CORIGLIANO CALABRO-19/03/2017: L’INFELICE CONCLUSIONE POLITICA DEL SINDACO GERACI. (DI GIOVANNI FERRARI)
CORIGLIANO CALABRO: L’INFELICE CONCLUSIONE POLITICA DEL SINDACO GERACI.
DI GIOVANNI FERRARI
“TANTO VA LA GATTA AL LARDO CHE CI LASCIA LO ZAMPINO”
Il detto ha origini molto antiche. Pare che nel 1400 a seguito dei viaggi marittimi e delle prime scoperte si era solito portare anche un gatto, la cui proverbiale paura dell’acqua è nota.
I navigatori quando avvistavano in lontananza la terra, gettavano il gatto in mare e se questi riuscivano ad arrivare fino alla terra, significava erano terre abitate; se il gatto non ce la faceva significava che erano terre ostili per cui approdare significava rischiare molto. Con più allora la gatta andava al largo, quindi vicino alla terra ferma, il significato “ci lascia lo zampino”, era che si installava sulla nuova terra, appunto lasciava la sua zampina.
In tempi non sospetti, già un anno fa, e precisamente il 14 marzo del 2016 anticipavo e scrivevo quello che realmente sta accadendo e l’opinione pubblica sta vivendo al Comune di Corigliano, ossia, nuovamente la COMMISSIONE D’ACCESSO DI ANTIMAFIA, vedi il mio articolo “LE MANI SPORCHE SULLA CITTA’ DI CORIGLIANO”, pubblicato sulla stampa locale e nazionale, oggetto di querele del pluripregiudicato e corrotto Don Giuseppe Il malaffare e la corruzione al Comune di Corigliano è una normalità, è il vivere quotidiano, i coriglianesi sono rassegnati, sfiduciati, anch’io ascolto una mia profonda preoccupazione e sofferenza, rispondo semplicemente di avere piena fiducia nel lavoro certosino della MAGISTRATURA DI CASTROVILLARI, IN QUELLA DELLA DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA DI CATANZARO E NELLA DIREZIONE GENERALE DELLA CORTE DEI CONTI.
Tutto ciò è la prima lieve scossa di terremoto, la scossa tellurica finale, sarà una grande retata, è sarà la distruzione e la morte finale di Corigliano, altro mio articolo che invito a rileggere.
A Corigliano, ormai, vige l’anarchia, ognuno è legittimato ad occupare il suolo pubblico, la fanno da padrone, alla grande con la complicità del Sindaco e dell’intera squallida amministrazione “I PALAZZINARI”, andate a Piazza Salotto, un palazzo ed un bar abusivamente ed illegalmente costruito su una strada principale che porta il prestigioso nome del grande scrittore “ VITTORIO ALFIERI”, annullando di fatto l’accesso e l’uscita della strada, con tanto di strisce pedonali tutt’ora esistenti, ritrovo del prossimo candidato a Sindaco di Corigliano con tutto il vecchio marciume della Prima Repubblica. I coriglianesi di tutto ciò devono essere grati all’assessore alla IN-CULTURA, che ignora completamente la Storia della Letteratura Italiana. L’ignorante assessore alla IN-CULTURA che non conosce la personalità di ALFIERI, i suoi principi morali e politici, che vanno al di là delle stesse finalità patriottiche risorgimentali; la sua personalità testimonia con notevole drammaticità, la svolta fondamentale nella cultura e nella civiltà europea che si verificò nel passaggio dall’Illuminismo al Romanticismo. Sicuramente l’assessore alla IN-CULTURA ignora completamente la libertà politica ma soprattutto la libertà morale nelle tragedie alfieriane. Per Alfieri la libertà politica era solo un aspetto-anche se essenziale-della libertà morale, che per lo scrittore era l’unico fondamento della dignità degli uomini.
L’iniziativa di Sua Eccellenza Dott.Gianfranco TOMAO, Prefetto di Cosenza è un atto dovuto, obbligato, dovuto alle meticolose indagini da parte della magistratura e di tutte le forze dell’ordine, che hanno svolto e che continuano a svolgere con grande professionalità, sacrifici e competenze di notte e di giorno il proprio sacrosanto lavoro certosino, a tutti loro va la mia grande gratitudine e solidarietà nell’interesse della legalità in questo tormentato e martoriato territorio, dando piena fiducia e speranza ai miei concittadini che pagano e contribuiscono fortemente alle gravose tasse e tributi comunali, in particolare un sentito abbraccio ai poveri pensionati, che hanno lavorato una vita con grossi sacrifici, elemosinando una sede sociale dove ritrovarsi, purtroppo senza risposte, Il Sindaco deve risolvere il problema familiare della NUORA e non i problemi sociali della povera gente che lavora onestamente e non riesce ad arrivare a fine mese.
D’altra parte, dopo tanta sofferenza e malessere causato alla popolazione, liberarsi dall’infelicità per Geraci, diventa dunque impossibile come afferma Hegel in “Le malheur de la conscience dans la philosophie”. Possiamo dire che il problema dell’infelicità, , colto nella sua vera natura, riguarda proprio la dimensione universale e spirituale dell’uomo: è una figura dello Spirito e un evento della coscienza. Lo spirito per Hegel, non resta in sé, chiuso, implicito, inespresso, l’infelicità fa parte intrinsecamente della storia dello spirito. La coscienza sporca di Geraci è infelice , in quando ponendosi di fronte a problemi a situazioni che non sa risolvere e la cui soluzione, invece la renderebbe felice. Il problema che genera infelicità in Geraci, è una sorta di blocco, un ostacolo, una trappola in cui la coscienza incappa.
Nella filosofia moderna il tema dell’infelicità è ripreso con una interessante prospettiva dalla teoria di Hegel, strettamente collegata ad una situazione di coscienza Purtroppo Geraci deve pagare tutto il malaffare che ha seminato sul territorio, tutti i problemi irrisolti, dalla viabilità, all’inquinamento, alla sporcizia, alle fogne, al dissesto idrogeologica, all’abbandono delle frazioni e del loro isolamento, alla sanità, mi piange il cuore per lo scandalo al Cimitero, gridano persino i morti dentro le bari, ancora riascolto quella vergognosa registrazione del segretario comunale, rimasto impunito e continua a svolgere regolarmente il proprio lavoro come se nulla fosse. senza neanche un minimo di provvedimento disciplinare, se fossi stato io al posto di Geraci l’avrei licenziato dopo un minuto e, potrei continuare all’infinito, rendendo la sua coscienza infelice.
Quando vado al cimitero a trovare i miei familiari, per me è una sofferenza atroce, vedere i villini in costruzione e la povera gente interrata.
Nella vita chi semina vento deve sapere che raccoglie sempre tempesta, è proprio il caso dell’inquisito Geraci.
Un altro aspetto tragico e drammatico, aver svenduto la storia, la cultura e le tradizioni di Corigliano a questa pseudo associazione di Rossano uno, cento e nessuno, distruggendo definitivamente il proprio territorio della sibaritide.
Fiducioso da sempre nel prestigioso ruolo della MAGISTRATURA, in modo particolare alla commissione d’accesso antimafia al Comune di Corigliano, a tutte le forze dell’ordine per il prestigioso lavoro che stanno svolgendo con la speranza che i corrotti e i corruttori possano pagare con la galera tutto il malessere, la corruzione e il malaffare che regna da anni al Comune di Corigliano.
Prof. Giovanni FERRARI. Docente Universitario