ALTO JONIO-12/03/2017: Felicia Favale di Villapiana, esponente politico di lungo corso e Francesco Catera di Trebisacce, giovane ma con una lunga militanza politica alle spalle, entrambi del PD, abbandonano il partito e rifiutano il rinnovo delle tessera.
ALTO JONIO Felicia Favale di Villapiana, esponente politico di lungo corso e Francesco Catera di Trebisacce, giovane ma con una lunga militanza politica alle spalle, entrambi del PD, abbandonano il partito e rifiutano il rinnovo delle tessera. Succede così che, (dum Romae consulitur…), mentre a Roma si discute e ci si divide, nella periferia il Partito Democratico inizia a perdere pezzi, con il rischio che, come è già avvenuto nel Partito Socialista, anche nel PD possa iniziare una vera e propria diaspora. Per la verità le ragioni che hanno spinto i due a lasciare il partito sono diverse, ma il risultato è equivalente. La signora Felicia Favale, già membro del Direttivo del partito, già assessore per oltre 10 anni e attuale consigliere comunale di Minoranza, ha lasciato il partito, e resterà in consiglio come “indipendente” per protestare contro la latitanza dall’Alto Jonio della classe politica nazionale e regionale rispetto a problemi ritenuti di una gravità estrema, come la sanità e come i trasporti e, in particolare, contro la recente bocciatura del progetto della S.S. 106 che è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Felicia Favale, come lei stessa ha ricordato, sulla 106 ha infatti perduto tragicamente entrambi i genitori mentre lei stessa si è salvata grazie al tempestivo soccorso e alle cure ricevute presso l’ex ospedale di Trebisacce di cui ormai da anni si attende invano la riapertura, sentenziata peraltro dal Consiglio di Stato. «Non posso dunque – ha commentato la signora favale gettando la spugna e chiamando in causa le responsabilità dei vertici del partito, della deputazione calabrese e quella della segreteria regionale sempre lontana dai territori – continuare a far parte di una partito nel quale mi sento a disagio e che non tutela il diritto alla vita di noi». Il giovane Francesco Catera ha invece abbandonato il PD dopo nove anni di militanza perché, a suo dire, «è diventato un partito che non dialoga, non discute, non ha una sede, è gestito da capi-bastone che pensano solo a se stessi e non al bene collettivo e, soprattutto perchè, pur essendo forza di governo, non partecipa alle scelte che riguardano la comunità».
Pino La Rocca