Albidona-19/07/2017:CRONACHE ALBIDONENSI. SIAMO AL SETTIMO INCENDIO
CRONACHE ALBIDONENSI. SIAMO AL SETTIMO INCENDIO
L’appiciafuoco torna indisturbato sul luogo del delitto. Ancora in pieno giorno: il 25 giugno ha spietatamente bruciato gli ulivi secolari di località Volpe, in zona Destra. Mi dicono quelli che lavorano e vivono in quelle campagne che il fuoco si è visto verso le ore 13.00. Nel pomeriggio di domenica scorsa, l’appicciafuoco ha tentato di distruggere anche la pineta, gli ulivi e le case rurali di contrada Rungi e Santacroce, proprio a un chilometro dal centro abitato. Lunedì 3, verso le ore 17,00 è tornato alla Destra, dove ha messo altro fuoco che poteva arrivare a Straface. Altre fiamme sono comparse a Rosaneto e nel bosco della Potenta. C’è gente che deve ancora trebbiare il grano. La preoccupazione di chi lavora sui campi non tocca il cervello e il cuore dell’appicciafuoco. Bruciare un albero, distruggere un campo di grano e un bosco è come commettere un omicidio: anche la Natura soffre e piange. Anzi, muore.
Comunque, l’appicciafuoco sta scherzando proprio col… FUOCO. La sfida in pieno giorno può diventare una trappola. Speriamo che non si tratti di un nostro concittadino “insospettabile” che pure ci saluta e poi ci tradisce. Mettere fuoco è un tradimento per tutti, anche per lo stesso piromane; offendere Madre Natura è come uccidere tua madre. Parliamoci con chiarezza, perchè una cosa la dobbiamo pure dire: possibile che l’appicciafuoco giri indisturbato in zona Destra e nessuno vede una macchina,una moto o una bicicletta passare da quelle parti ? O si tratta di un individuo che vive nelle stesse zone del fuoco ? Caro nemico della Natura, speriamo che pure tu usi facebook: fai un esame di coscienza, la vendetta produce altro male, e se passi per la cappella della Madonna del Càfaro, chiedi perdono. Poi, quando farai il passaggio obbligato per la curva del nostro cimitero vai a confessarti davanti alla tomba dei tuoi cari morti, i quali non vogliono che tu faccia ancora male: agendo da insensato piromane della terra dove sei nato. Vorrei proprio incontrarti ! Ti vorrei parlare faccia a faccia !
Lunedì, 17 luglio. Nel territorio di Albidona siamo al settimo incendio doloso. Lunedì 17, l’ignoto appicciafuoco ha fatto piangere i suoi compaesani che possiedono un po’ di terra tra la Forestacaccia e Pozzicello: Mimmo, Michele, Nicola, Leonardo, la vecchia Peppina, Maria, Lucrezia, Giuseppantonio, Angela, Leonardo, Isabella, Maria e ancora altri. Matteo ha cercato di salvare la sua legna accumulata al Timpone Gianniella. In questa contrada c’erano tre vigne, quattro giovani impianti di uliveti, tanti alberi da frutta e belle querce. Il nostro compaesano appicciafuoco vuole fare proprio il “ malvagio selvaggio”: verso mezzogiorno (e non alle ore 16) il piromane è uscito dal paese, è arrivato al Tarantino, ha imboccato la pista che porta alla fontana di Pozzicello e si è fermato al limite del bosco Forestacaccia (sopra la vecchia masseria Mastrocarlo) e ha messo fuoco. Le grandi fiamme si sono subito propagate prima verso l’alto e hanno distrutto le vigne e gli ulivi che arrivano fin sotto il Timpone Nardòne. Altre fiamme si sono dirette verso il basso, hanno raggirato la casa rurale di L.Rizzo, hanno distrutto il bosco circostante e sono arrivate fin sotto la fontana di Pozzicello. Le colonne di fumo sono arrivate fino al paese; il calore arrossava anche le pietre. Chissà quanta selvaggina ha trovato la morte !
A guardare dal Timpone Pozzicello, vedi un grande e infernale deserto. La gente di quei luoghi chiedeva disperatamente aiuto, ma l’aereo è arrivato con molto ritardo e forse ha avuto anche qualche guasto. Il bosco continua a bruciare. Un contadino è rimasto bloccato dal fumo di due fuochi e ha lavorato per tutta la notte per salvare la casetta, gli ulivi e quei pochi animali chiusi nell’ovile. A Pozzicello il povero cane di Mimmo è salito sul monte isolato e ha ululato contro quell’inferno, per tutta la notte. Voleva difendere quelle quattro galline rimaste nel pollaio, ma sono state trovate vive per miracolo. Qui, Mimmo ci aveva ricavato una specie di villetta; curava con amore e memoria i vecchi alberi da frutta che 100 anni fa, aveva piantato suo nonno Alessandro.
Io, in queste terre deserte, ma ancora belle, ci ho trascorso la mia infanzia contadina. La vecchia masseria di mio padre è stata pesantemente offesa dal brucia/boschi, ma ho visto pure un altro piccolo miracolo: quel bellissimo sorbo, con i rami a corona, di zio Alessandro è rimasto intatto ! Forse anche lui (zio Alessandro), stanotte è scappato dal camposanto ed è venuto a Pozzicello per difendere il suo bellissimo sorbo. Mentre il pero “vernile” che quest’anno era stracarico di belle pere e che era vicino alla siepe, è rimasto in piedi ma è come uno scheletro, con tutti i frutti rimasti appesi ai rami, completamente essiccati. Caro appicciafuoco, sei contento per questo settimo disastro che hai provocato ? L’anima di zio Alessandro ti perseguiterà per sempre.
Una precisazione per quelli invece di preoccuparsi dei boschi, chiedono “certezze”: Ci chiedete come si fa a sapere che il piromane è andato fino al bosco Forestacaccia ? Le prime persone che sono accorse in questo inferno di Pozzicello dicono che il fuoco è partito al confine di Forestaccia e subito dopo si è propagato in tutte le direzioni. Volete altre certezze ! Lungo la pista (senza uscita), hanno notato alcune RUOTATE, visibili, fino a ieri sera, di una “grossa macchina”. Sarebbero le stesse ruotate avvistate nella fiumara Avena. Ma sono state viste anche tracce di una piccola moto.
Giuseppe Rizzo