Verona-31/07/2017:Cassano, un genio naif a Verona (di Davide Capano)

Cassano, un genio naif a Verona

L’elogio della follia cassaniana

Se la sua carriera fosse “impressa” in una pellicola cinematografica, le scene di quest’estate s’intitolerebbero FantAntonio is back. FantAntonio è tornato. E l’attore-protagonista non indosserebbe le vesti di un barista di una canzone, di un idraulico dei videogiochi o di un ragazzo che se fa caldo gioca al sole, ma quelle di uno dei calciatori italiani più controversi, splendenti e talentuosi della storia: Antonio Cassano da Bari Vecchia.

Dopo 9 mesi sabbatici, il 10 luglio scorso ha firmato per l’Hellas Verona e ha scelto di vestire l’amata maglia numero 99. Ma una delle sue tante giornate pazzesche l’ha vissuta il 18 luglio, la massima summa della follia cassaniana. In mattinata vuole lasciare il calcio, poi il pomeriggio ci ripensa: “È stato solo un momento di debolezza”. L’uomo è un animale che esita e, proprio per questo, pensa, ama, reagisce…

Sì, perché lui è fatto così. ‘Autogol’ clamorosi, colpi di estro, intuito, lampo, sana anormalità e sregolatezza. Divide il mondo in bianco e nero, apocalittici e integrati, simpatici e antipatici. Prendere o lasciare.

Cassano è un ingegno ingenuo in campo e fuori. Si chiama Antonio, è nato nell’Anno Domini 1982 e non ha mica paura. Prende la vita un po’ a caricatura e non è molto avvezzo all’utilizzo degli apostrofi. È il suo modo di essere. Piaccia o non piaccia. Ama alla follia la moglie Carolina, il pesce crudo e i cavatelli cozze e fagioli.

Ha spesso scelto di far diventare favole le piccole opportunità. In ogni momento pronto a cogliere la palla al balzo. Per lui le sensazioni sono sempre contate più di tutto il resto. Ti imprigiona di curiosità pur avendo i tempi dell’anguilla.

In carriera ha raccolto smisurate cassanate, neologismo, coniato ai tempi della Roma da un certo Fabio Capello, che addirittura la Treccani ha certificato e fatto entrare nella lingua comune. Nella sua personale collezione si registrano bandierine rotte, fughe dai ritiri, maglie lanciate dopo litigi con arbitri, allenatori e una presentazione al Santiago Bernabéu di Madrid con un pellicciotto beige poco galattico.

Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. D’altronde, si sa, “la pazzia è una forma di normalità”. Perché se devi sognare, tanto vale farlo forte.

Chi è in definitiva FantAntonio? Una follia discreta quanto mai, fiele che strangola e dolcezza che sana, citando il bardo William Shakespeare, uno che di Verona ne sa più di Romeo e Giulietta. Perché se l’imprevedibilità contraddistingue il genio, il barese ha declinato e perfezionato il concetto di genialità. Opere, parole e pensieri di Antonio Cassano, un genio naif che di sicuro ci delizierà con giocate mai banali nonostante il giorno del genetliaco numero 35 sia già passato…

Davide Capano

Fonte:Università del Calcio

(foto gianlucadimarzio.com)