Trebisacce-29/06/2017:I Santi Pietro e Paolo: le pietre miliari della Chiesa Cristiana (di Pino Cozzo)
I Santi Pietro e Paolo: le pietre miliari della Chiesa Cristiana
Di Pino Cozzo
La Chiesa è costituita da tutto il popolo santo, che è stato consacrato da Dio, a capo della quale è stato posto Cristo, l’unto del Signore, che la unisce in sé, la vivifica quotidianamente con il dono dello Spirito Santo e la rigenera continuamente e incessantemente con la Sua Parola di vita e con i Sacramenti, che costituiscono eccelsi momenti di gloria nel percorso cristiano di ciascuno di noi. Le tre virtù teologali concorrono a perfezionare questo cammino fatto di impegno e sacrifici, perché l’entrata nel Regno di Dio non è cosa semplice, non è un viaggio fatto in un’auto di lusso con autista, ma costituisce, invece, una strada impervia da percorrere, per raggiungere, però, una metà splendida e gioiosa. Dunque, la Fede, dono Celeste, che chiama a credere in maniera incondizionata in Colui che tutto ha creato e che tutto delibera; la Speranza, che sostiene l’uomo nel suo agire, e che lo porta a non lasciarsi sopraffare dalle sconfitte e dalle ingiustizie; la Carità, che è la partecipazione stessa alla vita di Cristo e che abilita alla giustizia e all’amore. E allora, tutti i battezzati e inseriti nel Corpo mistico di Cristo sono chiamati alla Santità, che rappresenta la perfezione della carità, e non rappresenta solo un invito o un’esortazione, è una reale esigenza che ogni fedele deve avvertire, in qualunque condizione si trovi. Molti fratelli sono giunti all’apice dell’eroismo e sono stati riconosciuti come “santi”, ma è un privilegio che può riguardare chiunque si comporti in modo conforme ai dettami della Chiesa e compia onorevolmente la sua missione di seguace di Cristo e di elemento costitutivo della società. E nonostante l’infuriare delle tempeste, la Chiesa resiste da più di duemila anni e non vacilla, perché è fondata sulla roccia degli apostoli, che non sono solo quelli che hanno seguito Gesù a quell’epoca, ma sono anche gli “apostoli” contemporanei”, quelli che vivono e lottano ancora oggi con eroismo per arginare la piena della superficialità e del disimpegno. Due santi su cui si fonda la fede e la storia della Chiesa sono senz’altro Pietro e Paolo, di cui si celebra la festa il giorno 29 giugno. Pietro era un pescatore a Cafarnao, e divenne apostolo di Gesù dopo che questi lo chiamò presso il lago di Galilea e dopo aver assistito alla pesca miracolosa. Da sempre tra i discepoli più vicini a Gesù, fu l’unico, insieme al cosiddetto «discepolo prediletto», cioè Giovanni, a seguire Gesù presso la casa del sommo sacerdote Caifa, fu costretto anch’egli alla fuga dopo aver rinnegato tre volte il maestro, come questi aveva già predetto, e manifestando in questa circostanza l’aspetto umano della persona. Pietro predicò il Vangelo per tutta la vita, e ne abbiamo un ritratto di un uomo dal forte carattere, controverso, pieno di debolezze e forse proprio per questo così umano, così vicino a noi. Gesù gli diede il ruolo di fondatore della Chiesa universale (di cui è patrono), chiamandolo Pietro, proprio per distinguere la sua particolare missione, quella di essere la “pietra” su cui fondare la sua chiesa (il suo nome originario era Simone). La sua tomba si trova nella Basilica del Vaticano. Di lui sono molte le immagini che ricordiamo, e nell’immaginario popolare si fa riferimento a un uomo con una folta barba bianca che tiene con sé le chiavi del paradiso, e decide chi può entrare e chi no. San Paolo, originariamente Saulo, è l’emblema della conversione al cristianesimo, poiché mentre si recava a Damasco con un drappello di seguaci e lettere commendatizie del sinedrio per aggredire e molestare i cristiani di quella città, che egli considerava apostati del giudaismo, è colpito da una folgorazione improvvisa: Gesù gli si manifesta e lo chiama a portare il Vangelo tra le genti, e lui si lascia affascinare da questa figura magnetica e coinvolgente, senza opporre alcuna resistenza.
Da quel momento incomincia per Saulo una vicenda epica che lo porterà ripetutamente per mari, monti e deserti in tutto l’arco del Mediterraneo orientale e culminerà a Roma nel martirio. In poco tempo, con mezzi poveri e poche persone compie un’azione che ancora oggi è inspiegabile: divulgare il Vangelo dall’Asia Minore fin in Europa e viene detto in linguaggio adatto alle culture che egli incontra, mettendole in contatto con Cristo Gesù.