Trebisacce- 17/8/2016:La Festa di San Rocco (di Franco Maurella)
Trebisacce, 17.8.2016
di FRANCO MAURELLA
Ben oltre 30 mila presenze, tra fedeli e turisti, stimate dalle forze dell’ordine, hanno partecipato alla celebrazione religiosa di San Rocco, portato in barca per tutto il litorale, accompagnato da un corteo di natanti di ogni genere. Dunque, si è ripetuto, per il 91° anno consecutivo, un rito religioso che appartiene alla comunità di Trebisacce sin dal 1925 anno in cui, per la prima volta, la statua di San Rocco dopo la processione per le vie del centro storico e della marina, viene portata su un gozzo, in corteo a mare. Cos’ ancora oggi. Sul gozzo, insieme con la statua del Santo ed il parroco della Chiesa Madre, don Joseph Vanson, i rappresentanti della Capitaneria di Porto (maresciallo Lanza) e Pasquale Colucci, presidente dell’associazione Marinai d’Italia, il sindaco di Trebisacce, Francesco Mundo ed il consigliere comunale di Pioltello (Mi), Mirko Giordanelli, originario di Trebisacce e delegato dal sindaco della cittadina lombarda. Migliaia i fedeli e tantissimi i turisti, ancora in costume da bagno, sulla spiaggia ad applaudire il passaggio di San Rocco lungo tutto il litorale. La santa messa celebrata sul lungomare, in piazzetta San Francesco di Paola dal vescovo della Diocesi, monsignore Francesco Savino insieme ai parroci ed ai diaconi delle parrocchie locali, è stata partecipata da una moltitudine di fedeli. Poi il Santo è stato portato sul pontile per assistere ai fuochi pirotecnici che hanno offerto uno spettacolo lungamente applaudito. Subito dopo i fuochi d’artificio, la statua di San Rocco è ritornata in processione nella Chiesa madre di San Nicola di Mira che la ospita, in attesa del prossimo anno, per la 92^ processione in mare. Solo dopo che il Santo ha lasciato il lungomare, si è scatenato lo “struscio” con le migliaia di persone che hanno preso d’assalto le rivendite di panini e salsiccia e le centinaia di bancarelle multietniche e multicolore che hanno affollato per oltre un chilometro il lungomare. Un grande bazar a cielo aperto che accomunava gli indios della Bolivia con amuleti e collanine, agli africani con le loro statuine di legno pregiato, ai “marocchini” che espongono un po’ di tutto, dagli occhiali alle borse alle cinture, ai giocattoli, ai vestiti ed ai costumi da bagno, passando per gli stand improvvisati dei “polacchi” con l’artigianato dell’Est europeo ed una sequela di matrioske, ai venditori di torroni, di cocco, di salsicce e di porchetta. Non mancano le baracche con l’abbigliamento, con tanto di furgone utilizzato per provare i vestiti, e quelle dei lampadari e, per la gioia dei piu’ piccoli, di zucchero filato e palloncini.