ALTO JONIO-24/10/2017: Il treno di Renzi finisce sul binario morto della Linea Ferroviaria Jonica.
ALTO JONIO Il treno di Renzi finisce sul binario morto della Linea Ferroviaria Jonica. E così, con il suo viaggio attraverso l’Italia Matteo Renzi sancisce ufficialmente l’impercorribilità della Linea Ferroviaria Jonica. Nel suo viaggio attraverso il Bel Paese per raccattare consensi e rifarsi una verginità, dopo essere arrivato a Taranto con il treno personale “Destinazione Italia”, sale infatti sull’aereo altrettanto personale e atterra a Reggio Calabria saltando, a piedi uniti e a occhi chiusi, il pezzo più antico e martoriato della rete ferroviaria italiana, cioè tutti i circa 400 chilometri della Linea Ferroviaria Jonica che, come è noto a chi abita nella culla dell’antica Magna Grecia, versano in condizioni pietose, ritenendo dunque la Linea Jonica evidentemente indegna di un treno veloce e moderno come il suo. Una scelta, quella di Renzi, quasi chirurgica, perché da Reggio Calabria Renzi risale sul treno che porta a Rosarno e poi a Capo Vaticano e a Ricadi e quindi si affaccia sullo Jonio, ma solo per pochi chilometri, forse per farsi una sbronza presso le Cantine Librandi di Cirò e per finire, all’indomani, a Paola, presso il Santuario di San Francesco per farsi benedire dal Santo Calabrese per eccellenza e da lì ripartire, questa volta decisamente in treno, per Caserta. Per la verità il Segretario Nazionale del PD, seguito da un codazzo di esponenti politici festanti, genuflessi e con il cappello in mano, ha sottolineato a più riprese la grave situazione della Calabria: «Da un lato – ha detto ai microfoni calabresi l’ex presidente del Consiglio affermando di aver promosso il viaggio in treno proprio per ascoltare la gente – c’è un pezzo di Italia che sta volando e lo abbiamo visto con i Referendum al Nord che chiede più autonomia e dall’altro c’è un pezzo di Italia che è in una sofferenza enorme». Accennando solo di sfuggita alle condizioni trasportistiche calabresi Matteo Renzi ha osservato: «Oggi, partendo da Rosarno, faccio tre ore di treno per raggiungere Catanzaro e poi Cirò, mentre da un’altra parte dell’Italia, in tre ore, con l’Alta Velocità, partendo da Roma o da Milano o da Firenze, si percorre mezza Italia». Peccato però che tra le provvidenze nazionali e comunitarie destinate al Sud-Italia non ci sia niente per rifunzionalizzare la Linea Jonica con il doppio binario e l’elettrificazione per farne così un’infrastruttura degna di un paese civile.
Pino La Rocca