Trebisacce-26/09/2017: Il Chidichimo si riempie di quadri ma non di servizi
TREBISACCE Ex ospedale di Trebisacce: proseguono i lavori per rendere più accoglienti e più sicuri gli ambienti, ma tutto è maledettamente fermo per quanto riguarda la tanto sospirata ri-apertura del Pronto Soccorso e la ri-attivazione dei posti-letto previsti nel Decreto-Scura firmato il I° aprile del 2016 che, per la cronaca, prevede la ri-apertura ddel “Chidichimo” come “Ospedale di zona disagiata” ma che, vista la curiosa coincidenza della data, rischia di trasformarsi in un vero e proprio pesce d’aprile. Da allora sono infatti trascorsi in modo infruttuoso ben 18 mesi e solo nel bel mezzo dello scorso mese di agosto il Direttore Generale Mauro, sollecitato dagli amministratori locali e anche dalla stampa, si è deciso a firmare la Delibera con la quale ha dato finalmente mandato alla struttura tecnica e amministrativa dell’ASP di procedere con gli adempimenti previsti per la riapertura del “Chidichimo”. Per la verità, nel frattempo qualcosa è stato fatto: grazie a due separati finanziamenti sono stati riqualificati e adeguati alla normativa vigente gli ambienti del futuro Pronto Soccorso; è stato adottato il recupero di alcuni locali che erano stati occupati in modo abusivo; è stato effettuato il rifacimento dei pavimenti e dei bagni; sono stati sostituiti gli infissi ed è stato effettuato il ripristino e la tinteggiatura delle pareti con l’utilizzo di tinte forti e tendenti all’ottimismo e, più di recente, è stata allestita “la camera calda” come anticamera del Pronto Soccorso ma poi, complice l’arrivo della stagione estiva e anche della campagna elettorale, tutto è rimasto maledettamente fermo. Nei giorni scorsi, finalmente, pare che la macchina si sia rimessa in moto e, a seguito delle insistenze del direttore sanitario f.f. dottor Antonio Adduci, sono state installate anche le video-camere di sorveglianza grazie alle quali tutti gli ambienti saranno sottoposti ai necessari controlli di sicurezza e così, grazie alle nuove apparecchiature di controllo, è ricomparsa sulle pareti dell’ingresso (nella foto) una serie di quadri generosamente donati da artisti locali e che sono destinati a rendere ancora più accogliente l’ingresso del nosocomio. In precedenza invece, da quanto si è saputo, due quadri donati dalla dottoressa-pittrice Rita Lucia Trinchi e dall’artista “del sacro” Francesco Diego di Oriolo, erano stati trafugati dopo pochi giorni dall’affissione. Apprezzabile senz’altro lo sforzo della direzione sanitaria di rendere più bello e accogliente l’approccio con la struttura ospedaliera ma i lavori effettuati, i bei colori-pastello e gli affreschi appesi alle pareti serviranno a poco se la struttura non sarà riempita di contenuti e riportata al suo ruolo originario di ospedale di riferimento delle popolazioni dell’Alto Jonio scippate di un diritto sacrosanto e sottoposte ai quotidiani viaggi della salute, molti dei quali effettuati nella vicina Basilicata come autentici mendicanti di diritti negati.
Pino La Rocca