Rocca Imperiale-03/08/2016:”CH PACENZ CA CI VO” (di Katia Morano)

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Questo è il titolo della commedia scritta e diretta da Giulia Guida in dialetto Novasirese e che ha richiamato l’attenzione e la presenza numerosa del pubblico rocchese ma non solo, presso Piazza Monumento, Rocca Imperiale Centro, giorno 2 agosto, ore 21:30. Il titolo è un’espressione locale utilizzata nei momenti di rassegnazione quotidiana e che sta a significare letteralmente “che pazienza che ci vuole“. Lo spettacolo ha avuto un gran successo. Ad ogni battuta si è elevato nell’aria il suono delle risate e degli applausi del pubblico femminile e maschile che si è rivisto perfettamente nella rappresentazione satirica proposta. Lo spettacolo è stato diviso in due atti: il primo ha visto protagonisti una coppia di anziani chiacchierare nella sala d’attesa del medico curante mentre attendevano pazientemente che arrivasse. Così come si assiste nella vita reale, gli attori, si sono confrontati sulle patologie sofferte, sui tempi che corrono e che non capiscono pienamente perché di difficile comprensione, non li rappresentano. Ricordando con nostalgia il loro passato; lamentano le spese continue e crescenti; l’alimentazione che li costringe a rinunciare ai piaceri della vita quando, all’improvviso, il loro “lamento” viene interrotto da una nuova minaccia rappresentata dall’arrivo dell’informatore farmaceutico. I due, preoccupati d’esser bypassati, lo inquisiscono sulle sue intenzioni. Giunge la dottoressa la quale si appresta a ricevere. Nel frattempo sopraggiungono in sala nuovi pazienti: una mamma col figlio (che rappresentano il problema dell’educazione odierna genitori-figli e dei beni consumistici per essere al passo coi tempi) e l’imprevisto, rappresentato da un ragazzino che chiede, con fare affannato, la cortesia di passare prima per un’urgenza che interessa la nonna a casa. Passato il primo, la madre stante in sala chiede di poter entrare per togliere il disturbo di un figlio troppo irrequieto. Parallelamente nello studio della dottoressa si pongono i consueti quesiti che spesso mettono a dura prova la pazienza degli dottori. Entrati i primi due pazienti, è la volta dell’informatore farmaceutico, ma è allora che la coppia di anziani goffamente si attiva per stenderlo. Scongiurato il pericolo di perdere nuovamente il turno, vengono finalmente ricevuti dalla dottoressa che si accerta della salute dei pazienti sorridenti per la”vittoria” avuta sull’informatore farmaceutico il quale, privo di sensi, giace sul pavimento dell’altra stanza. Il secondo atto cambia setting. Rappresentata questa volta è la famiglia tipo, con il suoi problemi coniugali e filiali. Marito e moglie che maledicono il giorno in cui hanno incontrato il rispettivo coniuge scaricandosi l’un l’altro il carico di nervosismo accumulatosi e attribuendosi la colpa per la carente educazione dei figli nel fare le cose che a loro parere sono importanti ma che non sembrano prioritari nella società odierna. Genitori che provano ad interfacciarsi alle mode e ai linguaggi seguiti dai giovani ma con scarsi risultati lasciando più punti interrogativi che risposte. La mamma che si lamenta delle mille faccende da sbrigare in casa sperando in un vano aiuto da parte della famiglia; i figli che si lamentano dei carichi scolastici o del fratello che puntualmente si impossessa del computer per controllare il proprio Facebook; il marito che dopo una giornata di lavoro vorrebbe solo cenare e rilassarsi davanti alla TV guardando il suo programma preferito ma che invece viene assalito dalle infinite lamentele della moglie e disturbato dal continuo andirivieni della famiglia davanti allo schermo, dalle voci e dai rumori della casa. A rovinare la serata perfetta, o almeno così come l’aveva immaginata il padre di famiglia, ci pensano poi i “compari” giunti per invitarli al matrimonio della loro figlia ma che poi iniziano a bisticciare facendo emergere le stesse problematiche comuni alla gran parte delle famiglie. L’invito al matrimonio aggiunge preoccupazioni alla madre di famiglia che adesso non sa cosa indossare perché sa d’esser guardata e giudicata dagli altri. Preoccupazioni che fanno saltare i nervi al marito il quale non trova risposta al perché sua moglie, nonostante occupi tutto l’armadio di vestiti, non sa mai cosa indossare mentre a lui spetta un piccolo spazio dell’armadio comprensivo di tutto, incluso il cambio stagione come se lui fosse trasparente agli occhi quegli stessi altri. Rassegnato sulle posizioni assunte dalle donne contro i mariti, il padre di famiglia vuol salvare l’unico momento di piacere che s’era ricavato. Per questo motivo accontenta tutti dicendo che al matrimonio andrà tutta la famiglia e che la moglie avrà un nuovo vestito, accompagna i compari alla porta e maledice la propria famiglia per avergli rovinato il suo momento di relax settimanale.

Katia Morano