Trebisacce-14/05/2017: Emozioni e Musica

                                 

ORIANA

              

EMOZIONI E MUSICA

Il canto è benedizione dei fedeli, lode a Dio, elogio del popolo, plauso di tutti, parola adatta ad ogni uditore, voce della Chiesa, professione canora di fede, devozione sublime, letizia di liberazione, grido di allegrezza, profluvio di letizia. Il canto mitiga l’iracondia, placa le ansie, dà sollievo alle afflizioni. Il canto è un’arma che ci protegge nella notte, è una fonte di insegnamenti lungo il giorno, ci fa da scudo nel timore; riempie di festa il cammino della santità; manifesta il volto della nostra serenità. E’ un pegno di pace e di concordia; pace e concordia che, come in una cetra, si manifestano mediante un’unica melodia composta da molte voci diverse ed ineguali. Nel canto la dottrina gareggia con la bellezza: mentre si prova diletto cantando, si acquista conoscenza di dottrina per ammaestramento. Il canto ispirato spinge chi esegue e chi ascolta alla virtù. Se suonato con il plettro dello Spirito fa scendere sulla terra la dolcezza della musica del cielo”. (Sant’Ambrogio).

Il nostro territorio ha sempre espresso grandi talenti in ogni settore della vita sociale: dallo sport, alla musica, dalla pittura alla letteratura e tutti hanno lasciato un segno indelebile in ognuno di noi.

Ma, siamo certi, che il talento di cui parleremo in questa sede saprà regalare emozioni e tracciare un solco profondo che resterà impresso per sempre nel cuore di quanti hanno ed avranno la fortuna di apprezzarne le enormi qualità e potenzialità.

Parliamo di Oriana Oliverio, contralto del Coro della Diocesi di Roma, diretto dal grande Maestro don Marco Frisina.

Oriana, nostra corregionale, è in possesso di quel classico “fuoco sacro” per la musica, che la porta ad esprimere se stessa in un meraviglioso connubio di arte e sensibilità.

La musica è sempre capace di trasmettere sensazioni ed emozioni soltanto quando viene fatta con la voce del cuore.

Oggi molti artisti cantano, ma sono pochi coloro i quali lo fanno realmente con l’animo.

Tra questi c’è Oriana Oliverio, la cui voce sembra venire da un’altra dimensione, quella interiore, dalla quale scaturiscono sogni, speranze, bellezza, soavità, potenza.

Sentirla cantare fa venire i brividi, proprio perché ci si rende conto che ci troviamo di fronte una ragazza meravigliosa, con valori etici eccezionali e, nello stesso tempo, con una voce incredibile, che riesce a farti chiudere gli occhi e ti trasporta in un mondo stupendo, fatto di preghiera.

Oriana si distingue anche per la sua semplicità, modestia ed umiltà e per la moralità che ne fanno un esempio per moltissimi giovani, che si perdono nei meandri della solitudine e della disgregazione dei princìpi.

Quando inizia a cantare puoi notare dai suoi occhi che si immerge in un mondo tutto suo, si isola da tutti immedesimandosi in quella che diventa vera e propria preghiera, diventando tutt’uno con il canto  e con la musica: voce, cuore, animo, melodia diventano una cosa sola .

Oriana ci ha trasmesso un messaggio importante: siamo nell’epoca della comunicazione, e mai come oggi ci accorgiamo come sia complicato comunicare, infatti è necessario conoscere le lingue, gli strumenti, la tecnologia, ma la vera storia degli uomini non si può leggere senza l’amore e senza la musica come preghiera e lei ha sempre ascoltato il suo cuore e grazie a questo è rimasta se stessa, con i suoi valori, con la sua passione, con la sua semplicità.

Chiunque esegue questo ministero del canto con vera fede e con tutta l’attenzione della sua mente, si unisce in certo qual modo agli angeli che lodano Dio nei cieli”.( Sant’Isidoro di Siviglia).

Oriana Oliverio riesce in questo importante compito, quello di trasportare chi l’ascolta, nel mondo pulito dei primi mattini del mondo, nel mondo puro della musica divenuta preghiera.

Ed allora, questa ragazza di provincia, della nostra sana provincia, ci ha insegnato che tutti abbiamo il dovere di sognare, di pretendere da noi stessi il sogno, di caricare di sogno il nostro oggi, perché diventi ragione del domani che vogliamo.

RAFFAELE BURGO