Trebisacce-19/11/2016:LA FUNZIONE DIRIGENZIALE (di Pino Cozzo)

Pino Cozzo
Pino Cozzo
Piscitiello Consolata
Piscitiello Consolata

LA FUNZIONE DIRIGENZIALE

di Pino Cozzo

 

L’introduzione del regime di direzione in luogo del rapporto gerarchico, per quanto riguarda i vertici amministrativi, è conseguenza diretta e necessaria della separazione fra potere di indirizzo e potere di gestione, che è il cardine del nuovo ordinamento. La leadership del dirigente scolastico sta acquisendo, negli ultimi anni, equilibri sempre più elevati e difficili, coerentemente con la complessità del lavoro scolastico. Occorre rilevare che essi riguardano la vita scolastica tout court, ma, in particolare, quella dei docenti. In prospettiva storica, inoltre, è opportuno precisare che essi affondano le radici negli anni Sessanta del secolo scorso e derivano dai cambiamenti introdotti dall’apertura a larghe fasce di popolazione di una scuola originariamente progettata per le élite. Con l’emergenza sociale di molteplici identità (culturali, linguistiche, religiose, valoriali, ecc.), l’insegnamento ha cessato di fruire delle precedenti condizioni di omogeneità, che a livello della personalità soggettiva ne garantivano le basi di appoggio, dovendo esso stesso, invece, costruire un sostrato su cui impiantare gli apprendimenti. Il governo della scuola ha necessitato, da parte dei gruppi dirigenziali, di strumenti sempre più elaborati e difficili da usare. Questi cambiamenti – il cui paradigma storico ed evolutivo è ben lungi dal ritenersi compiuto- unitamente al varo dell’autonomia scolastica-  hanno reso centrali i ruoli dirigenziali. Da questo punto di vista, la funzione del dirigenziale scolastico assume su di sé, in quanto tale, una piena esposizione alle multiformi manifestazioni della responsabilità. Nelle fasi di maggiore intensità, il dirigente si trova a fronteggiare una molteplicità di problemi, alcuni dei quali richiedono decisioni rapide e ben calibrate. Sempre più spesso l’intervento dei dirigenti avviene in contesti di disagio conclamato, quando, cioè, i docenti manifestano comportamenti devianti e/o conflittuali con gli alunni, con i colleghi, ecc. I ruoli dirigenziali richiedono, da un lato, l’acquisizione di competenze tecniche e gestionali sempre più elevate (soprattutto di natura giuridica ed economica), dall’altro, la padronanza di competenze psicologiche e relazionali che si dispieghino verso l’interno, al fine di creare e/o mantenere uno stato di “equilibrio” personale, e verso l’esterno, nella gestione efficace dei rapporti umani di natura professionale. Mentre per l’acquisizione del primo tipo di competenze, quelle tecniche e gestionali, la strada sembra essere più facilmente definibile (studio e sperimentazione), le seconde, di natura psicologica, sembrano sfuggire ad una dinamica evolutiva di apprendimenti consapevoli e (auto)guidati. In altri termini, la dimensione relazionale sembra appartenere ad una sfera naturalistica, il miglioramento della quale si presume derivi dall’acquisizione di una maggiore esperienza. Buona parte dell’attività del dirigente consta di comunicazione; è opportuno, pertanto, che egli sappia utilizzare stili efficaci per migliorare le relazioni con gli alunni, con gli insegnanti, con i genitori. Le competenze pragmatiche della comunicazione riguardano il passaggio dalla comunicazione alla persuasione; i modelli di relazione all’interno dell’organizzazione; la distinzione tra relazioni simmetriche e complementari; le strategie e le tecniche di conduzione di riunioni (la gestione delle obiezioni; la gestione dei conflitti); gli stili di direzione e sviluppo della comunicazione basata sul convincimento; le strategie d’azione verso l’obiettivo; l’individuazione e il frazionamento delle mete da raggiungere; lo sviluppo delle risorse, e l’assegnazione di responsabilità e deleghe; la gestione di resistenze al cambiamento e lo sviluppo di auto-motivazioni; il consolidamento del cambiamento e l’evoluzione dei modelli di relazione. Dal 14 settembre 2016, la Prof.ssa Consolata Piscitiello assume la dirigenza dell’I.T.S. “G. Filangieri” di Trebisacce. La Prof.ssa Piscitiello è persona competente ed attenta alle problematiche scolastiche e certamente perpetuerà la preziosa opera di potenziamento e miglioramento dell’istituzione scolastica a lei affidata. Svolgerà questo ruolo per le sue caratteristiche intrinseche, per le competenze acquisite, la capacità di interpretare il contesto operativo, di fondare la sua “autorevolezza” sulla convinzione e sull’abilità di saper orientare consapevolmente il gruppo agli obiettivi, la sensibilità di ascolto dei bisogni degli utenti e degli operatori e un profondo rispetto per le emozioni di tutti gli attori organizzativi. In questo senso, ella sa commisurarsi al contesto e, in rapporto a questo, sa evidenziare lo stile adeguato ai bisogni organizzativi. Una delle principali espressioni della sua leadership consiste nel saper prospettare i valori guida, le “missioni” fondamentali che devono essere perseguite, e si può ragionevolmente sostenere che i valori fondanti che consentono ad una organizzazione scolastica di evolvere risiedono sul terreno pedagogico e didattico ed hanno a che fare con l’innovazione dei contenuti, dei metodi, dell’organizzazione delle attività, del clima comunicativo, delle pratiche valutative, del rapporto con il territorio.