ALTO JONIO-13/10/2017: Nuova: S.S. 106: la notizia dell’approvazione del progetto definitivo del secondo tratto (Trebisacce-Roseto) da parte dell’Anas, ha scatenato una dura reazione da parte del Comitato dei Cittadini dell’Alto Jonio
ALTO JONIO Nuova: S.S. 106: la notizia dell’approvazione del progetto definitivo del secondo tratto (Trebisacce-Roseto) da parte dell’Anas, ha scatenato una dura reazione da parte del Comitato dei Cittadini dell’Alto Jonio che, pur dichiarandosi favorevoli alla realizzazione dell’opera, contestano i toni trionfalistici del presidente dell’Anas Armani e minacciano di ricorrere alla Magistratura ordinaria per impedire, a loro dire, il massacro del territorio e l’enorme spreco di risorse pubbliche. A porre la questione in qualità di portavoce del Comitato è l’avv. Rinaldo Chidichimo: «Pur avendolo ereditato – ha esordito Chidichimo contestandogli l’eccesso di enfasi nel dare notizia dell’avvenuta approvazione – Armani poteva impegnarsi a correggere il progetto definitivo ma, non avendolo fatto, si è reso responsabile e complice, insieme al ministro Delrio, nell’aver scelto di sostenere una soluzione tecnica che risulta essere più costosa, più devastante, più lunga e più difficile da realizzare. Per tutte queste ragioni, – ha aggiunto l’avv. Chidichimo – e in particolare per lo spreco di denaro pubblico, siamo pronti a presentare ricorsi al Tar, alla Magistratura, alla Corte dei Conti e al Consiglio Europeo perché si eviti il massacro del territorio e lo spreco delle risorse pubbliche e si faccia piena luce sulle procedure di affidamento dell’appalto che – a suo dire – risulta oneroso tanto quanto il progetto iniziale che al posto delle trincee prevedeva gallerie profonde». Entrando nel merito, il portavoce del Comitato dei cittadini, nel riproporre la soluzione del “raddoppio” del tracciato della S.S. E 90, ricorda il grande impatto ed il consumo di territorio del nuovo tracciato che, progettato tra l’altro a ridosso del grande metanodotto dell’Eni, ne obbliga lo spostamento a monte o a valle con il conseguente consumo di altro territorio. «Dopo oltre 5 anni di anni di discussioni – ha commentato l’ex presidente nazionale della Confagricoltura ricordando le dimensioni delle trincee che saranno realizzate al posto delle gallerie (80 metri di larghezza, 13 di profondità), i viadotti alti fino a 100 metri e la grande muraglia cinese che verrà realizzata lungo la Piana di Sibari – siamo ad una soluzione finale peggiorativa di quella iniziale, che – ha aggiunto Chidichimo ricordando che non siamo nel Texas e che la Calabria ha solo il 10% di terreno pianeggiante – sacrifica un’altra grossa porzione di “polpa” dell’esile lingua di terra di cui dispone l’Alto Jonio». Un ultimo affondo contro il presidente Armani, Chidichimo lo rivolge rispetto al fatto di non aver tenuto conto dei rilievi mossi dai sindaci. «Sindaci che – ha osservato l’avv. Chidichimo senza fare sconti a nessuno – in un primo momento, allettati dalla prospettiva di accaparrarsi i fondi delle opere compensative, erano tutti pronti a sottoscrivere il progetto ma che alla fine, avendo alcuni di loro (Amendolara, Villapiana e Albidona) valutato la gravità della contropartita, si sono pentiti ed hanno assunto una posizione critica che però, da come si sono messe le cose, può risultare tardiva rispetto a quanto si poteva fare prima con una maggiore avvedutezza e con una maggiore compattezza istituzionale».
Pino La Rocca