Trebisacce-21/04/2017:Il Comune di Trebisacce propone, a salvaguardia del mare e dell’ambiente, l’installazione dei dissuasori nel tratto di mare antistante il territorio comunale.
COMUNICATO STAMPA
Il Comune di Trebisacce con delibera di G.C. n. 96 del 06.04.2017 propone, a salvaguardia del mare e dell’ambiente, l’installazione dei dissuasori nel tratto di mare antistante il territorio comunale.
La proposta in oggetto riguarda l’approvazione di un progetto preliminare, da inoltrare agli organi competenti per il relativo finanziamento, che prevede la posa in opera di ostacoli meccanici come mezzi da sistemare sui fondali marini prospicienti il territorio di Trebisacce su una superficie di circa 20 Kmq a protezione ed incremento delle attività della piccola pesca artigianale e della flora marina. L’importo complessivo del progetto è di € 1.514.045,00 da richiedere alla Regione Calabria nell’ambito del POR 2014/2020 e al Ministero dell’Agricoltura e dell’Ambiente.
Lo scopo è quello della dissuasione e del contrasto al fenomeno, sempre più diffuso, come quello della pesca a strascico che viene attuata davanti alle nostre coste e spesso in zone di mare interdette alla pesca stessa.
La protezione della fascia costiera mediante strutture antistrascico presenta enormi vantaggi in termini biologici di salvaguardia e ripresa delle praterie di Posidonia, dei fondali circostanti e delle risorse biologiche ad esse legate e, in termini economici, di incremento delle biomasse ittiche.
Questo tipo di intervento permette di ridurre anche la conflittualità esistente tra gli addetti dello strascico che illegalmente operano entro le tre miglia dalla Costa e gli addetti, se pure molto diminuiti negli ultimi anni, alla piccola pesca costiera nell’alto Jonio cosentino che operano con attrezzi fissi tradizionali. I risultati di numerose ricerche scientifiche attinenti la gestione delle risorse della pesca, evidenziano ormai che le risorse ittiche, pur con alcune distinzioni, si trovano da anni in uno stato di generale sfruttamento tanto che la stessa CE ha richiesto all’Italia provvedimenti per il ridimensionamento dello sforzo di pesca e/o della sua capacità.
Le informazioni che derivano da circa venticinque anni di ricerche effettuate, tese ad approfondire le conoscenze sull’ambiente marino, ma anche mirate all’analisi dello stato delle risorse ittiche, ed il contatto con le marinerie, fanno ritenere che un’accurata protezione delle aree costiere, sede di fenomeni di concentrazione di numerose forme giovanili di specie ittiche e di biocenosi ad elevata produttività (ad es. il posidonieto) possono portare un contributo importante al recupero della situazione generale ed in alcuni casi anche a emettere un alleggerimento della pressione di pesca.
Al fine di garantire che siano effettivamente rispettati tutti i provvedimenti legislativi già in vigore (ricordiamo come la pesca a strascico sia vietata all’interno delle 3 miglia dalla Costa o dei 50 m di profondità e che la prateria di Posidonia è un habitat considerato prioritario per la conservazione dalla Comunità Europea), assume particolare importanza il provvedimento di calare sui fondali manufatti con funzione antistrascico. Tale provvedimento non avrà comunque ricadute economiche negative sulla categoria dei pescatori a strascico in quanto un recupero della situazione ambientale ed un incremento delle risorse ittiche non può che essere visto positivamente anche da questi addetti.
Con il termine di “barriere artificiali” si intendono tutti quei manufatti ed oggetti realizzati in diverse forme e materiali e immersi in mare dall’uomo al fine di realizzare meccanismi tecnico-ecologici o, come si suole dire, di “ingegneria ecologica”, atti ad incrementare la produzione delle risorse biologiche marine, a proteggere i fondali o anche per scopi ricreativi. II principio e quindi quello di utilizzare strutture appositamente disegnate per attrarre, concentrare, sviluppare e proteggere risorse sfruttabili dall’uomo.
Le barriere artificiali possono quindi essere annoverate fra gli interventi da attuare per una migliore gestione della fascia costiera poichè, essendo realizzate su fondali marini mobili, uniformi, costituiscono delle variazioni sostanziali all’habitat originario, determinando effetti positivi a livello biologico, ecologico ed economico.
A tale proposito è opportuno evidenziare che i fondali marini di tutta la fascia Jonica , tra Villapiana e Rocca Imperiale, sono costituiti da sabbie, sabbie fangose e fango. Usi e scopi delle barriere artificiali, o più in generale degli “habitat artificiali” possono essere cosi sintetizzati:
1) Sviluppo delle attività di pesca l’effetto di richiamo sulle specie ittiche esercitato dai substrati artificiali può essere utilizzato per concentrare o per formare nuova biomassa direttamente utilizzabile dai pescatori.
2)Protezione e/o creazione di aree di deposizione e accrescimento di specie vegetali ed animali.
Strutture con buchi, cavità e nascondigli sono utilizzati da diverse specie in alcune fasi del loro ciclo biologico come per la deposizione di uova o capsule nidamentali per i cefalopodi, per l’accrescimento dei giovanili di specie ittiche, ecc. Tutto questo si traduce in una riduzione della mortalità, sia naturale che da pesca, con risvolti positivi sugli stock ittici.
Substrati artificiali appositamente disegnati possono rappresentare un efficace ostacolo ad esempio all’azione della rete a strascico in aree costiere. Idonee strutture possono inoltre proteggere ambienti di pregio, come le praterie di Posidonia oceanica. Ciò può avere ripercussioni positive anche dal punto di vista socio-economico, favorendo, ad esempio, il recupero della piccola pesca costiera con attrezzi da posta, attraverso un aumento del reddito dei pescatori per le catture maggiormente diversificate e la riduzione delle conflittualità tra la piccola pesca e le imbarcazioni che effettuano la pesca a traino sul fondale.
4)Creazione di impianti di molluschicoltura . Strutture posizionate in acque eutrofiche, ricche cioè in sostanza organica, possono fornire un substrato di insediamento per specie, quali mitili e ostriche, in grado di sfruttare l’enorme carico di nutrienti presenti e renderlo disponibile come biomassa edule direttamente sfruttabile dall’uomo. Tali strutture possono essere utilizzate anche per sorreggere o proteggere altri materiali (corde, cestini, ecc.) a loro volta substrato per i molluschi, dando vita così ad una vera e propria molluschicoltura sommersa e sospesa.
In corrispondenza del tratto di spiaggia, area di intervento tra i torrenti Saraceno ed Avena a circa 1 Km dalla riva e fino ad una distanza di 3 Km.
L’Assessore ai LL.PP., Dott. Filippo Castrovillari, nell’esprimere soddisfazione, ha voluto ringraziare i tecnici Ing. Vincenzo Gatto e Raffaele Di Lazzaro, per aver redatto con celerità lo studio di fattibilità (progetto preliminare) che consentirà di tutelare il mare antistante il territorio del Comune di Trebisacce.
Il Sindaco Avv. Francesco Mundo ha auspicato che anche gli altri comuni costieri, utilizzando i fondi POR riusciranno, in sinergia ad affrontare simili progetti considerato che il mare e le attività ittiche costituiscono una risorsa primaria economica-turistica.
Ciò conferma la visione complessiva per interventi strutturali capacità politica di creare suggestioni, interesse e speranza, oltre che lavoro e occupazione.
Noi ci crediamo.
Trebisacce, lì 21.04.2017
L’Ufficio Stampa