TREBISACCE-24/07/2017: Ancora incendi nell’Alto Jonio ormai ridotto a una landa deserta.
TREBISACCE Ancora incendi nell’Alto Jonio ormai ridotto a una landa deserta. Siamo arrivati insomma al punto che ormai il fuoco non fa più notizia. Spento infatti l’incendio sviluppatosi nelle zone Forestacaccia e Alicheto di Albidona dopo due intense giornate di lotta contro il fuoco in cui sono stati impegnati due mezzi aerei che hanno lanciato sul rogo migliaia di metri cubi di acqua di mare, ecco che il fuoco, a dimostrazione della più che probabile dolosità del fenomeno, è transitato nel territorio di Trebisacce e in due diverse località tanto da impedire a uomini e mezzi di concentrare l’impegno su una sola zona. Il primo incendio si è verificato in località “104”. «Siamo in mezzo alle fiamme, – ha scritto il sindaco Franco Mundo mentre era sul posto – che stanno distruggendo una vasta area di verde e lambendo quattro masserie presso cui è stato ridotto in cenere un ricovero per animali ivi compresi alcuni capi di bestiame. Dopo una mattinata di tentativi – ha aggiunto – sono riuscito a parlare con il Capo della Protezione Civile Regionale il quale mi ha assicurato che un elicottero è già operativo ed è in arrivo un Canadair». Ma mentre il sindaco parlava con il prof. Tansi ecco che il fuoco si è spostato, pigliando subito vigore a causa della vegetazione incolta e resinosa e della macchia mediterranea da un’altra parte e precisamente nella “Manca dell’Inferno”. Qui, nelle contrade Gallazzone e Carlo Drogo, complici le alte temperature e l’inaccessibilità da terra da parte di uomini e mezzi, si è materializzato veramente l’inferno: le fiamme sono infatti sfuggite al controllo e prima che, intorno alle 15.00, arrivasse il promesso Canadair, il fuoco ha assunto proporzioni gigantesche distruggendo una vasta area di verde e arrivando a lambire addirittura il sito archeologico di Broglio. Solo in serata le fiamme sono state domate ma, visti i precedenti, potrebbe trattarsi di uno dei tanti capitoli di questa triste e incomprensibile tragedia ambientale.
Pino La Rocca