la proclamazione della Repubblica Italiana del 2 giugno 1948, al 35° anniversario della morte di Rino Gaetano, ma hanno quasi ignorato altro importante avvenimento di cui ora ricorrono gli 80 anni, quello della conquista dell’Etiopia e la nascita dell’Impero italiano nel 1936.
E’ un avvenimento fascista, ma perché non parlarne? È un fatto storico che coinvolse ed entusiasmò la quasi totalità dei nostri genitori e nonni.
I paesi colonialisti del tempo (Inghilterra, Francia, ….) che già erano tra le nazioni con vasti possedimenti coloniali, si erano spartite le ex colonie tedesche; e Mussolini che era all’apice della notorietà internazionale voleva anche lui dei compensi coloniali, la sua parte, “un posto al sole “per gli italiani. Le sue mire erano dirette all’ Etiopia, l’unico paese africano rimasto indipendente, e ai primi di ottobre del 1935 col pretesto di incidenti di frontiere con l’Eritrea le truppe italiane di stanza in Eritrea varcarono i confini. Era la guerra non dichiarata contro il negus Hailè Salassié . La Societa delle Nazioni, l’organismo sorto per tutelare i soci membri, sotto la spinta soprattutto di inglesi e francesi che avevano interessi da tutelare in Mediterraneo, sancì le sanzioni contro l’Italia, quale paese aggressore.
Hitler aveva già cominciato ad estendere il suo potere con la cosiddetta politica del carciofo (inventata dai Savoia), una foglia dopo l’altra: prima l’Austria, poi la Cecoslovacchia, la Polonia, …. . Aveva perciò bisogno di non sentirsi isolato dal resto del mondo e cominciò le manovre di avvicinamento a Mussolini; del resto anche il Duce, dopo la guerra d’Etiopia, avversato da inglesi e francesi, sentiva il bisogno di sostegno internazionale e, benché non amasse Hitler e i nazisti tedeschi definiti assassini dal Popolo d’Italia, stabilì legami sempre più stretti con Hitler e dovette allearsi con la Germania. E ciò portò all’Asse Roma-Berlino e al cosiddetto Patto d’acciaio.
Riteniamo che se Francia e Inghilterra si fossero mostrate meno ostili nei confronti di Mussolini, questi quasi certamente non si sarebbe alleato con la Germania.
C’è da chiedersi, però, senza quest’alleanza, e se francesi e inglesi fossero intervenuti per tempo a contrastare lo sviluppo della potenza militare tedesca, quale sarebbe stato il destino dell’Europa e per quanto tempo avremmo dovuto subire la dittatura fascista?
Che cosa accade intanto a Rocca Imperiale?
A Rocca Imperiale il sindaco era nel 1922 il comm. Carmine Cosentino, e dal 1923 il parroco don Antonio Gallo appoggiava apertamente il fascismo. Già dal 1922 a Cosenza si era distinto come fascista: durante una manifestazione dell’avvento del duce al potere, partecipò al corteo, afferrò pieno di fervore una bandiera e si mise a capo del corteo stesso, destando l’entusiasmo delirante della popolazione cosentina e della autorità, un sacerdote manifestante, fascista e capopopolo non era di tutti i giorni. Il potere politico e quello religioso erano dunque alleati all’unisono. Perciò, tranne pochi, si può dire che la maggioranza della popolazione era per il fascismo, che prometteva ordine, lavoro, sicurezza. Nel maggio 1924 il Consiglio comunale (l’ultimo eletto democraticamente perché dal 1936 ad amministrare i comuni saranno nominati i podestà) conferì all’unanimità al Duce (come Mussolini sarà chiamato da questa data in poi) la cittadinanza onoraria, così come avvenne in quasi tutti i Comuni d’Italia. Il Sindaco Cosentino esaltò i meriti del Capo del Governo e ne tessé gli elogi adulatori (v.Rocca Imperiale nei Secoli, p. 213). Il 7 luglio 1926 a capo dell’amministrazione comunale viene nominato podestà il rag. Guido Vetere.
Il 1927 muore Matilde Serao: era stata allieva in Napoli del nostro Domenico Failla (vedi ciò che essa dice del suo maestro in Rocca Imperiale, cit. , a pag. 127 e in Genealogie, pag. 138, n.6).
I prezzi del 1927 dei generi alimentari più diffusi: riso £ 1,58 il kg.; pasta £ 2,80 il kg.; fagioli £ 3,50 il kg.; vino rosso £1,30 il litro; zucchero £. 6,25 il kg.; uova £. 7 la dozzina. Si introduce l’assicurazione obbligatoria contro la tubercolosi.
Nel quadro della politica demografica fascista il 13 febbraio 1927 si istituisce la tassa sui celibi, con lo scopo di favorire i matrimoni e incrementare li nascite: il numero è forza.
Nel 1928 il quadrunviro Michele Bianchi visitò Rocca, don Antonio ne parla con toni entusiastici nel n. 2 di Voce Amica (per altre notizie, vedi il nostro Don Antonio Gallo, Neografica Latiano, dicembre 2003).
Il 1929 a capo dell’amministrazione comunale è di nuovo il comm. Cosentino come podestà con pieni poteri; sarà in carica fino al 1932.
Nel 1934 fu inaugurata la luce elettrica gestita dalla ditta Cosentino Manlio Antonio.
Durante la guerra per la conquista dell’Etiopia nelle nostre case vi era la cartina del’Etiopia e ad ogni avanzata delle nostre truppe si piantava con uno spillo una bandierina d’Italia sulle località conquistate: il 5 ottobre 1935 Adigrat, il 6 Adua, il 15 ottobre Axum, l’8 novembre Macallè, …. . L ’entusiasmo è alle stelle; la sera seguivano le fiaccolate per il paese, si percorrono le vie inneggiando al Fascismo e al suo Capo e cantando gli inni allora in voga Faccetta nera, Parto e vado in Abissinia (altro nome dell’Etiopia), Adua è liberata è ritornata a noi (il riferimento è alla disfatta degli Italiani del 1896).
Dopo le sanzioni il governo emana le norme per la raccolta di oro, argento e rottami di metallo: i rocchesi rispondono generosamente: si raccoglie una gran quantità di rottami , e il 18 dicembre 1935, alla giornata della fede, sotto gli occhi dei gerarchi locali che annotano i nomi, depositano gli anelli nuziali nei cesti disposti sui tavoli in Piazza 4 Novembre, ricevendo in cambio anelli di piombo.
Con la conquista dell’Etiopia tra l’altro si sperava di aver risolto i problemi della Patria: la propaganda fascista si sforzava di farci credere che l’Etiopia era ricca di minerali, di cereali, di caffè e di ogni ben di Dio, mentre in realtà era prevalentemente un deserto di rocce e di sabbia.
Vincenzo Manfredi