Trebisacce-16/10/2017: L’Eparca di Lungro mons. Donato Oliverio al “Presepe dei Papi”
TREBISACCE L’Eparca di Lungro mons. Donato Oliverio, accompagnato da uno stuolo di cattolici-laici ha visitato, a Roma, il “Presepe dei Netturbini”, altrimenti conosciuto come il “Presepe dei Papi” perché sin dalla sua realizzazione (1972) è stato visitato da tutti i Papi che si sono succeduti da quella data. Lo straordinario Presepe, che si trova nello storico edificio dell’AMA, ai margini di Piazza San Pietro e quindi all’ombra del cupolone, è stato realizzato, con la collaborazione di altri suoi colleghi, da Giuseppe Ianni, un netturbino di origine calabrese ormai in quiescenza a cui l’Eparca Oliverio, massima autorità religiosa della Chiesa Italo-Albanese, ha portato in dono una preziosissima icona bizantina realizzata dal maestro Ivan Polverari, figura di spicco nel mondo dell’iconografia cristiana e uno dei punti di riferimento di maggior rilievo nel panorama iconografico nazionale e internazionale. L’iniziativa è stata promossa dall’ing. Nicola Barone, originario di Cerchiara di Calabria, dirigente della Telecom e attuale presidente della Telecom di San Marino, cattolico-laico impegnato in tante attività tra cui, di recente, il Seminario nel quale, presso la Casa dei Salesiani di Arcinazzo nel Lazio, è stata approfondita l’Enciclica “Laudato Sì” con la quale Papa Francesco ha invitato tutti al rispetto della natura come “Casa Comune”. Il “Presepe dei Netturbini” raffigura la Natività come idea di pace e fratellanza tra tutte le popolazioni della terra e riproduce, anche negli accurati dettagli, le tipiche costruzioni della Palestina di 2000 anni fa. Ben 2.234 pietre provenienti da tutto il mondo sono incastonate sulle pareti esterne e sul basamento del Presepe che, grazie al costante impegno e al lavoro quotidiano di Giuseppe Ianni, viene ogni anno arricchito di nuovi particolari e sulle pareti vengono continuamente aggiunte altre pietre che i visitatori portano dai loro luoghi di provenienza. E’ uno scorcio di mondo che incanta grandi e bambini: 100 case tutte illuminate, costruite in pietra di tufo e sanpietrini, curate nei minimi dettagli con porte finestre e balconcini, un caminetto acceso, 54 metri di strade in lastre di selce, tre fiumi lunghi complessivamente 9,50 metri con 7 ponti e 4 acquedotti lunghi 18 metri e sostenuti da ben 38 arcate. L’acquedotto più piccolo è realizzato in tufo romano, gli altri 3 con frammenti di marmo del colonnato e della facciata della Basilica di San Pietro ricevuti da Ianni nel 1979 in occasione del restauro del colonnato berniniano. Completano la straordinaria opera 4 sorgenti d’acqua, 2 pareti umide che formano stalattiti, un pozzo con acqua sorgiva, 730 gradini, realizzati, oltre che in marmo proveniente dal colonnato di San Pietro, da marmi della Birmania, di Betlemme e dei Santuari di Greccio e San Giovanni Rotondo. Infine, completano il presepe 24 grotte scavate nella roccia adibite a stalle o ripari per i pastori, magazzini contenenti damigiane di vino e olio; 50 sacchi cuciti con maestria da una nobile romana con dentro cereali, sale e farina. «Si tratta insomma –ha commentato l’ing. Barone – di un mirabile Presepe, un luogo veramente spirituale e unico che, soprattutto in prossimità di Natale, viene visitato e ammirato in tutti i suoi suggestivi particolari che creano suggestioni ed emozioni, che sublimano l’anima e inducono al raccoglimento ed alla preghiera».