Rocca Imperiale-28/11/2016: L’AMORE NON E’ MAI VIOLENTO (di Raffaele Burgo)
L’AMORE NON E’ MAI VIOLENTO
“ Per tutte le violenze consumate su di lei, per tutte le umiliazioni che ha subìto, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le sue ali che avete tarpato, per tutto questo: in piedi, signori, davanti ad una donna” (William Shakespeare)
Giorno 26 Novembre 2016, l’Auditorium della Parrocchia “B.V.Maria” di Rocca Imperiale Marina, è stato teatro di una importantissima manifestazione, organizzata dall’Associazione Culturale” La Fucina delle Idee”, sempre estremamente sensibile a tutto ciò che è sociale.
Infatti, nella Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne ed in occasione della manifestazione nazionale “ Non una di meno”, si è tenuto un incontro-dibattito molto interessante, che ha visto la partecipazione di un numeroso ed attento pubblico, che ha apprezzato questa lodevolissima iniziativa, portata avanti da tutte le socie dell’Associazione “La Fucina delle Idee” e dalla sua Presidente, Dottoressa Tiziana Battafarano che, con spirito di abnegazione e passione indomita, riescono a concretizzare eventi che lasciano il segno.
Referente e responsabile del Progetto la socia Serafina Curci, alla quale deve andare il plauso per l’impegno profuso.
In un periodo storico che vede, purtroppo, il fenomeno della violenza sulle donne, sempre più accentuato, oltre ad un intervento normativo da parte delle Istituzioni, sono necessarie e fondamentali iniziative di sensibilizzazione e campagne di comunicazione.
La manifestazione è iniziata con una splendida esibizione delle allieve e degli allievi della Asd Siris Dance Accademy, Scuola di Danza Classica e Moderna, diretta dal Maestro Artan Abedini, proveniente dall’Accademia delle Belle Arti e dal teatro dell’Opera di Tirana, ormai in Italia da tantissimi anni, capace di presentare una performance davvero suggestiva e coinvolgente, grazie alla preparazione di tutti i giovanissimi artisti.
Emozionante il video con il commovente monologo di Paola Cortellesi.
Subito dopo l’attrice Maria Adele Popolo , con grande delicatezza, ha letto una storia, realmente accaduta, di quotidiana violenza su una donna, come se la raccontasse direttamente la vittima.
Il dibattito è iniziato con la bravissima moderatrice Filomena Chiaromonte, che ha esortato le donne vittime di violenza a non restare in silenzio, in quanto questo alla fine rischia di diventare motivo di isolamento e, di conseguenza, potrebbe portare ad una escalation di sorprusi, fino all’omicidio.
Interessanti e puntuali gli interventi della psicologa, dottoressa Ilenia Vallinoto e della psicologa e psicoterapeuta, dottoressa Valeria Pozzessere che, con competenza e dovizia di particolari, hanno sfatato alcuni pregiudizi riguardo a questo triste fenomeno.
La dottoressa Vallinoto ha parlato dei vari tipi di violenza, anche in relazione ai dati forniti dall’Istat, secondo cui quest’anno sono stati riportati 118 casi di femminicidio ed una media di 1 donna su 3 che subìsce maltrattamenti, soprattutto in famiglia. La prima forma di violenza è quella fisica, ovviamente la più visibile, in quanto lascia segni evidenti sul corpo della vittima, fino a giungere, purtroppo, alla soppressione vera e propria. Ma, esistono anche altre forme di violenza, come quella psicologica, sottile e subdola che, attraverso offese e ritorsioni, tende ad annullare completamente la donna, facendole perdere anche la propria autostima.
Inoltre, vi sono violenze di natura economica, comprendete ogni forma di privazione o controllo che limiti l’accesso all’indipendenza economica della donna.
E non dimentichiamo la violenza sessuale, che comprende ogni tipo di attività sessuale, giungendo praticamente a commettere un vero e proprio stupro.
La dottoressa Vallinoto ha sottolineato, altresì, come ancora oggi esistono forme di discriminazione e pregiudizio nei confronti della violenza di genere, spiegando come sia necessario smetterla di pensare che gli episodi di violenza possano derivare da un “semplice” scatto d’ira, ma iniziare ad essere consapevoli che ogni “attacco” contro la donna è premeditato, pertanto è opportuno che al primo cenno del genere bisogna segnalarlo. Un breve, ma significativo video, ha espresso molto bene i vari tipi di discriminazione nei confronti del sesso femminile, anche attraverso frasi scurrili ed offensive.
La dottoressa Pozzessere ha spiegato come soltanto una piccolissima percentuale di episodi violenti vengano denunciati ( dall’8 al 13%), in primis per una scarsa fiducia nei confronti delle istituzioni e, spesso, anche verso le Forze dell’Ordine, proprio perché pochissimi degli uomini denunciati hanno una giusta condanna. Addirittura, la dottoressa ha sottolineato come, spesso, la donna denunciante si sia trovata di fronte dei mediatori piuttosto che dei rappresentanti che accogliessero la propria denuncia. Altra causa di mancata denuncia deve essere ricercata nel fatto che la maggior parte di violenze avvengono in ambito familiare, per cui è proprio quel patto, quel sigillo d’amore che impedisce di ribellarsi, soprattutto nei piccoli paesi, dove il tutto potrebbe essere visto come un fallimento o un “peccato”, quindi creando una fortissima pressione sociale, causata dal timore di quello che può dire il vicino di casa o il parente. Altra causa è la paura di una ritorsione da parte dell’uomo, specialmente quando ci sono figli piccoli, che potrebbero diventare mezzo di minaccia. Molto interessante la riflessione della dottoressa quando parla delle conseguenze che questo genere di violenza genera, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Se la violenza avviene nel periodo di gravidanza, che l’aggressore spesso non accetta in quando non vuole “dividere” la sua donna con un altro essere, pur trattandosi di suo figlio, si può giungere addirittura alla rottura della placenta ed all’aborto. Psicologicamente, invece, le conseguenze sono ancora più subdole, in quanto la donna ha attacchi di panico e vere e proprie ripercussioni interiori post traumatiche, rivivendo determinate situazioni di disagio e paura anche in realtà tranquille e sicure, per cui può bastare un rumore per farla ripiombare nell’incubo. Al termine del suo intervento, la dottoressa Pozzessere ha voluto ricordare un’amica della Scuola di Specializzazione di Psicoterapia, uccisa a giugno dall’uomo che l’aveva conquistata e le aveva fatto credere di amarla. Molto commovente ed emozionante la proiezione del un video tratto da uno splendido pensiero di Frida Kahlo, mitica pittrice messicana, dal titolo “Ti meriti un amore”.
La moderatrice Filomena Chiaromonte ha voluto ricordare come, purtroppo, la violenza sia un fenomeno a 360°, infatti oltre a quella sulle donne, vi è quella contro i bambini, contro gli anziani, contro i giovani perseguitati da fenomeni di bullismo, per cui è necessaria una presa di coscienza collettiva per cercare, tutti insieme, di debellare questa brutta piaga.
Immediatamente dopo la dottoressa Tiziana Battafarano ha posto l’accento di come si sia voluto ripartire dai bambini, dopo l’esperienza dello scorso anno che ha visto impegnata l’Associazione nella organizzazione del primo Convegno su un tema così delicato, svoltosi nell’Istituto Comprensivo Federico II. E proprio i ragazzi hanno avuto delle argomentazioni profonde, che hanno sorpreso anche gli adulti ed è stato bello vedere i lavori da loro realizzati, comprendenti poesie, disegni e slogans. La dottoressa Battafarano ha incitato a stare molto attenti nel notare anche il più semplice dei disagi, sia in famiglia che a scuola, onde evitare che questo un domani possa diventare causa di malessere, per cui no alla indifferenza che non aiuta nessuno, ma tendere una mano unitamente all’aiuto di specialisti del settore.
Graditissimo l’intervento di don Pasquale Zippari, che ha voluto manifestare il proprio apprezzamento per questa lodevole iniziativa e ha incentivato a proseguire su questa strada, proprio perché tale fenomeno è molto più diffuso di quanto si possa pensare, anche nelle nostre piccole realtà, diffuso a tal punto da essere quasi invisibile ma reale. Don Pasquale ha riflettuto su dove possa essere ricercata la radice di questi mali che, forse può derivare anche dal modo di relazionarci con gli altri, quindi sarebbe opportuno essere meno egoisti, meno superbi, sentirsi meno padroni degli altri, quindi evitare di considerare la vita degli altri come un possesso. Insomma essere più “ prossimi” e meno “se stessi”.
Molto importante il contributo del Comandante della locale Stazione dei Carabinieri di Rocca Imperiale, Maresciallo Antonio Fanelli, il quale ha tenuto a precisare come sia fondamentale la denuncia ai primi segnali di violenza, in quanto si inizia da un rimprovero alquanto duro per giungere poi alla minaccia verbale, fino a raggiungere l’acme dell’aggressione vera e propria: quindi denunciare subito e parlare con i familiari e con gli amici, evitando di tenersi tutto “dentro”.
Concludendo questa bellissima serata, la dottoressa Battafarano, visibilmente commossa ed emozionata, per essere riuscita a realizzare, insieme a tutte le socie dell’Associazione, un momento così altamente qualificante dal punto di vista umano, ha ringraziato l’intero Corpo Docenti dell’Istituto Comprensivo, per la disponibilità ed il contributo ogni volta che si parla di iniziative socio-culturali, la moderatrice Filomena Chiaromonte, le dottoresse Ilenia Vallinoto e Valeria Pozzessere, il Maestro Artan Abedini, don Pasquale Zippari, don Mario Nuzzi, don Domenico Cirigliano, il Maresciallo Antonio Fanelli, Vincenzo Marino, Presidente del Consorzio del limone, la Commissione Pari Opportunità di Roseto Capo Spulico, nella persona della Presidente Vanessa D’Elia, il Maestro Nicola Carella, esperto di difesa personale. A tal proposito, si è ricordato come, in data 24 novembre sia stato organizzato, grazie alla sensibilità di Lucia Marano ed Antonio Gallo, in collaborazione con la Fucina delle Idee, una lezione gratuita di autodifesa e che prossimamente inizieranno dei corsi tenuti dallo stesso Istruttore Antonio Gallo e che per informazioni dettagliate bisogna rivolgersi a Lucia Marano. Un grande ringraziamento per la partecipazione attiva e per l’opportunità che viene data alle donne, e non solo, di imparare a reagire efficacemente in caso di aggressioni. Si ringraziano, altresì, l’Asd Sporting Club , la Social Dance, Giovanni Castrovillari, zio Peppe e Vincenzo Di Matteo per la parte prettamente tecnica, nonché tutti gli amici che hanno sostenuto questa meravigliosa iniziativa, con il loro supporto economico e morale.
La violenza contro le donne nasce proprio dal mancato riconoscimento, da parte dell’uomo, dell’autonomia economica ed affettiva della donna, per cui la violenza nasce nel momento in cui si confonde l’amore con il controllo e con il possesso, quando si inizia a percepire l’autonomia femminile come una sorta di minaccia. Allora bisogna affrontare il problema aggredendone le cause e le radici e se alla radice della violenza c’è una difficoltà da parte del maschio ad accettare la libertà e la soggettività femminile bisogna essere capaci di affrontare questo conflitto non solo nella sua dimensione individuale ma anche inserendola nel contesto del cambiamento in atto nelle relazioni tra i sessi.
“ La violenza sulle donne è determinata dall’impotenza degli uomini” (Dario Fo).
Cosa dire in conclusione di questa manifestazione? Si sono vissuti momenti qualificanti dal punto di vista umano, grazie ai quali si è cercato di sensibilizzare i presenti su un tema delicatissimo e lo si è fatto con una dolcezza infinita. Un plauso ai professionisti presenti ed a tutti gli interventi e, permetteteci, ancora una volta, di ringraziare l’intera Associazione “La Fucina delle Idee”, tutte le socie, sempre in prima linea quando si tratta di portare un contributo fattivo e concreto in tema sociale ed un ringraziamento speciale e personale alla dottoressa Battafarano, che ci permette di vivere giornate meravigliosamente qualificanti, in virtù della sua sensibilità e predisposizione verso il prossimo.
“La violenza distrugge ciò che vuole difendere: la dignità, la libertà, e la vita delle persone”. (Papa Giovanni Paolo II).
E ricordiamoci che il silenzio uccide la dignità.
RAFFAELE BURGO