Rocca Imperiale-11/03/2017:Donne e mafia: il coraggio, la speranza, la libertà di dire basta / MIGRANTI: L’OPPORTUNITA’ AL DI LA’ DELLA PAURA

        

Donne e mafia: il coraggio, la speranza, la libertà di dire basta

           MIGRANTI: L’OPPORTUNITA’ AL DI LA’ DELLA PAURA

Io vi perdono, però vi dovete mettere in ginocchio, se avete il coraggio…di cambiare…”

Chi non ricorda, con commozione, le parole di Rosaria Costa, vedova di Vito Schifani, uno degli agenti di scorta del Giudice Giovanni Falcone, massacrato nella strage di Capaci del 23 maggio 1992 ?

Queste parole, pronunciate con la voce rotta dal pianto, ritornano continuamente nelle orecchie e nella coscienza di tanta gente: un grido di grande dolore e di enorme rabbia.

A megghiu parola è chidda chi un si rici”. (La migliore parola è quella che non si dice).

Così dice un proverbio, che vorrebbe quasi garantire un silenzio complice e vigliacco che si chiama “omertà”. Si tratta del silenzio a cui tante donne coraggio hanno deciso di ribellarsi; tante donne coraggio hanno parlato, urlato, testimoniato e denunciato.

Rocca Imperiale, grazie alla puntuale organizzazione dell’Associazione Culturale “ La Fucina delle Idee”, è stata teatro di un Convegno importantissimo, che è stato denominato “ Basta paura e indifferenza… Educhiamoci alla bellezza!!! Senza bavagli”.

Ideatrice e propositrice del Convegno è stata la socia Angela Di Leo che, con grande spirito di abnegazione, ha provveduto, unitamente a tutte le valenti collaboratrici, a presentare un evento davvero eccellente sotto tutti i punti di vista.

L’idea è nata prendendo spunto dalla festa della donna e della manifestazione di Libera a Locri, proprio per far capire come sia opportuno, necessario e fondamentale non subìre passivamente, ma ribellarsi, avere il coraggio di superare quelli che sono i cosiddetti muri di silenzio, al fine di dare speranza in un futuro migliore.

La splendida manifestazione, snodata sulle tematiche “ Donna, mafia, immigrazione” si è svolta presso la Palestra Comunale di Rocca Imperiale Marina e, moderata con professionalità dal Professor Attolico Leopoldo, Docente presso il Liceo Classico P. Virgilio Marone di Gioia del Colle,  ha visto la partecipazione di Maria Carmela Lanzetta, già Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie durante il Governo Renzi e già Sindaco di Monasterace,  nota per le sue battaglie contro la ndrangheta ed il suo coraggio, di Cornelia Isabelle Toelgyes, giornalista freelance, Vice Direttore del quotidiano on line Africa Express, esperta dei problemi dell’immigrazione, e dell’Avvocato Attilio Simeone, Membro Comitato Solidarietà del Ministero dell’Interno e legale della Consulta nazionale antiusura.

La serata è iniziata con un commovente video della signora Felicia Bartolotta Impastato, madre del giornalista Peppino Impastato, ucciso dalla mafia per le sue denunce.

Dopo i saluti iniziali da parte della Professoressa Angela Di Leo, che ha voluto ringraziare i relatori intervenuti, mettendo in risalto come eventi come questo, organizzati in piccole realtà come la nostra, debbano essere visti come incentivo ad aprire gli occhi su tematiche così importanti, ha aperto i lavori il Professor Leopoldo Attolico che, con grande professionalità e perizia, dopo aver esternato la sua emozione per il filmato della signora Impastato, considerando il tutto quasi come un omaggio per la festa della donna, quando questa ricorrenza viene vista non come un mero momento di spensieratezza, ma come attimo di riflessione profonda,  ha introdotto la prima relatrice, Cornelia Isabelle Toelgyes, che ha voluto subito un applauso per i meravigliosi bambini presenti in sala, proprio perché ha detto “ saranno loro che, probabilmente, sapranno accogliere molto meglio di noi coloro i quali fuggono da situazioni terribili e hanno bisogno soltanto di amore”. Cornelia ha emozionato tutto il consesso parlando della gravissima situazione dei profughi provenienti soprattutto dalla Nigeria e dalla Eritrea, dei loro viaggi della speranza, delle loro disillusioni, delle violenze che devono subìre, il più delle volte stupri da parte di aguzzini senza scrupoli, delle somme di denaro necessarie per fuggire dai loro Paesi e dell’obbligo di dover restituire il tutto, delle prigionìe terribili a cui vengono sottoposti, dei tantissimi bambini che, una volta fuggiti, scompaiono nel nulla e nessuno ne ha più notizia. Ha ricordato le parole di un politico inglese che disse: “ Se abbiamo i soldi per uccidere la gente, dobbiamo trovare anche i soldi per dare da mangiare alla gente” e ha auspicato che quando si incontra una ragazza, un ragazzo o un bambino dalla pelle diversa dalla nostra basterà un sorriso per ridare loro una speranza in una vita migliore.

Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, poniamo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno”. (Paulo Coelho).

Subito dopo ha preso la parola la Dottoressa Maria Carmela Lanzetta, che ha parlato, in primis, del periodo in cui è stata Sindaco di Monasterace, dimostrando come si possa fare accoglienza coinvolgendo non soltanto la politica ma tutta la comunità, attraverso iniziative idonee a creare aggregazione ed associazionismo, in un connubio di amicizia e rispetto reciproco. Ha ricordato come Monasterace, che dista cinque chilometri da Riace, cittadina nota come il paese dell’accoglienza, sia stata presa a modello per lo splendido trattamento riservato ai bambini provenienti da Lampedusa.

Molto bello il suo passaggio quando dice: “ Io vengo dalla Locride e la Locride è una terra di mafia, ma non dimentichiamo che è anche una terra di accoglienza”. E ciò è supportato dal fatto che persone come il Presidente della Regione Toscana si sia recato a Riace per vedere come è organizzata l’accoglienza. La Dottoressa Lanzetta ha, inoltre, esortato tutta l’Europa a cercare le soluzioni migliori e la collaborazione con il nostro Paese, onde evitare le problematiche che, purtroppo, a causa di una politica migratoria non ancora chiara, spesso crea malumori.

La nostra terra, soprattutto alcune aree, è terreno fertile per il reclutamento non soltanto di giovani locali, ma anche di profughi che vengono facilmente attratti da coloro che hanno bisogno di manovalanza a basso costo o, peggio ancora, di criminali” , ha continuato Maria Carmela Lanzetta, la quale ha ricordato come a Reggio Calabria c’è un Tribunale dei Minori che, tra le altre cose, si occupa anche di allontanare i minori dalle famiglie di mafia. A tal proposito ha sollecitato le varie istituzioni a protestare contro l’idea di voler “tagliare” alcuni Tribunali dei Minori in Italia.

La Dottoressa Lanzetta ha ringraziato l’Associazione Culturale “La Fucina delle Idee” e quanti operano sul territorio nella organizzazione di questi incontri, in quanto ha detto che “ purtroppo non esistono più zone indenni da possibili fenomeni mafiosi, per cui quando queste oasi ancora ci sono è necessario mantenere alta la guardia e cercare di mantenersi immuni il più possibile da certe piaghe sociali”.

Con commozione ha ricordato le figure di donne coraggio della Locride, di Rosarno, come la Cacciola, Giusy Pesce ed altre che, in nome della legalità, si sono ribellate.

Immediatamente dopo c’è stato l’intervento, dettagliato e molto incisivo, dell’Avvocato Attilio Simeone, il quale ha esordito dicendo che è una sconfitta di tutti che ci sia una donna sotto scorta, riferendosi alla Dottoressa Lanzetta. Con grandissima enfasi ha sostenuto che si allarga sempre di più la forbice tra legalità e giustizia, ricordando le parole di S.Agostino che diceva: “ Se una legge è ingiusta ,semplicemente non è una legge”. Ha sollecitato, anche lui, la riscoperta dei valori veri della vita, al di là delle superficialità, ha incitato famiglie, scuola, istituzioni e chiesa a ritrovare quelli che erano i princìpi animatori di un tempo.  Grazie anche ad alcune diapositive, ha messo in luce fenomeni estremamente gravi quali azzardo ed usura. Ha precisato come sia errato considerare l’azzardo come un “gioco”, in quanto trattasi di vera e propria patologia. Anche la Calabria, ovviamente, e la nostra zona, sono colpite da questo fenomeno. Nel 2016 si è arrivati a 95 miliardi di euro nel gioco d’azzardo ed ogni anno in Italia vengono dissipate nel gioco d’azzardo settanta milioni di giornate lavorative.

L’Avvocato Simeone ha, infine, auspicato che venga finalmente fatta una legge seria sul gioco d’azzardo e che vengano aumentati presìdi di cultura, affinchè diventino, nel contempo, anche presìdi di legalità e, soprattutto, di giustizia.

Molto apprezzati anche gli interventi dell’Assessore al Comune di Rocca Imperiale, Rosaria Suriano che, porgendo anche i saluti del Sindaco, ha applaudito questa lodevole iniziativa, del Sindaco di Canna, Professoressa Giovanna Panarace, la quale ha posto l’attenzione sulla forza delle donne nella società e sul loro ruolo fondamentale, del Capogruppo di Minoranza al Comune di Rocca Imperiale, Giovanni Gallo, che ha sottolineato come sia fondamentale far crescere la conoscenza, attraverso la quale si può sensibilizzare il cittadino alle diverse problematiche sociali, di don Pasquale Zipparri, il quale ha , ancora una volta, lanciato un messaggio importante, che è quello della condivisione, dell’essere più “prossimi” e meno “se stessi”, del Maresciallo dei Carabinieri di Rocca Imperiale, Antonio Fanelli, come sempre molto sensibile a queste iniziative, il quale ha assicurato il suo appoggio e l’impegno delle Forze dell’Ordine sia a livello umano, aiutando chi chiede anche un semplice sorriso e sia a livello di prevenzione repressione della illegalità.

Graditissima la presenza del Presidente del Consorzio del Limone, Vincenzo Marino, il cui contributo è sempre concreto.

Bellissima e commovente la poesia declamata in maniera sentita e con grande enfasi dalla signora Gianna Conforti e scritta dal dottor Giuseppe Rossi di Canna, medico di famiglia ed ufficiale sanitario del nostro territorio.

Il Professore Attolico, emozionato e commosso, ha voluto portare la sua testimonianza personale, che “lo ha fatto diventare migliore di quanto già non fosse” e relativa all’aiuto dato ad una giovane donna incinta che chiedeva qualche soldo dinanzi ad un supermercato e che, successivamente, gli ha chiesto di fare da padrino di Battesimo alla bambina appena nata.

Ha concluso i lavori la Dottoressa Tiziana Battafarano, visibilmente emozionata nel corso di tutta la serata., nell’ascoltare gli interventi profondi di tutti i relatori. La Dottoressa Battafarano ha ringraziato tutti i professionisti presenti per il loro notevole contributo, le socie dell’Associazione Culturale “La Fucina delle Idee” per il loro certosino lavoro, i presenti, che hanno mostrato costante attenzione durante tutti i lavori e ha ricordato come sia fondamentale andare “nel cuore” della gente, per sensibilizzarla sempre di più e per creare quel circuito virtuale atto a far vivere in un clima di pace e di solidarietà.

Cosa dire ancora? Permetteteci di dire il nostro personale grazie all’Associazione ed alla sua Presidente, Dottoressa Tiziana Battafarano, in collaborazione con tutte le meravigliose socie, sempre pronte a mettersi in gioco, a lottare per portare cultura, per sensibilizzare e per creare le occasioni giuste per conoscere le diversità e coglierne l’essenza .

 “Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede, ad essere ‘prossimi’ dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: “Coraggio, pazienza!”…” ( Papa Francesco).

Ecco, allora, che in questo panorama particolarmente cruento dal punto di vista sociale, si stagliano figure di donne coraggiose, donne che sembrano sospese tra Eschilo e Dostoevskij e che reagiscono con un grido di dolore, di speranza e di richiesta di giustizia; splendidi esempi di donne che riconducono con la memoria a quelle della tragedia greca come Clitemnestra, Elettra, Antigone ed altre che vivevano senza alcuna paura, desiderose soltanto di verità e giustizia.

Molte donne, per legami familiari o per motivazioni differenti, hanno vissuto parte della loro vita in un clima di violenze, respirando paura in ogni istante, dimostrando inizialmente anche la loro fragilità ma che, dopo conflitti interiori e prove, sono riuscite a denunciare ed uscire da quel coacervo situazionale che per anni le ha tenute “schiave” di determinate brutture.

Perché se la mafia uccide – diceva Peppino Impastato – il silenzio pure”. Questa è una grandissima verità.

In conclusione, possiamo affermare che occasioni simili servono a far comprendere come da un lato vi sono la barbarie del sangue e del non corretto senso dell’onore e dall’altro il riscatto della speranza e del cambiamento che si trova nel coraggio di una scelta, nella potenza di una parola e dell’esempio, nel valore della cultura e della legalità contro i disvalori della illegalità.

RAFFAELE BURGO.