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CRONACHE ALBIDONENSI
La festa di san Michele, gli emigranti dell’Argentina, il manifesto dell’Opposizione consiliare.
Anche quest’anno, c’è stata una gran folla di gente per la festa del protettore san Michele; gli emigranti dell’Argentina, hanno ascoltato la messa solenne, con la concelebrazione di mons. Vescovo Francesco Savino, del parroco don Massimo e dei due sacerdoti di origine albidonese, don Alessio De Stefano e don Michele Munno. Il capo della diocesi cassanese ha parlato di “ipocrisia”. Ormai, “l’ipocrisia serpeggia dovunque, anche tra i sedicenti cristiani e nella stessa Chiesa. E’ assodato che un pochettino ha sempre contagiato anche i ferventi cattolici cristiani della terra albidonense. C’è ancora il fervente cristiano cattolico albidonense che continua a dettare le schede dei “diavoli” del nostro povero paese. Si parla del “diavolo che insidia la nostra città” di soli 1.700 anime, anche in un pubblico manifesto. Beato chi riceve e chi si ciba di queste “male-informazioni” contro i “nemici” dei “cristiani veraci”. Una volta, un illustre Anonimo scriveva lettere a nome di un “socialista verace”. Dov’è finito ?
Ecco le ultime “novità” del nostro amato “paièse”: la Chiesa di san Michele, nonostante le vive richieste degli autentici albidonesi, e nonostante certe prove fotografiche di vecchia data mostrassero l’originaria muratura di pietrame a faccia vista, che rispecchia la caratteristica struttura edilizia del centro storico di Albidona, nel rispetto dei materiali e anche dei colori. I progettisti, i direttori dei lavori, il Comune e la Parrocchia, la spettabile e altolocata Curia vescovile hanno forse fatto una scelta prevalentemente economica e di convenienza dei lavori di restauro, propinandoci l’ennesimo INTONACO di cemento ?! Mons. Savino non sa proprio niente di questo scempio ? Pare che ci sia pure una lapide che ricorda la “chiesa del popolo”.
Per dire la verità, questa chiesa non è stata mai del “popolo”, ma della ristretta casta che si crede “cristiana”. Tutti i preti che sono venuti da fuori non si sono mai interessati alla storia del nostro paese e delle nostre chiese, ma ognuno di essi ha voluto immortalare il suo apostolato, con scritte, con lapidi e stravolgimenti personali, sempre sulla chiesa: prendi il triste caso delle piastre di pietra volute dal sindaco Angiolo Chidichimo nel 1903, e lavorate dallo scalpellino Motolese. che due donne forti (la Sc-cardàra e la Gnòra) trasportarono sul capo, dalla contrada “Pescara” al Castello.
La seconda “novità”: io, l’Opposizione consiliare non l’ho mai chiamata “Minoranza”. I dissidenti sono sempre in “minoranza”, ma hanno il diritto e il dovere di vigilare, e di denunciare omissioni, errori e scelte sbagliate. Purtroppo, dal manifesto affisso, come al solito, nella notte della vigilia di san Michele (come lo scorso anno), il cittadino che vuole essere libero e che vuole un paese in pace, rinnovato e democratico, vuole anche la VERITA’. Se veramente, sono stati promessi circa 70 posti di lavoro per i giovani, e se è appropriata quella parola “licenziato” in merito al segretario comunale. Ma scusate, in 50 anni di amministrazione “socialista”, i segretari, se non sono stati “licenziati”, sono stati pur “chiamati” per la loro “doverosa funzionalità politica e personale”. E’ strumentalizzata al massimo la figura del presidente del consiglio. Mi dite che io possa difendere la sindaca Di Palma ? Ma siate più obiettivi ! Dalla nuova Amministrazione comunale, io mi aspetterei almeno, la ristrutturazione e la manutenzione delle strade di campagna, più attenzione per del mondo contadino ancora isolato e qualcosa per i giovani. E anche un’attenzione per la CULTURA (che unisce e non disgrega la comunità). Ma vorrei che anche i GIOVANI, che hanno determinato il cambiamento, si facessero sentire, non con offese personali, ma costruttivamente. Il famoso “volo dell’Arcangelo” l’ha rivendicato anche l’Opposizione, ora perché viene ostacolato ? La polemica è legittima, ma marchiare l’avversario politico (trasformato in acerrimo nemico) non servono gli epiteti di “Giuda Iscariota”, di “traditore” e di “rettile”. E si parla pure di “paese spaccato” ? DIAMOCI UNA REGOLATA, miei cari compaesani ! Il paese è di tutti.
(Giuseppe Rizzo)